Come usare e mantenere i kalashnikov. I vademecum sono circolati sui forum jihadisti una settimana prima dei massacri del 13 novembre. Non sono gli unici. Da come stare su Twitter senza farsi intercettare, ai consigli per il reclutamento, fino a quelli tecnici per fabbricare bombe. I fondamentalisti pubblicano da tempo i loro tutorial del terrore. Eccone alcuni

Come usare e mantenere un Kalashnikov. Come costruire meccanismi per far esplodere bombe a distanza con il cellulare. Come convertire missili termici usando prodotti economici. Ma anche come usare Twitter senza farsi identificare. O reclutare nuovi adepti. O ancora, vivere in Occidente da veri mujahideen. È la produzione manualistica dell'orrore, gli strumenti di insegnamento pratico e indottrinamento tattico dei fondamentalisti islamici, da al-Qaeda a al-Nusra, agli assassini del Daesh. Circolano sul web, prima sottotraccia o segreti poi man mano più spudorati. Hanno copertine colorate, immagini di combattenti ripresi fieri nel loro mettere la  vita al servizio del jihad. Ma soprattutto, danno molti consigli concreti con un solo obiettivo: uccidere.

Solo una settimana prima della strage a Parigi, un forum di simpatizzati del Califfato aveva ri-pubblicato sulle proprie pagine web un manuale operativo in francese per l'utilizzo e la pulizia dei fucili AK-47. Quelli usati per ammazzare uno ad uno i ragazzi innocenti che ascoltavano un concerto al Bataclan la sera del 13 novembre. Le istruzioni, spiega Vocativ, la testata che ha dato la notizia, sono in francese, come il giornale di propaganda dell'Isis “Dar Al-Islam” con cui sono uscite. «Ogni musulmano deve comprare armi e avere alcune nozioni base a riguardo. Visto che queste informazioni sono difficili da reperire in Francia, la squadra di Dar Al-Islam vorrebbe condividere con voi queste regole base», recita l'introduzione.
Le istruzioni per i mitragliatori ri-pubblicate una settimana prima della strage del 13 novembre

Ci sono foto dei pezzi, spiegazioni su come montare, smontare, caricare e sparare con l'arma. E consigli. Per esempio suggeriscono di usare “pistole Glock”, scrivendo poi però «che non sono facili da procurare a Parigi senza uccidere un poliziotto che l'ha come arma di servizio». Meglio quindi un Kalashnikov o una granata fatta in casa.

Per queste ultime, il web è pieno di manuali. Rimasterizzati spesso nelle reti jihadiste: ci sono video tutorial su come realizzare granate a mano o bombe fatte in casa, ma anche istruzioni per gli strumenti di detonazione attraverso i cellulari, anche usando il bluetooth del telefono o le app. I video sono caricati su varie piattaforme e poi fatti sparire, per riapparire su nuovi account o servizi; c'è anche YouTube. Uno dei punti principali sono le spiegazioni su come procurare gli elementi che servono senza farsi intercettare o spendere troppo. Uno degli ultimi libretti d'istruzione segnalati dal lavoro di intelligence di Site, ad esempio, riguarda l'estrazione dell'acido nitrico da vecchi arnesi elettronici.

Fin qui, si potrebbe trattare di materiale amatoriale. Ma il livello si alza quando si parla di razzi termici anti-aereo ricavati con prodotti economici. O quando le immagini mostrano i campi di addestramento a Latakia, in Siria, per trasmettere modi ed esercizi per gli aspiranti mujhaiddin del fanatismo.
I manuali raccolti da Site

I manuali dei fondamentalisti non sono però legati solo alle armi. Immersi nel mondo del web, che sfruttano ogni giorno per ingaggiare adepti, comunicare e trasmettere il loro immaginario di morte con i video delle esecuzioni, i nuovi jihadisti condividono anche pagine e pagine di istruzioni per gli strumenti digitali.

