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Dagli auguri a Mussolini alle nostalgie fasciste: la matrice dei vertici di Fratelli d'Italia

L'ultimo ad aggiungersi all'elenco è il senatore Luca De Carlo, che Meloni vorrebbe come erede di Zaia. Ma tra citazioni del Ventennio e commemorazioni di repubblichini, il retroterra dei parlamentari di Fdi è chiaro. Anzi, è nero

L’orda di fascisti per la commemorazione delle vittime di Acca Larentia, alla presenza compiaciuta dei vertici capitolini di Fratelli d’Italia, sono il meno. Uno specchio per le allodole, motivo di indignazione corale della categoria politico-mediatica così che tutti parlino di croci celtiche e braccia tese da qui al prossimo sette gennaio. Intanto quello che conta accade dove non si vede. 

C’è un retroterra nero al governo. Quello di Luca De Carlo, senatore, astro nascente di Fratelli d’Italia che Giorgia Meloni vorrebbe alla guida della Regione Veneto, e che nell’anniversario della marcia su Roma scriveva sui social: “Io se avessi tempo farei una passeggiatina su Roma oggi” e il 29 luglio festeggiava il compleanno di Mussolini (“tanti auguri zio Benny… quanto mi manchi!”) è soltanto l'ultimo caso che retroillumina una "matrice" poco nascosta dal governo.

Tralasciando il collezionista di memorabilia del duce, Ignazio La Russa, presidente del Senato, fascista da sempre, da prima che Giorgia Meloni nascesse. Bisognerebbe concentrarsi sull’amarcord che coglie nello scorrere le traiettorie di vita di chi sta al potere. Uno sguardo ai vertici. Pochi giorni fa, alla Camera, Tommaso Foti capogruppo di Fratelli d’Italia nel suo intervento per la legge di bilancio ha pensato bene di citare il Manifesto dei Fasci Futuristi (“Ritti sulla cima del mondo, noi scagliamo, una volta ancora, la nostra sfida alle stelle!”). In chiusura le parole dell’inno di Azione Giovani, traduzione di una canzone del film “Cabaret” ambientato nella Repubblica di Weimar e cantata da un giovane nazista (“Il domani appartiene a noi”). 

 

 

Poco più in là, tra sorrisi e applausi, Paola Frassinetti, sottosegretaria all’Istruzione, una delle persone più vicine alla leader di FdI, con un passato nel fronte della Gioventù. Nota per aver partecipato alla parata nera del 25 aprile del 2017 al Campo 10 del cimitero Maggiore di Milano che ha omaggiato i caduti della Repubblica Sociale Italiana e i volontari italiani delle Ss. Un’Acca Larentia in tono minore. Assieme alla capogruppo in commissione Difesa, la meloniana Paola Maria Chiesa, ha aperto le porte di Montecitorio alle presentazioni dei libri che celebrano il ventennio come “Patria. I simboli d’Italia”, edito da Ferrogallico, casa editrice legata a Forza Nuova, guidata da Marco Giuseppe Carucci, condannato in secondo grado per avere fatto il saluto romano durante una commemorazione di Sergio Ramelli.

 

Evento molto apprezzato dal presidente della commissione Cultura ed Editoria, Federico Mollicone, che sogna la censura degli episodi di Peppa Pig con due mamme e pensa a un ministero della Verità per «certificare la veridicità delle notizie», può vantare un passato in An, un futuro solido in FdI (è tra i fondatori), è stato firmatario della mozione del centrodestra sulla quale non compare alcun riferimento esplicito alla matrice neofascista della strage di Bologna.  Sui propri social lo sguardo è rivolto alla fiamma: “Con la rabbia e con l’amore di sempre andiamo a vincere”, scrive e posta una foto del monumento fascista che esalta le gesta di Amedeo di Savoia, il duca che autorizzò l’uso di gas contro la resistenza etiope e le popolazioni civili e diede inizio alla costruzione di un lager in Etiopia dove deportare 1.400 famiglie di ebrei italiani. 

 

Federico Mollicone

 

Omaggi al passato che ritorna anche per Fabio Rampelli, il romanissimo vicepresidente della Camera, dominus laziale della destra postmissina che sul proprio profilo Facebook ha recentemente ricordato Gianfranco Maria Chiti, il presbitero e generale nazifascista che aderì alla Repubblica Sociale Italiana operando in numerose missioni di contrasto alle formazioni partigiane dirette da Enrico Martini.

Fabio Rampelli

 «Spezzeremo le reni alle correnti del Csm», avverte invece il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro facendo il verso al duce durante un evento organizzato da Fratelli d’Italia in Valle d’Aosta, non ha mai nascosto una passione per lo scrittore filonazista e antisemita Robert Brasillach e celebra sui social la Marcia su Roma: «M. il Mondo lo ha conosciuto e per esso ha conosciuto l’Italia», scrive in un post. 

 

Dal twitter di @AlekosPrete

 

Questa è la matrice e la radice, i colonnelli di Meloni sono lì a ricordarlo anche se la leader spesso la “ignora” come aveva commentato il giorno dell’assalto alla Cgil. E non vuol dir niente essere “nati dopo” è una tradizione che si tramanda: quest’anno il tesseramento di Gioventù Nazionale, l’organizzazione giovanile di FdI, reca la citazione al gruppo di ispirazione neofascista Aurora (“Riavremo dentro di noi le stelle”). Nella tessera anche il motto “Memento audere semper” utilizzato per la sigla dei collaborazionisti della X^ Mas, e tuttora utilizzato dall’estrema destra.

 

Dal twitter di @AlekosPrete

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