La tregua a Gaza e lo scambio di ostaggi. In Albania brucia il Parlamento. Milei in Argentina, Wilders in Olanda: vince l’ultradestra. I rifiuti bruciati in Cambogia per alimentare i forni. Ecco i fatti della settimana dal mondo

Pakistan, al via le deportazioni
Il Pakistan ha confermato che sta chiedendo di 830 dollari ai rifugiati privi di documenti che vogliono lasciare il paese. «Le nostre leggi, come quelle di altri Paesi, incluso il Regno Unito, prevedono multe e punizioni per le persone che restano oltre il periodo del visto o violano le leggi sull’immigrazione», ha dichiarato un portavoce del ministero degli Esteri. Per l’Unhcr, invece, la questione va risolta: «Stiamo chiedendo alle autorità di esentare i rifugiati da questi requisiti. Il popolo del Pakistan ha una lodevole storia decennale nel fornire asilo e protezione ai rifugiati e questo deve continuare». Sono circa 1,7 milioni gli stranieri in Pakistan privi dei documenti necessari per restare. Sono soprattutto afghani scappati dopo la presa di potere dei talebani ad agosto 2021. In migliaia hanno lasciato il Paese dopo l’annuncio del governo, fatto a ottobre, secondo cui chi sarebbe rimasto nello Stato del premier Anwaar ul Haq Kakar dall'inizio di novembre sarebbe stato arrestato e deportato. 

 

Gaza, inizia la tregua
I primi 13 ostaggi a essere liberati da Hamas nel quadro dell'accordo per il rilascio di 50 prigionieri in cambio di una tregua nella Striscia di Gaza arriveranno in Egitto attraverso il valico di Rafah, secondo Bbc. La liberazione, supervisionata dalla Croce Rossa, dovrebbe avvenire alle 17 italiane. A proposito dei prigionieri palestinesi, invece, secondo Haaretz, il servizio carcerario israeliano ha iniziato il procedimento per scarcerane 39, 24 donne e 15 minorenni, condannati per attentato alla sicurezza di Israele. Venerdì 24 novembre è il primo di quattro giorni di stop ai bombardamenti. In cui dovrebbero avvenire gli scambi tra i prigionieri. Il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant parlando con l’esercito ha detto che dopo questa “breve” tregua l'operazione continuerà per almeno altri due mesi.

 

Mondo, i ricchi inquinano troppo
Nel 2019, l’1 per cento più ricco della popolazione mondiale è stato responsabile di una quota di emissioni di CO2, pari a quella prodotta da 5 miliardi di persone, ossia due terzi dell’umanità. Le “élite inquinatrici” stanno saccheggiando il pianeta fino al punto di distruggerlo. Così emerge da uno studio sulla disuguaglianza climatica realizzato da Oxfam con il Guardian, lo Stockholm Environment Institute, e un insieme di esperti di settore, a pochi giorni dall’inizio della Cop28, il vertice annuale delle Nazioni Unite sul clima che si terrà a Dubai. Settantasette milioni di persone tra cui miliardari, milionari e persone pagate più di 140 mila dollari l’anno hanno prodotto il 16 per cento di tutte le emissioni di CO2. Con il rischio di causare 1,3 milioni di vittime a causa degli effetti del riscaldamento globale, la maggior parte entro il 2030.

 

Milei in Argentina, Wilders in Olanda: il ritorno alla vittoria dell’ultradesta 
Javier Milei, l’anarcocapitalista, leader del partito La Libertad Avanza, ha vinto le elezioni presidenziali in Argentina domenica 19 novembre. Rispondendo al desiderio di cambiamento della popolazione schiacciata dalla crisi economica. «In Argentina finisce la decadenza, finisce il modello dello Stato peronista che impoverisce e benedice solo alcuni mentre la maggioranza soffre», ha detto Milei che per per uscire dalla crisi economica vuole sostituire il peso con il dollaro statunitense. Non solo per Milei ma anche per Geert Wilders in Olanda, le destre di tutto il mondo stanno esultando. Il leader del Pvv, il Partito per la libertà che ha fondato nel 2006, ha conquistato 37 dei 150 seggi e ora condurrà la formazione del nuovo governo. Anti-Islam e anti-Ue, Wilders ha, però, detto subito dopo la vittoria: «Se diventassi premier, lo sarei di tutti gli olandesi. Indipendentemente dalla loro religione, preferenza sessuale, colore di pelle, genere o altro. Se sei primo ministro hai un ruolo diverso rispetto a quello di leader dell’opposizione».

 

Cambogia, i rifiuti delle griffe usati al posto del carburante
I rifiuti di almeno 19 marchi internazionali, tra cui Adidas, Primark e Lidl, sono stati utilizzati per alimentare le fornaci nelle fabbriche di mattoni in Cambogia. Per risparmiare sui costi del carburante. Ma alcuni lavoratori si stanno ammalando: «Hanno riferito che bruciare gli indumenti ha causato loro mal di testa e problemi respiratori; un’altra lavoratrice ha detto che si è sentita male durante la gravidanza», si legge nel rapporto di Licadho, la Lega cambogiana per la difesa dei diritti umani.

 

Albania, Parlamento a fuoco
Sedie impilate, fumogeni e fiamme. A Tirana, in Albania, alcuni membri del Partito democratico all’opposizione hanno generato il caos all’interno dell’aula parlamentare nel tentativo, fallito, di bloccare il voto della Camera sulla legge di bilancio del 2024. Mentre la sicurezza teneva lontani i manifestanti dalla sede del primo ministro Edi Rama. Il leader del partito, Sali Berisha, ex primo ministro, ha accusato il governo di cercare di mettere a tacere l’opposizione in Parlamento dove il Partito socialista di Rama ha la maggioranza.

 

Ucraina, continuano le visite dei ministri occidentali 
Lloyd Austin, segretario alla Difesa statunitense  «si è recato in Ucraina oggi per incontrare i leader ucraini e rafforzare il convinto sostegno degli Stati Uniti alla lotta per la libertà dell’Ucraina», si legge nella nota diffusa dal Pentagono. In un momento complesso per il governo di Kiev, in crisi per l’ennesima indagine anticorruzione che ha coinvolto funzionari in posizioni di comando e timoroso di perdere il sostegno internazionale, gli Usa hanno voluto rassicurare l’alleato. Poche ore dopo anche il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha fatto lo stesso: è arrivato a sorpresa a Kiev per riaffermare il sostegno di Berlino all’Ucraina nella guerra contro la Russia. La Germania è il secondo più grande fornitore di assistenza militare all’Ucraina dopo gli Usa.