A novembre dell'anno scorso il Financial Times era riuscito ad ottenere un "how to" su come usare Twitter e i social media senza far intercettare la propria posizione dall'Nsa. Spiegava come disabilitare i servizi di geo-localizzazione sugli smarphone e come stare attenti a non lasciar mai trapelare il proprio nome o la località nei messaggi. Anche queste istruzioni gettano un'ombra sui sanguinosi fatti di Parigi, con la notizia, non confermata, che forse il via libera al massacro del Bataclan sia arrivato ai terroristi proprio con un Tweet, da un basista locale.
jihad

Non sono informazioni banali: secondo Pierluigi Paganini, un esperto di sicurezza informatica, alcuni analisti ritengono che diversi raid aerei della coalizione americana nell'area di Kobane siano stati mossi proprio da informazioni raccolte dai servizi segreti analizzando i metadati delle attività sul web dei combattenti. L'uso della Rete è al centro di un altro manuale circolato sui forum di aspiranti martiri integralisti, titolato “Come sopravvivere all'Occidente”. È un vero e proprio set di consigli "for dummies", con sceneggiature da film per spie, fra cui travestimenti, fughe o arti marziali. Ma nonostante questi lati pop è un ottimo esempio di propaganda scritta da un principante jihadista cresciuto con gli esempi di Hollywood in materia di comunicazione.

Molte istruzioni sono tecnicamente valide, registrate anche nei comportamenti dei veri “soggetti a rischio” nelle carceri italiane: si consiglia ad esempio di evitare barbe lunghe o abiti tradizionali per non dare nell'occhio. Oppure ci sono paragrafi dedicati ai modi per reperire fondi per le armi o la partenza verso la Siria: piccole truffe informatiche, ad esempio, clonazione di carte di credito e frodi via web.
Il rapporto
Strage di Parigi, Europa nel terrore. L'Europol: un esercito di giovani pronto al martirio
17/11/2015

Il discorso si fa direttamente più pratico in un altro dossier di 50 pagine circolato tra i miliziani dell'Is in diverse lingue. L'obiettivo qui è specifico: evitare di essere fermati dalla sicurezza aeroportuale turca quando si sta volando per arruolarsi nel Califfato. I suggerimenti sono semplici e chiari: comprare biglietti aerei di andata e ritorno; fare transito da destinazioni turistiche come la Grecia se necessario; tagliarsi la barba; non indossare l'hijab ma «mettersi il trucco o dei tatuaggi se possono aiutare alla causa di raggiungere il Daesh»; preferire gli aeroporti di Ankara, Izmir e Antalya agli altri «perché i controlli sono più laschi».
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Per chi invece non si è ancora convinto a partire, c'è un altro manuale. Che non riguarda i soggetti quanto i loro “formatori”: un “Corso nell'arte del reclutamento” che era stato redatto nel 2010 da Al Qaeda ma che secondo l'analisi del New York Times corrisponde perfettamente alle azioni messe in campo dai miliziani dell'Is per convincere i giovani occidentali a raggiungerli, come dimostra la storia da loro raccolta di una 23ennne americana che era stata indottrinata. Il set di istruzioni è di allucinante praticità.

Consiglia di puntare a ragazzi o ragazze che sembrano isolati, soprattutto gli adolescenti, che sono più “plasmabili”. Consiglia di preferire i musulmani non religiosi a quelli già praticanti, perché così l'Islam loro trasmesso sarà quello integralista, e non altro. Consiglia di iniziare comportandosi da amici, mostrandosi pronti all'ascolto e a soddisfare bisogni, e solo man mano condurre alla necessità di intervenire a difesa della Umma (la comunità) dei musulmani contro l'Occidente.

Come? «Tenete la maggior parte dei vostri discorsi sulla Palestina», spiega il manuale: «Perché non c'è disaccordo fra i luminari e musulmani su questa, ed è una causa che sta a cuore alla nazione islamica». Poi man mano portarli a vedere “documentari sulla Jihad” «su al Jazeera» ad esempio e quindi portarli sui propri materiali di propaganda, convincendoli che potranno fare «una grande azione».