Sono i primi atti ufficiali dell’amministrazione Raggi però a certificare la scelta. Le prime ordinanze, del 23 e del 25 giugno, portano infatti la carica declinata al femminile. È la sindaca ad aver confermato, come prassi, gli incarichi dirigenziali, per «assicurare la continuità dell’attività amministrativa” e in attesa della riorganizzazione, ed è la sindaca ad aver affidato temporaneamente il comando dei vigili urbani a Diego Porta, dopo le dimissioni definite «di cortesia» di Raffaele Clemente, che era stato messo a capo dei vigili da Ignazio Marino ed è l’uomo che ha introdotto la rotazione dei vertici nei municipi e strumenti innovativi, non amatissimi, come lo street control, le “multe a strascico” fatte dalle telecamere poste sulle auto dei vigili.
E così sempre la sindaca sta facendo in queste ore le sue prime scelte, cominciando dalle nomine dello staff più stretto. Come anticipato, Davide Frongia è stato indicato come capo di gabinetto. Nel Movimento sono convinti che non ci sia alcuna incompatibilità rispetto al fatto che Frongia è anche consigliere comunale, rieletto per quello che sarà il suo secondo mandato.Raggi convoca presidenti municipalizzate al comitato elettorale? Altro che trasparenza. Che fine ha fatto lo streaming? #MiRaggi
— Stefano Esposito (@stefanoesposito) 28 giugno 2016
Sanno però che la scelta comporta almeno qualche inconveniente, tant’è che il più fidato collaboratore della sindaca avrà bisogno di un vice che possa firmare per lui gli atti di spesa e di nomina, cosa che la legge Severino impedisce agli eletti. La legge sarà aggirata, dunque, con una nomina che fa discutere persino più di quella dello stesso Frongia, che almeno rientra nella più classica esigenza di avere al proprio fianco persone politicamente fidate. Il vice di Frongia sarà infatti Raffaele Marra, ufficiale della Finanza da tempo prestato alla politica e all’amministrazione.
Marra però è noto come alemanniano, già entrato negli uffici del Comune quando sindaco era l’esponente di An, come dirigente al Patrimonio, per occuparsi di politiche abitative. Marra aveva già lavorato con Alemanno ai tempi del ministero dell’Ambiente, e poi era passato per la Rai di centrodestra con Mauro Masi, e poi ancora per la regione Lazio di Renata Polverini. È uno però che conosce la macchina amministrativa, questo è certo, e la sua nomina - che per Repubblica è stata raccomandata a Raggi dal giro dello studio Sammarco - è così giudicata come tecnica.
Ghiotta però è per il Pd, che non perde certo l’occasione: «Lascia stupefatti», dice ad esempio Alessia Morani, «vedere la nomina, con lauto stipendio, di un consigliere comunale a capo di gabinetto. Come lascia interdetti l'escamotage di ricorrere ad un ex fedelissimo di Alemanno per firmare quegli atti che Frongia non potrebbe sottoscrivere poiché vietato dalla Legge Severino».
La terza ordinanza firmata dalla sindaca conferma invece la data del primo consiglio comunale, che si terrà il 7 luglio. Sarà quella l’occasione per presentare la giunta - come fatto filtrare già nei giorni scorsi dallo staff (è Augusto Rubei, a proposito, il portavoce designato dalla sindaca, già ufficio stampa della campagna elettorale e giornalista esperto di esteri, collaboratore, tra le altre testate, di Limes). E lì pure, piano piano, si procede.Dal cerchio magico della Polverini al cerchio magico della #Raggi: archivio su Marra, quello che non aveva titoli https://t.co/o7ORxDOGlW
— Andrea Romano (@AndreaRomano9) 29 giugno 2016
Dopo i nomi dell’urbanista Paolo Berdini e le prime gaffe di Andrea Lo Cicero, altri due nomi sembra sianno stati trovati: delle politiche sociali dovrebbe occuparsi Laura Baldassarre, che arriva dall’Unicef e dal Garante nazionale dell’infanzia e dell’adolescenza; e del bilancio, soprattutto, dovrebbe occuparsi Daniela Morgante che dei numeri del Comune di Roma si è già presa cura con Ignazio Marino, il cui lavoro evidentemente non era tutto da buttare. Anche se bisogna dire che il magistrato della Corte dei Conti, Morgante, aveva lasciato la giunta Marino già nell’aprile 2014, proprio per incomprensioni con il sindaco.