A sei mesi dall’insediamento delle nuove Camere, OpenPolis fa un primo punto sul livello di partecipazione dei parlamentari. Tra i nomi noti e meno presenti: Berlusconi, Calenda, Bossi, Angelucci, Fascina, Tremonti e Bongiorno

Una legislatura di sei mesi ma per qualcuno lunga solo un giorno. OpenPolis tira le somme della produttività degli eletti e il risultato è plateale (mi si nota di più se non vado). Il dato delle presenze alle votazioni in Aula, pur rilevando che il tasso di partecipazione generale è del 75,25 per cento, sorprende con esponenti particolarmente assenteisti. La questione non è un dettaglio come spiega OpenPolis: «A seguito del taglio dei parlamentari; infatti, una scarsa presenza in aula può comportare alcuni problemi. Da un lato, un rischio politico per la maggioranza: non avere i numeri per approvare i provvedimenti. Dall’altro, soprattutto al Senato, che non siano presenti abbastanza esponenti per assicurare il corretto funzionamento dei vari organi interni (commissioni, giunte, comitati)”.

 

Circa il 21 per cento dei parlamentari risulta presente a meno del 60 per cento delle votazioni. Di questi: 22 deputati e 15 senatori contano una presenza che oscilla tra lo 0 e il 15 per cento. Significa che su 1.767 votazioni mappate (1.043 alla Camera e 724 al Senato), ci sono eletti che hanno partecipato un centinaio di volte.

 

Tra gli assenteisti record spicca il nome del “Senatur”: lo storico leader della Lega Umberto Bossi conta lo 0,38% di partecipazione alle votazioni alla Camera, assente giustificato le cui precarie condizioni di salute però sono note. Insieme a lui Silvio Berlusconi che registra solo lo 0,55 per cento di risposta agli appelli. Segue Antonio Angelucci leader della sanità privata laziale, con 1,44 per cento di votazioni effettuate.

 

Marta Fascina risulta quasi sempre assente o in missione, solo l’1,73 per cento delle votazioni. L’ex ministro Giulio Tremonti (Fdi, 7,5% presidente della commissione esteri e spesso in missione). Mentre Michela Vittoria Brambilla (storica esponente di Forza Italia che ha recentemente aderito a Noi moderati) con il 24% circa di presenza alle votazioni.

 

Record del centro destra
Interessante notare come tra i 20 eletti con meno presenze citati da OpenPolis, 17 facciano parte della maggioranza del centro destra. I leghisti Antonio Minardo (3,16 per cento di presenze), Mirco Carloni (25,5), Alberto Gusmeroli (26) e Giulia Bongiorno (30, 39) In Forza Italia Paolo Barelli (7,19), Ugo Cappellacci (23,3) e Giuseppe Mangialavori (28). In Fratelli d’Italia oltre il già citato Giulio Tremonti anche Andrea Augello (13,26), Rachele Silvestri (17,35) e Federico Mollicone(18,12); e tra i moderati Maurizio Lupi (23, 97).


E l’opposizione?
Il podio è occupato dal pentastellato Francesco Silvestri con il 33,08, capogruppo alla Camera del M5s. Seguito da Franco Mirabelli del Partito Democratico (29,83) e dal leader di Azione Carlo Calenda, ottavo peggiore in assoluto con l’11,19 per cento di presenze (con un dato altissimo di missioni, pari al 77 per cento).

 

Insieme a Berlusconi, Calenda, dunque, è il leader politico meno presente alle votazioni in Aula, con un dato di poco peggiore rispetto a quello di Matteo Salvini (che però è anche vicepremier e ministro, dunque assente “giustificato”), il quale mette insieme un 14,9 per cento. Matteo Renzi invece ha partecipato a meno della metà delle sedute analizzate da OpenPolis e può vantare un tasso del 41,7 per cento. Sugli altri leader dell’opposizione la segretaria dem Elly Schlein raggiunge il 53 per cento; il leader del Movimento Cinquestelle Giuseppe Conte 65,2 per cento. Nicola Fratoianni tocca il 74,5 e Angelo Bonelli l’83 per cento.