Il caso
L'ultima missione della meloniana Lavinia Mennuni: dopo il presepe obbligatorio, la maternità "cool"
"La prima aspirazione delle donne? Essere madri" ha detto la senatrice di Fratelli d'Italia. Da 25 anni in politica, pro-vita, anti-lgbt, da consigliera capitolina chiedeva la sepoltura dei feti senza il consenso della donna
Dopo il tentativo di rendere obbligatorio il presepe, dopo aver proposto su Roma dei cimiteri per i feti abortiti, la senatrice di Fratelli d'Italia, Lavinia Mennuni si intesta una nuova missione: «Rendere la maternità cool». La parlamentare pro-vita di fede meloniana, alla sua prima esperienza a Palazzo Madama, declina a Coffee Break su La7, quello che sembra essere il programma politico di Fratelli d'Italia: «La mia mamma diceva sempre ricordati hai l'opportunità di fare ciò che vuoi ma la tua prima aspirazione deve essere quella di essere mamma».
Fomentata da vistosi cenni di assenso da parte di Don Paglia, Mennuni è un fiume in piena: «Anche noi della nostra generazione dobbiamo ricordarlo alle nostre figlie. In nome di questa realizzazione professionale, che auspico e trovo che sia giusta, non dobbiamo però dimenticare che esiste la necessità e la missione, vogliamo chiamarla cosi, di mettere al mondo dei bambini che saranno i futuri cittadini e italiani. E qui che c’è l’approccio culturale».
In che modo? «Userò un termine terribile, che diventerà trash. Dobbiamo aiutare le istituzioni, le associazioni, il Vaticano, la maternità a diventare di nuovo cool. Dobbiamo far sì che le ragazze e i ragazzi di 17-18-19 anni vogliano sposarsi e vogliano mettere al mondo una famiglia. Poi lo Stato verrà dietro, lo sosterrà, assolutamente. In Belgio per esempio il mercoledì le scuole sono chiuse e non si devono fare riunioni perché le donne devono stare a casa per poter accudire i loro figli nei giorni in cui le scuole hanno orari ridotti». Stare a casa, accudire i figli. Le priorità di una nazione.
La senatrice, in un passaggio, specifica anche: «Le donne riescono a fare cose straordinarie insieme, io mai e poi mai sono stata per il femminismo separatista», esperienza del femminismo che in realtà si rivolge alle altre donne per lavorare su obbiettivi sociali e politici, partendo dalla consapevolezza e dalla coscienza.
La settimana scorsa il tentativo di difendere il presepe, il Natale e la Pasqua «all’interno degli istituti scolastici italiani di ogni ordine e grado», con una proposta di legge ancora al vaglio del Parlamento: «È assolutamente fondamentale salvaguardare e tutelare quelle che sono in fondo le nostre radici culturali che nel presepe hanno un altissimo esempio». Adesso la "missione" maternità cool. Nella ricerca della ribalta a colpi di manifesti emendamenti e proposte di legge ritagliate sulla silhouttte del capo Giorgia-madre-cristiana Mennuni risulta negli ultimi mesi una fuoriclasse. Entrata per la prima volta a Palazzo Madama orgogliosa di aver sconfitto a Roma candidati come Carlo Calenda ed Emma Bonino. Da 25 anni in politica, è stata eletta consigliera del Municipio Roma II nel 1997, con Alleanza Nazionale. Confermata consigliera municipale nel 2001, scelta come assessora ai lavori pubblici e urbanistica. Cinque anni dopo, eletta per la terza volta al Municipio Roma II, è stata la più votata ed ha ottenuto l’incarico di capogruppo di An. Da consigliera capitolina insieme a Meloni aveva presentato una Proposta di iniziativa consiliare denominata «Riconoscimento e Tutela del diritto alla sepoltura dei bambini mai nati» che imponeva la sepoltura di tutti i feti anche contro la volontà della donna.
Un rapporto con i movimenti anti-lgbt ben saldo: nel 2014 presso la sala della Protomoteca del Campidoglio organizzò un convegno dal titolo “Ideologia del gender: quali ricadute sulla famiglia?” insieme all’Associazione Famiglia Domani. In concomitanza con la Giornata della Memoria. Per l’occasione il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli si presentò con un triangolo rossa sul cappotto, un sit-in silenzioso che durò pochissimo, la consigliera quasi li mise subito alla porta lamentando la dittatura del pensiero unico.