Commissari ubiqui, preveggenza, risultati anticipati sui social, software impazziti. E parlamentari candidati. Il concorso per i nuovi dirigenti scolastici è sommerso da ricorsi. E c’è il rischio di dover ripartire da zero

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Da concorso per dirigenti scolastici è divenuto un plico da presentare direttamente in procura. Una serie di presunte irregolarità che rischiano di invalidare le prove scritte e costringere il Ministero dell’Istruzione a far ripetere la prova a oltre novemila aspiranti manager destinati a dirigere gli istituti scolastici del Paese. Una lunghissima lista con tanto di foto, verbali e denunce. Ed eccolo il rosario sgranato delle anomalie: membri di Commissione con il dono dell’ubiquità, senatori che partecipano e fanno ricorso contro il Ministero, software che impazziscono all’improvviso durante la prova scritta, cataclismi naturali che lasciano a casa un’intera regione, la Sardegna. E ancora: annunci profetici sui social network con il numero preciso degli ammessi alla prova orale prima che i risultati siano stati resi pubblici dal ministero dell’Istruzione, liste di nominativi che appaiono e scompaiono per poi essere nuovamente consultabili nel portale del Miur. Fughe di notizie.

È il 17 ottobre scorso, le porte delle aule si aprono. Durata dell’esame 150 minuti con il divieto di parlare e usare dispositivi elettronici. Regole rigidissime, insomma, e celerità nella correzione delle prove scritte, questo era stato il mantra di viale Trastevere, recitato con rigore dal suo capo: il ministro Marco Bussetti. Il tutto si è tramutato in una slavina di ricorsi al Tar che rischia di sotterrare il corso-concorso per dirigenti scolastici (questa la dicitura corretta) e il sogno del ministro di farne un cavallo di battaglia.

E da puledro vincente si è trasformato in cavallo di Troia. Dei 9.376 concorsisti e aspiranti presidi con 2.910 posti a disposizione, sono 3.795 quelli che hanno superato la prova scritta e ora si apprestano a preparare l’orale. Gli altri sono alle prese con sentenze del Consiglio di Stato, avvocati e accuse che fioccano nel forum del www.mininterno.net appositamente dedicato agli insegnanti. Si va dal «è tutto da rifare» all’«entrano sempre i soliti noti» fino a un più perentorio «la verità è che non bisognava studiare, ma trovarsi una buona raccomandazione».

L’indignazione aumenta, mentre gli indizi che qualcosa sia andato come non doveva andare, diventano un sostanzioso plico che potrebbe invalidare il corso-concorso e riportare gli oltre novemila al punto di partenza come in un gioco dell’oca. Enigmi come quello di alcuni componenti delle sottocommissioni preposte alla correzione delle prove presenti contemporaneamente in due posti differenti.

Il sindaco di Alvignano Angelo Francesco Marcucci, mentre correggeva gli scritti, presiedeva alla stesso orario anche la seduta della giunta comunale, dovendo in teoria essere presente in due luoghi distanti 40 minuti d’auto.
L’ispettore del Lavoro di Napoli, Giuseppe Cantisano, veniva immortalato con il sindaco Luigi De Magistris durante un incontro sulla sicurezza, nonostante dai verbali della sottocommissione n. 6 figurasse presente durante le valutazioni. Stesso dono dell’ubiquità per Paola Quaresima: presente nello stesso momento sia alle correzioni delle prove che a una riunione del Consiglio d’Istituto del liceo Cavour di Roma. Non da meno la professoressa dell’università “Aldo Moro” di Bari, Maria Angela Volpicella che, stando alle firme dei verbali di facoltà e sottocommissione, con una mano teneva i libretti degli studenti e con l’altra metteva i voti ai futuri manager.

