Nessuno sa se, quando e quanto è osservato online. Quindi si comporta come se lo fosse sempre. Come nel celebre modello di prigione
In un romanzo di Gary Shteyngart del 2010, “Super Sad True Love Story”, le persone indossano un “äppärät”, cioè un distintivo che registra, analizza e valuta tutto ciò che la persona vive e ha vissuto. Tipo: “Lenny Abramov. Incidenza media su un arco di cinque anni: $ 289.420 yuan-ancorato. Pressione sanguigna attuale: 70/120. Sangue di tipo O.
Età 39 anni, durata della vita stimata 83. Colesterolo alto, depressione. Eterosessuale, non atletico, no automobili, non religioso. Ultimi acquisti: artefatto multimediale rilegato, stampato, non in streaming”. Tutte queste informazioni su ciascuno di noi sono già note. Siamo sotto sorveglianza e confessione involontaria permanente. Pero da noi non è (ancora) ufficiale. In Cina, con il Sistema di Credito Sociale, sì. Entro il 2020, l’amministrazione pubblica cinese intende valutare tutti ?i suoi cittadini sulla base di un sistema di classificazione valutative basata su Big Data, Intelligenza artificiale e Data Analytics, con premi e multe. Il processo è stato avviato all’incirca quando il libro di Shteyngart è stato pubblicato.
La sorveglianza totale e questi “crediti sociali” portano alla ribalta un mito greco antico, quello di Argus Panoptes, il guardiano protettore e spia di Giunone con i suoi cento occhi sempre attivi e svegli. E rimanda alla tematica del “Panopticon” invenzione di Jeremy Bentham, che dava una portata onnivedente al centro del suo piano di prigione concentrica. Bentham era pienamente consapevole ?del fatto che sarebbe stato impossibile per un singolo guardiano, anche in questa posizione privilegiata, esaminare tutti i prigionieri con un solo sguardo. Bentham descrisse il Panopticon come «un nuovo modo di ottenere il potere della mente sulla mente, in una quantità finora senza esempi».
Ma il significato più profondo del Panopticon (e quello dei crediti sociali) è che il guardiano benché solo non ha più bisogno di vedere tutti i prigionieri contemporaneamente perché quelli - non sapendo se sono osservati o meno - sono comunque obbligati a regolare il loro comportamento come se fossero guardati. Lo storico della cultura americano Siva Vaidhyanathan ha ribattezzato “nonopticon” l’effetto della sorveglianza sulla rete perché nessuno sa mai se uno è osservato o meno, da chi, quando e per cosa.
I termini di sorveglianza sono sempre sconosciuti. La prossima tappa potrebbe essere mettere strategicamente una parte di queste informazioni a disposizione di chiunque attraverso qualche app, come un gioco on line di grande popolarità. Questo consente tra l’altro di ridurre considerevolmente le spese necessarie in manodopera ?e infrastrutture per tenere sotto controllo l’intera popolazione.
La Cina ha capito bene la Rete e sa molto bene dove ?la rete ci porta. Ci hanno ricostruito la Grande Muraglia (quella elettronica di controllo e censura) e gestiscono tutta la società connessa sostenendo un’industrializzazione, fabbricazione e commercializzazione accelerate di telefonia portatile, di sensori e di videocamere, e più velocemente degli Stati-Uniti, d’Intelligenza Artificiale. Così il governo cinese prende il controllo (per non dire il possesso) non solo dei cinesi ma, per esempio, di tutti gli utenti di Huawei. Tra questi ultimi, ci sono anch’io. Però, stranamente, come per tanti altri, la cosa non mi disturba. Come la maggior parte delle persone, do semplicemente per scontato che sono sottoposto a una valutazione completa e permanente.