Concorso docenti, il grande business dei crediti: migliaia di euro alle università private
In palio ci sono decine di migliaia di posti da professore, ma per partecipare occorrono punti e certificazioni ottenibili pagando pacchetti già pronti agli atenei telematici. Che stanno facendo affari record
Davide si è laureato nel 2009. Biologia alla Statale di Milano. Ha preso un master in cooperazione internazionale ed è partito con un progetto all’estero. Quando è tornato in Lombardia, a febbraio, ha saputo, insieme a migliaia di altri laureati precari, che la ministra Lucia Azzolina stava per indire un maxi-concorso pubblico per l’arruolamento di nuovi professori alle scuole medie e superiori. La sua categoria, scienze, è una delle più richieste, insieme a italiano e geografia per le medie, matematica, e soprattutto, sostegno.
Così si è attivato. Per iscriversi al concorso doveva ottenere, secondo una legge del 2017 firmata dall’ex ministra all’Istruzione Valeria Fedeli, 24 crediti in ambiti specifici: pedagogia, psicologia, antropologia, metodologie didattiche. Lo spirito della legge era chiaro: garantire che i futuri docenti abbiano una preparazione di base sui nuovi approcci all’insegnamento.
Il risultato però, più che una grande opera di aggiornamento professionale, sembra esser diventato un sukh di offerte a 500 euro a pacchetto, 790 tutto-incluso compreso un master che fa salire un po’ in graduatoria, pronta-consegna di esempi da cui imparare, esami ritagliati dai corsi di laurea per avere nel modo più diretto possibile tutte le condizioni previste all’abilitazione. Gli atenei privati, soprattutto telematici, si sono mossi per primi, nell’offrire le certificazioni necessarie ad iscriversi alla prova nazionale per vie efficaci e soprattutto flessibili.
Gli esami sono diventati presto, così, cartelle di quiz a risposta multipla da preparare a casa e poi sostenere a distanza davanti a una telecamera. Monografico di Psicologia modello patente. Il tutto per cifre che partono da una base d’asta di 50 euro a “credito”, il valore base dei meccanismi dell’università per stabilire la consistenza (in termini di studio, solitamente) di ogni esame.
«Ho cercato informazioni e risorse negli atenei pubblici all’inizio», racconta Davide: «La possibilità c’è, ma non con i tempi necessari a chi come me vuole partecipare al concorso 2020 e si è mosso dopo l’annuncio di febbraio: gli appelli delle università statali, che chiedono, penso giustamente, la partecipazione seppur in remoto a molte ore di studio, mi avrebbero fatto andare oltre la data del bando ministeriale». Allora ha cercato risposte fra gli atenei privati, dove invece i tempi tecnici sembrano esserci, eccome.
In pochi minuti è stato travolto da una valanga di offerte, annunci, pacchetti di test a crocette e Iban per i versamenti dentro cui sono entrati in questi mesi migliaia di aspiranti professori. Basta cercare una volta informazioni a riguardo online per venire inseguiti dai cookies di messaggi sponsorizzati per i crediti a click. «Quand’ho chiamato l’ateneo telematico che avevo scelto i servizi di segreteria sono stati subito disponibili», conclude Davide: «Mi sono iscritto a fine maggio e continuavo a chiedere: ma ce la faccio con i tempi? Siete sicuri? E loro: ma sì non ti preoccupare! Figurati! Poi ho capito perché».
Perché i 24 crediti che dovrebbero servire a garantire competenze pedagogiche ai futuri professori italiani sono diventati moneta che corre: beni da garantire con sempre nuovi appelli, nuove risorse, così da rispondere al bisogno dei “clienti” creati dalla legge del 2017, ovvero i laureati magistrali che devono completare in fretta il curriculum per accedere alle prove statali. Le aspettative, e le attese, sono ai massimi. I due concorsi previsti per dopo l’estate sono la riapertura di un accesso diretto all’insegnamento che era chiuso da tempo. Le procedure saranno due, distinte: un bando straordinario da 32mila posti per chi ha già tre anni di servizio dietro la cattedra; e un bando “ordinario” da 25mila posti aperto anche a chi non ha mai insegnato prima, purché in possesso di una laurea magistrale con le competenze previste per le diverse materie, e i famosi 24 crediti nelle discipline sociali, psicologiche e pedagogiche.
Il concorso è pianificato a livello nazionale ma organizzato su base regionale, per far fronte ai buchi in organico che le scuole secondarie hanno presentato agli uffici scolastici. Ci si può iscrivere fino al 31 luglio, presentando domanda per accedere alle prove di pre-selezione che sbarreranno in parte l’ingresso al concorso vero e proprio. A Roma gli uffici si aspettano di essere sommersi di richieste. In molti ricordano, per dare delle proporzioni, il bando per “direttori dei servizi generali e amministrativi” nelle scuole indetto l’anno scorso: duemila posti. E 100mila partecipanti. Le iscrizioni saranno, insomma, centinaia di migliaia. Anche perché l’anno scorso il paese era sì in pre-stagnazione economica. Ma non c’era ancora stata la doppia crisi causata dal Covid.
