Il collettivo dell'azienda fiorentina lancia l'idea dell'azionariato diffuso. La via per far ripartire un’industria che licenzia e riconvertirla nel rispetto dell'ambiente

Il 9 luglio 2021, con una mail venivano lasciate a casa più di quattrocento persone impiegate nella produzione di semiassi delle automobili, diretti principalmente verso gli stabilimenti ex Fiat. Da quel momento dentro l’ex Gkn Driveline di Campi Bisenzio, a Firenze, inizia un’assemblea permanente. In due anni il Collettivo di fabbrica Gkn si è assicurato uno spazio nella storia della lotta operaia, dimostrando non solo di esistere ancora, ma di avere la capacità e la forza di problematizzare una vertenza partita dalla crisi del settore automotive e di posizionarsi all’interno della crisi climatica. Da questo sforzo e questa convergenza tra la fabbrica e il clima, a marzo 2023, è nato “Gkn for Future” con lo scopo di convertire l’ex Gkn in una fabbrica sostenibile e socialmente integrata.

 

L’obiettivo ora è di reindustrializzare l’ex Gkn attraverso la produzione di pannelli fotovoltaici, batterie e cargo-bike a ridotto impatto ecologico. Si è chiesto ai cittadini del territorio di essere i primi a investire su una conversione ecologica attraverso la pratica dell’azionariato popolare. Così, si crea un esperimento unico nel suo genere, dove nella stessa assemblea potranno sedere sia cittadine e cittadini di Campi Bisenzio, Firenze e provincia, sia movimenti climatici e sociali internazionali, comunità energetiche, circoli Arci. È indubbio che il costo dei processi di industrializzazione non deve ricadere sui cittadini. Tuttavia l’azionariato popolare in questo momento rappresenta un’ultima spiaggia per costringere il pubblico a garantire parte della reindustrializzazione: perciò il territorio s’impegna affinché la fabbrica venga riconvertita e i lavoratori e le lavoratrici non perdano il posto.

 

Infatti, a settembre 2021, il Collettivo di fabbrica Gkn aveva portato in piazza 40 mila persone. La risposta del Tribunale di Firenze fu che i licenziamenti non erano legittimi e gli stipendi sono quindi stati pagati parzialmente per un altro anno. Questo 31 dicembre segnerà l’ora “x” del Collettivo di fabbrica Gkn: dal primo gennaio i licenziamenti saranno sbloccati, dunque non ci sarà più cassa integrazione. In risposta, la Fiom ha fatto ricorso per condotta antisindacale contro i licenziamenti e si è messa la sede della Soms (Società operaia di Mutuo Soccorso) “Insorgiamo” all’interno della fabbrica. La Soms è stata il primo socio finanziatore del processo di reindustrializzazione. Ha partorito un piano dal basso, con l’obiettivo di ridare al territorio i posti di lavoro bruciati, di creare una fabbrica socialmente integrata al servizio della collettività e di ripartire con produzioni ecologicamente avanzate.

 

Ora un terzo della cooperativa è aperta a soci esterni con un numero totale di diecimila azioni. L’appello, prima dell’ora “x”, è quindi che realtà solidali si auto-organizzino e prenotino un minimo di cinque azioni. Solo alla fine del processo burocratico le prenotazioni diventeranno effettive e si compreranno le azioni, entrando così a far parte del processo di reindustrializzazione. Se il progetto non andrà a buon fine, dopo i successivi quattro anni si avrà diritto di recesso. La proposta di azionariato popolare è un precedente storico non indifferente. Il primo gennaio vale la pena esserci, in migliaia, davanti alla fabbrica per dare solidarietà a chi dimostra che la riconversione industriale ed ecologica dal basso si può fare.