Dalla facoltà di essere fisicamente in più luoghi si passa ai poteri di preveggenza. E sulla regolare correzione delle prove si assiepano dubbi. La notte dell’8 maggio i candidati hanno ricevuto per posta elettronica le prove in formato Pdf. Il foglio con il nome e il voto finale di alcuni candidati porta una data antecedente alla correzione della prova. Scoprirlo è stato semplice, merito dei miracoli tecnologici che permettono di risalire alla creazione di un file. Ciò significherebbe che alcune sottocommissioni sono state in grado di dare una valutazione senza neanche leggere le risposte date ai quesiti. C’è chi invece sembra aver fatto errori di valutazione. Come la sottocommissione 29 che il 18 aprile, dopo venti giorni dalla pubblicazione degli ammessi agli orali, rettifica i voti di tre concorsisti, depennandoli dalla lista dei promossi. È la commissione 30 a pareggiare i conti, aggiungendone altri inizialmente bocciati per “errori materiali” come si legge nella nota diffusa dal Miur.

Ma al corso-concorso sono in molti ad avere poteri paranormali. Particolarmente diffusa la capacità di prevedere il futuro, come nel caso di News Freschissime. Si presenta come un uomo, campano, sindacalista e matematico. Nessuno sa chi sia, ma viene seguito da tutti gli oltre novemila. Sul sito www.mininterno.net nel forum dedicato al “Concorso DIRIGENTI SCOLASTICI” pubblica lo stato di avanzamento delle correzioni delle prove scritte. Il 7 marzo, venti giorni prima che la lista degli ammessi venga pubblicata ufficialmente dal Ministero dell’Istruzione, News Freschissime scrive: «Totale corretti 8.967/95.6 %; totale ammessi 3.488/38.89 %; rimangono da correggere 500 prove».
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Il 27 marzo si scoprirà che il nickname aveva ragione. Fuga di notizia che continua nei giorni successivi. Alcuni con il fiato sospeso, altri informati da qualche membro di sottocommissioni. Lucio Ficara prima pubblica «Concorso a DS, spunta un dato: 5.367 bocciati alla prova scritta». Non appena la lista degli ammessi all’orale spunta on line, digita trionfante: «Mie fonti non tradiscono mai. Esito concorso DS conferma ufficialmente il dato che avevo rivelato su Facebook». Il post è stato cancellato, ma L’Espresso ne possiede lo screenshot.
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In Umbria alcuni scoprono il voto grazie alle soffiate, la pratica è così disinvolta che un giornale locale pubblica i voti migliori, nonostante il Miur debba ancora inviare la mail ai partecipanti con gli esiti finali. E c’è chi ammette: «Io ho la fortuna di avere un dirigente scolastico all’ultimo anno prima della pensione, ti darebbe anche la moglie se gliela chiedessi».

A partecipare al concorso c’è anche Lucia Azzolina, deputata del Movimento 5 Stelle e componente della Commissione Istruzione della Camera. Nessun conflitto d’interessi, ma tra i novemila piovono lamentele che denunciano l’inopportunità per un parlamentare della commissione Istruzione di prendere parte a una selezione pubblica per dirigenti scolastici. Post chilometrici, frasi lapidarie, in un marasma di oltre migliaia di messaggi. C’è chi immagina il volto dei commissari vedendola arrivare all’esame orale e chi ricorda il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che decise di accantonare il sogno di divenire professore universitario per elegante opportunità politica. Ma l’Azzolina ha deciso di proseguire nella strada, evitando di pubblicizzare la sua vita da cittadina privata, rispondendo alle accuse: «È giusto che un deputato della Repubblica italiana pensi anche all’accrescimento della propria carriera, soprattutto in un partito dove c’è il vincolo dei due mandati».

