Il trafficante albanese ha riempito la piazza della Capitale di droghe pesanti e leggere e armi usando la rete che aveva a capo Piscitelli-Diabolik

Dopo due anni Dorian Petoku è stato finalmente consegnato alle Autorità italiane da quelle albanesi. Petoku non è un semplice trafficante di droga, è un re del narcotraffico europeo ed è una delle figure di maggior spicco della mafia albanese, che ha inondato Roma di cocaina e marijuana e armi.

 

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Prima di essere arrestato a Tirana per un’indagine condotta dal Gico di Roma, guidato da Marco Sorrentino, Petoku riforniva le più floride piazze di spaccio della Capitale, attraverso una rete criminale che faceva capo a Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik, a Fabrizio Fabietti e a Salvatore Casamonica. Con quest’ultimo e con Diabolik - ucciso poi da un albanese il 7 agosto del 2019 - in un ristorante di Grottaferrata organizzavano l’importazione di sette tonnellate di cocaina purissima dalla Colombia. Un quantitativo tale, destinato al mercato romano e napoletano, che avrebbe – se l’operazione non fosse saltata per la presenza a quel tavolo di un infiltrato della Guardia di Finanza - cambiato gli equilibri criminali nel centro-sud del nostro paese.

 

Inchiesta
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Per anni luogotenente di Arben Zogu, un altro importante narcotrafficante albanese, Dorian Petoku, ultrà della Lazio, si era fatto strada nella criminalità romana prima nella cosiddetta "batteria di Ponte Milvio”, poi dando vita a un cartello di gruppi dediti al traffico di stupefacenti, che si erano messi insieme per finanziare e organizzare l’arrivo dal Sud America di ingenti partite di droga, come dimostrano le operazioni Brasile Low Cost e Grande Raccordo Criminale.

 

L’inchiesta
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La mafia albanese è attualmente, tra le diverse consorterie criminali operanti a Roma, la più potente e la più pericolosa. Fino a qualche anno fa, il gruppo degli albanesi funzionava come agenzia del crimine: fornivano killer professionisti e venivano coinvolti per lavori sporchi di ogni tipo, come il recupero crediti. Poi, in pochissimo tempo, mantenendo la stessa riservata violenza, sono diventati i signori del narcotraffico, stabilendo contatti e sinergie con i gruppi operanti in tutta Europa, soprattutto in Belgio e in Olanda, garantendo l’arrivo della droga, nascosta nel doppio fondo delle automobili e dei pullman turistici, direttamente nelle piazze di spaccio, senza altri intermediari. A Roma, come altrove, sono riusciti a prendersi una fetta importante di mercato, abbassando il prezzo della cocaina e costringendo gli altri in un modo o nell’altro ad adeguarsi.

 

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Dopo due anni di braccio di ferro l’Autorità giudiziaria albanese ha finalmente concesso l’estradizione in Italia di Dorian Petoku, trattenuto con scuse di ogni tipo nelle patrie galere, nonostante la tenace insistenza dei nostri inquirenti. Arrivato scortato dal personale Interpol, Petoku potrà finalmente essere presente nei processi che lo riguardano e aprire forse nuovi scenari su alcuni fatti romani e sulla guerra di mafia scoppiata tra alcune famiglie albanesi che sta insanguinando l’Europa.