«Che ti devo dire? È ovvio che ho provo. Ho 45 anni, un’abilitazione in psicologia con laurea vecchio ordinamento, due meravigliose bambine e una carriera come responsabile delle relazioni pubbliche. Di eventi. Che il Covid ha spazzato via. Che faccio? Ci provo». Patrizia ha saputo del concorso dai social. «In tanti, mie colleghe come ingegneri disoccupati, hanno iniziato a scambiarsi informazioni», racconta: «Ci aiutiamo a vicenda per raccapezzarci fra le normative e i pagamenti». Patrizia di soldi ne ha dovuti versare parecchi. Il suo percorso di studi le garantiva già i famosi 24 crediti, ma le mancavano dei punti invece su altre materie. Ha dovuto così investire per dare degli esami singoli. Ha scelto Pegaso, una delle principali università telematiche d’Italia. Per tre materie ha speso circa mille euro, più 120 di iscrizione all’ateneo, 150 euro per prenotare un posto nella sede (virtuale, vista la pandemia) d’appello, e altri 50 euro per il certificato di conseguimento degli esami, da inviare al ministero con la domanda. In tutto quasi 1500 euro. Le cifre corrispondono a quelle indicate sul sito ufficiale dell’università, dove per gli esami singoli, si spiega, ogni credito vale 50 euro.
«Sono stati assolutamente efficienti, non c’è che dire», ricorda Patrizia rispetto alle procedure. La prima università telematica è arrivata in Italia nel 2004. Da subito il settore si è esteso e oggi ne esistono 11. Le più note sono Pegaso e E-Campus. L’anno scorso il fondo d’investimento CVC Capital Partners ha rilevato il 50 per cento della holding di Pegaso, Multiversity, presieduta da Danilo Iervolino. Multiversity nel 2018 registrava 5,3 milioni di fatturato, royalties versate da UniPegaso e da “Certipass”, un ente di certificazione delle competenze digitali (molto richieste da aziende e amministrazioni pubbliche), che è un’altra partecipata della società. Multiversity controlla la Università Telematica Pegaso S.p.a, che a sua volta ha come «unica fonte di proventi», spiega il bilancio, l’Ateneo vero e proprio. La S.p.a ha con l’ente formativo un contratto di «promozione e sostenimento» che le ha portato introiti finanziari pari a 56,5 milioni di euro nel 2018.
UniPegaso non ha voluto rispondere alle domande dell’Espresso sulle sue offerte relative ai 24 crediti. Le proposte per gli aspiranti docenti sono comunque rinvenibili sul sito: il pacchetto costa 500 euro. Si trova online anche la notizia della convenzione attivata dall’ateneo con “Eurosofia” e con il sindacato degli insegnanti Anief proprio per acquisire i crediti necessari all’abilitazione «senza stress, studiando attraverso una piattaforma e-learning, intuitiva, di semplice fruizione e avendo a disposizione i materiali didattici 24 ore su 24». L’altra principale università telematica italiana, E-Campus, fondata a Novedrate, in provincia di Como, guidata oggi da Enzo Siviero e dall’ex direttore generale della Rai Lorenza Lei, ha risposto invece alle domande dell’Espresso.
Ha confermato che negli ultimi mesi l’ateneo digitale ha visto un aumento vorticoso delle richieste per i pacchetti a tema didattico-sociale in vista dell’abilitazione. Nell’ultimo anno, spiegano, hanno avuto 45mila iscritti solo per i 24 crediti, proposti anche da loro a 500 euro per quattro esami. «Visto il grande incremento di iscritti», raccontano: «abbiamo dovuto inserire numerosi appelli straordinari rispetto agli ordinari, inizialmente previsti e legati alle edizioni di lezioni presenziali». In media, scrivono, gli studenti terminano il percorso in tre mesi. A E-Campus sono convenzionati, concludono, 130 enti. Uno di questi è il titolare del sito web “Formadocenti” o “Eiform”, molto attivo in rete, dove si trovano due indirizzi fisici di riferimento: uno a Roma e uno a Milano. Entrambi corrispondono a business center che fra le altre cose offrono servizi di domiciliazione legale. Il codice fiscale invece rimanda all’associazione “Culturalmente” di Siderno, Reggio Calabria. Alla mail con le domande per questo articolo “Formadocenti” ha risposto con un form preimpostato di informazioni su come ottenere i 24 crediti, dove spiegano per esempio, le modalità d’esame - quello telematico avviene con 5 domande a risposta multipla, selezionate dal «set domande che si studia sulla piattaforma» - e dove ricordano che «gli esami per ogni materia possono essere svolti in unico giorno». L’ultima sessione è il 28 luglio. Nemmeno tre giorni prima della chiusura delle iscrizioni per il concorso docenti. Bisogna correre. Chiara scrive su Facebook: «Ciao! Oggi anch’io ho effettuato l’orale per i 24 cfu. Professore gentilissimo e puntuale, mi ha chiesto soltanto di approfondire una sola domanda dello scritto, in quanto avevo risposto a tutte le domande bene e poi mi ha confermato i voti. Il tutto terminato in 2 minuti. Tutto molto tranquillo!». Chiara ha sostenuto i crediti per l’abilitazione attraverso “Mnemosine”, un’agenzia convenzionata invece all’università per stranieri Dante Alighieri di Reggio Calabria. Mnemosine spiega che gli esami, orali, avvengono su “Google Meet”, e che ogni credito corrisponde a sei ore di lezione.
Le offerte sono tante, insomma. Districarsi sembra difficile. Ma si può sempre usare il “comparatore di crediti” (esiste veramente) all’indirizzo web 24-cfu.it. È gestito dalla Dribe Srl, sede a San Marino, una specializzazione nella formazione docenti. Che a quanto pare è diventata un business redditizio.