Intervista
La deputata M5S in commissione Istruzione: "Anch'io ho fatto il concorso presidi"
31/5/2019
Lo scorso 27 giugno, sempre Azzolina, scrive su Facebook: «In bocca al lupo a tutti coloro che vorranno diventare dirigenti scolastici. Pubblicati i quesiti per le prove pre-selettive». Un in bocca al lupo per sé e per la sua collega di partito, Gelsomina Vono, la senatrice che ha deciso di fare ricorso al Tar per essere ammessa alle prove scritte a causa dello scarso punteggio ottenuto alle pre-selettive e ribattezzata per questo dalla rete la sessantina. Il tribunale amministrativo ha accolto la richiesta della pentastellata con sentenza leggibile on line fino a poco tempo fa, poi misteriosamente sostituite da un link error.

Soffiate, partecipanti illustri e un software, quello prodotto da Cineca, azienda partecipata dal ministero di Viale Trastevere, che ha dato segni di follia durante la prova scritta. Bocciato con una sentenza del Tar già nel 2016, abolito nei test di medicina perché considerato inattendibile e nonostante questo utilizzato dal Miur per la selezione dei dirigenti scolastici. Fogli cancellati a metà, colpa di un “conferma e procedi” che non ha funzionato. In molti hanno fatto verbalizzare l’accaduto, altri hanno protestato con i tecnici dell’aula nel momento in cui hanno dovuto consegnare la prova praticamente in bianco. C’è poi chi ha deciso di immortalare lo stato delle aule, scordandosi della regole base di un concorso pubblico: non utilizzare dispositivi elettronici.
Le prove sono state comunque considerate valide, ma c’è chi all’esame non è proprio arrivato il giorno prestabilito. È il caso della Sardegna, rimasta bloccata a causa del maltempo. L’impronta d’Italia è stata richiamata all’appello il 13 dicembre. Esattamente due mesi dopo. Il Miur ha deciso che il concorso non era da invalidare nonostante la legge preveda che «qualora, per cause di forza maggiore sopravvenute, non sia possibile l’espletamento della prova scritta nella giornata programmata, ne viene stabilito il rinvio con comunicazione, anche in forma orale, ai candidati presenti». Questo per garantire l’unicità della prova e che non ci siano «disparità di trattamento». Il risultato è che la Sardegna è la regione con il più alto numero di promossi: 60 per cento.

Eppure l’Italia necessita di nuovi dirigenti scolastici qualificati. Lo dicono i numeri: sono 6.300 quelli in servizio con 400 pronti ad andare in pensione, a fronte di una richiesta di 8000 manager per 8.500 scuole. Lo dice anche il presidente di Anp Antonello Giannelli, che di fronte al concorso “da rifare” chiama a gran voce la “prudenza”. «Abbiamo molti problemi», esordisce, «ma il primo sono gli edifici scolastici». Poi specifica: «In Italia c’è un crollo ogni quattro giorni».

Controsoffitti da rifare, l’intonaco che si stacca cadendo sulle teste degli studenti: «I presidi in teoria dovrebbero passare classe per classe con un bastone per controllare la situazione, se succede qualcosa e noi non abbiamo avvertito, possono riternerci responsabili». Da tecnici a segretari: «Negli ultimi anni», spiega Giannelli, «abbiamo assistito a una riduzione delle segreterie, all’appello ne mancano duemila, con il risultato che siamo costretti ad assumere bidelli per espletare questo genere di servizi. Alcuni di loro si trovano a dover effettuare le ricostruzioni di carriera per mandare i docenti in pensione. Il risultato è che i dirigenti scolastici preferiscono fare w soli e per seguire le segreterie trascurano altre incombenze».

Una scuola poco competitiva con il resto dell’Unione europa e sempre più lontana da Agenda 2030, il piano approvato dalle Nazione Unite per lo sviluppo sostenibile. Giovani italiani demotivati con picchi di eccellenza nel Nord Est, acensore sociale inesistente, netto ritardo rispetto agli altri Paesi europei persino nelle competenze digitali. È questa la scuola italiana. Copia perfetta di un corso-concorso che doveva avere regole rigidissime e celerità nella correzione delle prove.