Dopo la pestilenza dovremo passare alla riunificazione di ciò che è stato disunito nella nostra società. Per rispondere insieme ai bisogni comuni

Aboubakar Soumahoro
“Non esiste peggiore povertà materiale di quella che non permette di guadagnarsi il pane e priva della dignità del lavoro. La disoccupazione giovanile e la mancanza di diritti lavorativi non sono inevitabili: sono il risultato di una previa opzione sociale, di un sistema economico e di una cultura dello scarto che considera l’essere umano di per sé come un bene di consumo, che si può usare e poi buttare», sostiene Papa Francesco.

La pandemia del Covid sta dilatando il solco delle disuguaglianze strutturali trasformandolo in una voragine che rischia di inghiottire masse di persone che vivono oramai in condizioni di deprivazione materiale. La pandemia ha violentemente svelato quegli squilibri sociali irrisolti che erano da anni rilegati ai margini anche del dibattito pubblico. Le conseguenze di questa pestilenza non potranno essere superate con ricette disarticolate prive di una chiara visone di società in grado di leggere, in modo olistico, la complessità della vita. Gli strascichi della pandemia dovranno essere domati da una Politica Alta e Altra capace di calarsi nella realtà al fine di prevenire una profonda lacerazione della nostra comunità. Una Politique Politicienne - che tende a recitare istrionescamente un’opera teatrale, svincolata dalla realtà, sul palcoscenico della sovrastruttura per interessi egoistici - rischia di essere un ostacolo al post confinamento del Day After. Le masse di persone impoverite non acconsentiranno più di essere costrette ad assistere, da spettatori impotenti, a monologhi chiassosi e astrusi.
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Le disperazioni delle masse non potranno essere contenute da una Politique Politicienne che si esibisce su un palcoscenico dove il sipario non cala mai. Nel post confinamento del Day After, il benessere delle masse non potrà più essere un bel proposito narrato ma dovrà essere una solida realtà tangibile. Il paese abbisognerà di una Politica Alta e Altra capace di fare il bene delle persone assieme alle persone, capace di stare con le persone essendo toccata dalle loro condizioni, capace di essere toccata dalle loro condizioni per immedesimarsi nei loro dolori, capace di immedesimarsi nei loro dolori sentendo l’incoercibile esigenza di lottare per loro, sfuggendo alla tentazione di cedere all’arroganza di un Io teso a prendere, ma concedendosi alla generosità del Noi proteso a dare.

Mentre i protagonisti di questa “Politique Politicienne” prediligevano in passato la soggettività al discapito dell’oggettività (separando così il soggetto dal oggetto di cui è portatore), il Day After richiederà la piena assunzione dell’oggetto, che rappresenta le sofferenze e i bisogni collettivi di cui è espressione il soggetto prediletto. A questo riguardo, per rispondere (ad esempio) alla questione di genere la Politique Politicienne tendeva a cooptare una donna, per trattare la tematica della discriminazione si limitava ad aggregare un migrante e per affrontare la questione della classe operaia nelle sue varie articolazioni si atteneva a coinvolgere un operaio. In tutto ciò, l’oggettività rimaneva irrisolta e celata dietro discorsi superficiali.

Durante il Day After la “Politique Politicienne” non potrà più aggrovigliarsi in opere autoreferenziali. E le masse popolari, dal canto loro, non potranno più navigare nelle acque tumultuose della vita come navi solitarie. Dovranno navigare insieme, in comunanza dei bisogni anche se provengono da realtà diverse. Queste solitudini parallele dovranno convergere in una comunità articolata e unità.

Il Day After ci dovrà spronare a pensare a una prospettiva alternativa a questo mondo che dovrà, necessariamente, passare attraverso l’articolazione di ciò che è stato disarticolato e l’unificazione di ciò che è stato disunito, al fine di costruire una comunità di soggettività diverse ma unite da bisogni comuni. Tutto ciò, non può tuttavia prescindere dal prevedere la necessità di ripristinare un lucido rapporto dialettico tra la struttura e la sovrastruttura che possa tenere assieme la visione con l’azione e la teoria con la prassi attraverso scelte che siano un’anticipazione della realtà. Il Day After, ci dovrà spingere ad immaginare un modello economico diverso in grado di rivedere il nostro rapporto con l’altro e con la natura. Sarebbe opportuno cominciare a pensare già da ora al Day After, per prevenire le conseguenze sociali del Covid, la pestilenza silente che ha colpito improvvisamente la nostra comunità.