Parte dalla Tripolitania l’assalto del Califfato

La parata dell'Is a Sirte il 18 febbraio 2015
La parata dell'Is a Sirte il 18 febbraio 2015

Il cuore del Califfato adesso è a Sirte, la città natale di Gheddafi. ?Lì ha inglobato gran parte delle forze qaediste di Ansar al Sharia e alcuni reduci dell'esercito del dittatore. Ed è diventata il cardine del progetto di costruire un'enclave stabile nel Nord Africa

La parata dell'Is a Sirte il 18 febbraio 2015
Per lo stato islamico , l’espansione in Libia è una mossa strategica. ?La colonia creata dal Califfato deve seminare la rivolta fondamentalista ?in tutto il Maghreb addestrando miliziani e organizzando attentati spettacolari. Come in Siria, la chiave del successo sta nella capacità di allearsi con altri ?gruppi oltranzisti e gestire la convivenza con le tribù locali, l’unica istituzione riconosciuta dopo il crollo del regime di Gheddafi.

Al Baghdadi ha annunciato quasi un anno fa la creazione di una provincia ?libica dell’Is, divisa in tre zone: Barqa, con capitale Derna; il Fezzan e la Tripolitania con capitale Sirte. A Derna l’isolamento e la ferocia dei miliziani ?dello Stato islamico ha provocato la rivolta degli abitanti e l’intervento armato ?di fazioni legate ad Al Qaeda, che hanno scacciato le bandiere nere dal centro. Ora si sono barricate in un quartiere periferico, dove possono però ?contare su 800 combattenti. ?

Il cuore del Califfato adesso è a Sirte, la città natale di Gheddafi. ?Lì ha inglobato gran parte delle forze qaediste di Ansar al Sharia e alcuni reduci dell’esercito del dittatore. Ed è diventata il cardine del progetto di costruire un’enclave stabile nel Nord Africa, esplicitato ad agosto sulla rivista dell’Is ?da Muughirah Al Qahtani, luogotenente di Al Baghdadi in Libia.

Da Sirte radio e tv propagandano gli attacchi delle colonne con la bandiera ?nera. Ci sono state azioni clamorose, come il raid contro l’aeroporto di Mittiga ?e la prigione gestita dal governo di Tripoli. O numerosi omicidi mirati contro ufficiali dell’intelligence e capitribù rivali, mentre le presunte spie vengono crocefisse in diretta tv. Più che sulle reclute locali, il Califfato punta su jihadisti tunisini, algerini ed egiziani. E cerca di mettere le mani su alcuni degli armamenti rimasti nell’arsenale del vecchio regime, a partire dai micidiali missili terra-aria con testata all’infrarosso.

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