Elezioni Emilia-Romagna: la regione resta rossa. Bonaccini batte Borgonzoni di 7 punti
Affluenza da record, oltre 30 punti superiore a quella della scorsa tornata. Il governatore uscente del Pd viene riconfermato. Sconfitta la candidata di Matteo Salvini
L'Emilia-Romagna resta rossa. Il governatore uscente del centrosinistra, Stefano Bonaccini, esce vincitore dalle urne e batte con un vantaggio importante la candidata del centrodestra, la leghista Lucia Borgonzoni: 51,4 contro 43,6. II voto segna una significativa sconfitta per la Lega di Matteo Salvini che si era speso in prima persona in questa campagna elettorale per "nazionalizzare" il risultato del voto e provare così a indebolire il governo Conte 2 retto da Pd e 5 Stelle. L'azione di Salvini, e quella del movimento delle Sardine che al leghista e al suo messaggio elettorale si sono opposte, ha avuto un effetto rilevante sull'affluenza, tornata sui livelli del 2010, a 67,7 punti, più trenta punti percentuali rispetto alle regionali del 2014.
Il Partito democratico e il suo segretario Nicola Zingaretti possono tirare un sospiro di sollievo e vedono rafforzate e proprie posizioni, anche all'interno della coalizione di governo. Il Pd si conferma primo partito in regione con oltre 34 punti e può appuntarsi anche la vittoria in un comune simbolico come quello di Bibbiano. Non altrettanto può dire il Movimento 5 Stelle che in Emilia dal V-day di Bologna è nato e che in Emilia ha ottenuto i primi eletti nelle istituzioni. I grillini devono accontentarsi del 3,5 per cento dei voti per il proprio candidato e del 4,7 per cento come lista, in netto calo rispetto a quanto fatto in passato.
Il voto Erano sette i candidati alla presidenza della Regione Emilia-Romagna in queste regionali del 2020, ma la sfida vera si riduceva a due nomi: Stefano Bonaccini, presidente uscente ed esponente della coalizione di centrosinistra, contro Lucia Borgonzoni, leghista sostenuta dal centrodestra.
[[ge:rep-locali:espresso:285339753]]La storica "regione rossa", dal 1970 sempre governata dal Partito Comunista italiano e dai suoi eredi (Ulivo, Ds, Pd), per la prima volta è sembrata conquistabile dalla coalizione di centrodestra, come hanno indicato i sondaggi pubblicati fino alle scorse settimane e che segnalavano un distacco minimo tra le coalizioni. Un'eventuale vittoria del centrodestra, oltre ad avere un notevole valore simbolico, avrebbe potuto portare a conseguenze sulla tenuta del governo nazionale.
Su questo scommetteva il leader della Lega Matteo Salvini, protagonista della campagna elettorale molto più esposto dela "sua" candidata Borgonzoni. Sul fronte della maggioranza invece, centrosinistra e Movimento 5 Stelle hanno deciso di presentare candidature diverse dopo il fallimento dell'esperimento dell'Umbria in cui hano sostenuto lo stesso esponente, sconfitto però alle urne.
[[ge:rep-locali:espresso:285339750]]I 5 Stelle in particolare, dopo un voto sulla piattaforma Rousseau, hanno presentato il loro candidato Simone Benini. Difficile però che possano arrivare o migliorare il risultato registrato nelle regionali del 2014, quando Giulia Gibertoni conquistò oltre il 13 percento dei consensi.
Affluenza Le consultazioni del 2014, vinte con ampio margine da Stefano Bonaccini, registrarono un'affluenza molto bassa, appena il 37,3 per cento (in calo di oltre 30 punti). In sensibile aumento l'affluenza nel 2020, arrivata al 67,7 per cento.
Exit poll e proiezioni
Gli exit poll hanno subito visto il vantaggio di Bonaccini e della coalizione di centrosinistra. Gli exit poll della Rai con una copertura del 100 per cento indicavano Stefano Bonaccini avanti con una forbice tra i 48 e i 52 punti percentuali contro i 43-47 di Borgonzoni. Male i 5 Stelle limitati a una forbice tra i 2 e i 5 punti. Il primo exit poll della Rai aveva dato risultati simili con Bonaccini avanti 47-51 contro i 44-48 di Borgonzoni.
Ancora più netti i risultati delle proiezioni di Swg per La7 che, con una copertura dell'8 per cento, hanno il vantaggio di Stefano Bonaccini, assai più ampio rispetto alle previsioni e agli exit poll. Il governatore uscente avrebbe un consenso di 51,8 punti percentuali contro i 41,5 punti di Lucia Borgonzoni. Più cauti i dati delle proiezioni Rai sull'11 cento del campione. Qui Bonaccini è in vantaggio 48,6 contro i 45,5 di Borgonzoni.