Di Max Weber abbiamo amato libri che sono diventati di riferimento ?fra gli studiosi di economia come “L’etica protestante e lo spirito ?del capitalismo”. Pochi erano ?a conoscenza dei suoi interessi musicali, che vengono alla ribalta grazie alla pubblicazione per Il Saggiatore di “Sociologia della musica” (a cura di Candida Felici), opera incompiuta e uscita postuma, scritta principalmente fra il 1912 ?e il 1913, in Italia conosciuta molto parzialmente. Le sue analisi partono da una profonda conoscenza delle partiture che mette in atto armeggiando sapientemente la scala zarliniana, il sistema pentatonico, ?la polifonia e il contrappunto. ?Il fenomeno musicale attraverso ?la sua lente sociologica vi diviene ?la cellula che fa parte di un naturale organismo vivente, un ambiente mutevole che detta, sviluppandosi, nuove coordinate che lo studioso adotta per creare il suo sistema, dove imprescindibili rimangono ?i rapporti con le forme dell’arte ?e i prodromi kantiani dello spazio e del tempo. Il problema più rilevante che Weber pone al centro della sua riflessione è quello di studiare ?la specifica forma che il concetto ?di razionalità assume all’interno ?della cultura occidentale.
È possibile rintracciarlo in alcune macroaree: nell’analisi degli intervalli e dei sistemi scalari, nella parte che tratta della musica a più voci, in quella sulla notazione musicale, a proposito dei diversi tipi di temperamento ?e infine nella sezione sugli strumenti musicali. L’autore si avvicina allo studio della musica nell’ambito della sua riflessione complessiva, a detta dei suoi esegeti perseguendo il disegno finale, purtroppo incompiuto, di fondare una sociologia che racchiuda nel suo concetto tutte ?le arti. E passando in rassegna gli elementi essenziali della musica europea moderna, mette in risalto le differenze strutturali che distinguono quella occidentale, fondata sull’armonia degli accordi, da quella extraeuropea. L’antica Grecia con ?il suo sistema basato sul tetracordo assurge perciò a origine dei riferimenti storici specifici, fin quasi ?a Schönberg.
Buuh!Ha fatto molto discutere la regia di Barrie Kosky de “I Maestri cantori di Norimberga” all’ultimo festival di Bayreuth, che gli internettisti possono visualizzare su YouTube e che ?a breve sarà pubblicata in Dvd. Nella messa in scena Hans Sachs veste i panni di Wagner, Eva quelli di Cosima Liszt, Pogner di Franz Liszt e Beckmesser dell’ebreo Hermann Levi. Il terzo atto ?si svolge addirittura nell’aula del processo di Norimberga, fedelmente ricostruita. Viene da pensare che a ridicolizzare senza limiti la storia vi si perda il contatto con la realtà
Bravo!Sarà l’Asia la destinazione della prima tournée estera ?di Riccardo Chailly in veste ?di direttore musicale dell’Orchestra del festival ?di Lucerna, ensemble che ha “ereditato” da Claudio Abbado, tra il 6 e il 15 ottobre. L’orchestra si esibirà a Tokyo, dove già suonò nel 2006 proprio con Abbado, ?a Kawasaki, a Kyoto e poi a Seul e a Pechino. Nel primo concerto alla Suntory hall ?di Tokyo, due capolavori ?di Beethoven, l’ouverture “Egmont” e l’Ottava sinfonia, ?e “La Sagra della Primavera” di Stravinskij