L'oligarca ha oltre trecento capolavori, da Picasso a Monet, Matisse, Magritte, Modigliani, Fontana e molti altri. Sono controllati da una società offshore mai emersa prima d'ora. Ecco la nuova inchiesta internazionale de L'Espresso con The Guardian, Icij e Occrp: tutta la storia sul nuovo numero in edicola

Roman Abramovich è l'oligarca russo più famoso in Occidente: di lui finora si conoscevano due passioni molto costose, il calcio e i super-yacht. Ora si scopre che l'ex patron del Chelsea, sanzionato dopo la guerra in Ucraina per il suoi legami con il regime di Vladimir Putin, ha acquistato più di trecento opere d'arte moderna, attraverso contratti rimasti segreti fino ad oggi, per un valore di almeno 962 milioni di dollari.

 

La collezione comprende capolavori di Picasso, Monet, Matisse, Magritte, Degas, Schiele, Kandinsky, sculture di Henry Moore e Alberto Giacometti, quadri di maestri italiani come Modigliani, Severini, Burri e Fontana, opere di celebri artisti contemporanei come Francis Bacon, Paula Rego, Damien Hirst e molti altri. Un patrimonio culturale miliardario, intestato a un'anonima società offshore (creata nelle Isole Vergini Britanniche e poi trasferita a Jersey), a sua volta controllata da un trust di Cipro, che risulta avere come beneficiari, appunto, Abramovich e la sua ex moglie, l'ereditiera russa Daria detta Dasha Zhukova.

 

La fiduciaria cipriota che fa da cassaforte si chiama Ermis Trust Settlement e ha registrato la sua ultima modifica in una data particolare: venti giorni prima dell'inizio della guerra in Ucraina. Fino al mese precedente c'erano due beneficiari in parti uguali, l'oligarca e l'ex consorte, con il 50 per cento ciascuno. Il 4 febbraio 2022 Dasha Zhukova è salita al 51 per cento, mentre Abramovich è sceso in minoranza, sia pure di poco, con il restante 49. Pochi giorni prima il governo inglese aveva ammonito gli oligarchi fedeli a Putin che, in caso di attacco russo, avrebbero subito personalmente pesanti sanzioni. Abramovich ne è stato colpito ai primi di marzo, con il blocco di tutti i suoi beni in Occidente, quelli conosciuti, ovviamente. Mentre Dasha, che è stata la sua terza moglie, ma si è separata legalmente da lui dal 2016, non è stata mai sottoposta a sanzioni.

 

Il trust familiare con la sua preziosa collezione di opere d'arte, che non era conosciuto prima d’ora, è rimasto fuori dalle misure patrimoniali contro l'oligarca varate dall'Unione europea, di cui fa parte anche Cipro. Da quando è scoppiata la guerra, s'ignora dove siano finiti tutti quei quadri e sculture: nei contratti sono registrati titoli e prezzi di 367 opere, ma non la loro collocazione. Un pezzo di patrimonio culturale dell'umanità che viene tenuto nascosto in località segrete.

 

Le informazioni contenute in questo articolo, finora inedite, emergono da una serie di documenti scoperti dal quotidiano inglese The Guardian e dal sito investigativo Occrp, che li hanno condivisi con il consorzio Icij e con un gruppo di testate europee, tra cui Der Spiegel e L'Espresso in esclusiva per l'Italia. Sono carte riservate provenienti da una società di Cipro, MeritServus, che gestisce anonime strutture di trust e offshore per ricchi clienti di tutto il mondo. La stessa MeritServus è stata colpita dalle sanzioni britanniche a partire dall'aprile 2023, con l'accusa di aver aiutato miliardari russi ad aggirare le sanzioni.

 

L'inchiesta giornalistica completa viene pubblicata in Italia da LEspresso, nel numero in edicola a partire da oggi, in simultanea con gli articoli delle altre testate internazionali che svelano tutta la storia della miliardaria collezione d'arte dell'oligarca sanzionato, mai raccontata prima d'ora.

 

Abramovich non ha risposto a nessuna delle molte domande inviategli dal Guardian a nome di tutti i giornali europei. L'ex moglie Dasha ha confermato di averle ricevute, ma ha preferito non fare dichiarazioni.