Fiera di Francoforte
Cinque milioni di italiani non hanno una libreria nel loro comune
Il mercato dei libri nel nostro Paese si conferma stabile, sostenuto dalla lettura dei più giovani e dalla crescita del romanzo rosa, fantasy, giallo. L'Aie presenta il suo ultimo Rapporto sullo stato dell'editoria. E certifica un dato cruciale: in Italia una libreria ogni 13.500 abitanti
In una Buchmesse divisa dalla guerra, lacerata dal rinvio del premio alla scrittrice palestinese Adania Shibli e ulteriormente infiammata dal filosofo sloveno Slavoj Žižek, l’editoria italiana presenta i suoi i numeri, puntando al 2024, anno che vedrà il nostro Paese ospite d’onore.
Il settore editoriale vale 3.388 milioni di euro (in calo dell’1,5 per cento rispetto al 2021 e in crescita di quasi 300 milioni rispetto al 2019); l’Italia si conferma quarta industria editoriale europea (dopo la Germania, il Regno Unito, la Francia). Nel 2022 la vendita di diritti di traduzione all’estero ha sfiorato gli 8.000 contratti. Il mercato dei libri, nei primi nove mesi dell’anno, è in lieve crescita (0,2 per cento).
E mentre il neopresidente dell’Associazione italiana editori, Innocenzo Cipolletta, invoca a Francoforte una seria politica industriale per la cultura, il nuovo Rapporto sullo stato dell’editoria 2023, a cura dell’Ufficio studi dell’Aie, aggiorna la fotografia dell’universo librario. Un anno di sostanziale assestamento, a partire dal numero di libri pubblicati: 83.950 nel 2022, con un positivo allungamento del ciclo di vita dei libri, grazie a un ampliamento del catalogo favorito dall’online. Il prezzo dei libri si è mantenuto sostanzialmente stabile di fronte a un’inflazione superiore all’8 per cento: nel primo semestre del 2023 è 15,03 euro, era 14,81 l’anno scorso. Nel digitale ha proseguito la sua corsa l’audiolibro (+4,2 per cento), in flessione invece l’e-book (-8,1).
I lettori italiani si confermano i giovani: il totale dei lettori è rappresentato infatti per il 90 per cento dai ragazzi tra i 15 e i 17 anni, seguiti dalla fascia 18-24. A leggere meno di tutti sono gli adulti tra i 55 e i 64 anni. E se le librerie fisiche si confermano il primo canale di vendita dei libri - 368 milioni di euro è la spesa nelle librerie fisiche rispetto ai 282 milioni spesi nelle librerie on line - sostenerle è più che mai necessario: oggi la media italiana è di una libreria (o cartolibreria) ogni 13.500 abitanti. Quasi un 9 per cento di abitanti risiede in comuni privi di librerie, 25 sono i comuni con più di 10 mila abitanti che hanno visto chiudere la loro libreria negli ultimi 4 anni. Dal 2018 al 2022 i comuni senza libreria sono passati da 364 a 339. Col risultato che oltre 5 milioni di italiani, pur risiedendo in comuni non piccoli, non hanno alcun punto fisico dove poter acquistare un libro.
Rispetto ai generi editoriali, la novità più significativa del primo semestre dell’anno è la perdita di quota di mercato del fumetto: manga, graphic novel e albi con supereroi sono passati dal 7,5 per cento dell’anno scorso al 6,5. Continua il progressivo calo della saggistica (dal 37,8 per cento del 2019 al 34,1 per cento di oggi), mentre cresce la manualistica (tornata ai livelli prepandemia, con una quota di mercato del 13 per cento). La narrativa, con 21 mila titoli, rappresenta il 26,5 per cento della produzione editoriale nazionale. La narrativa d’autore, italiana e straniera, ne costituisce il 50,2 per cento; nell’altra metà rientra la cosiddetta narrativa di genere: rosa (+34,2 per cento), fantasy (+25 per cento), giallo (+15 per cento).