La ministra del turismo "denuncia" sui social la fila per prendere un mezzo a Roma. Ma centinaia di commenti le ricordano come sia stato proprio il suo partito a essersi storicamente opposto a qualsiasi forma di liberalizzazione

La ministra del turismo Daniela Santanchè non ci sta e di fronte alle interminabili file per i taxi alla stazione Termini di Roma, inforca il telefono, gira un video per i suoi profili social e commenta: «La coda per i taxi a Roma Termini: bel biglietto da visita per i turisti che arrivano nella Capitale!!». 

In effetti da tempo a Roma le auto bianche sono diventate introvabili e fuori da ogni hub quotidianamente si formano file lunghissime. Tanto che a fine dicembre il Wall Street Journal indicò queste file come «un indizio sui 30 anni di stagnazione del Paese. Per anni i tassisti italiani si sono messi al riparo dalla concorrenza facendo pressioni per limitare il numero di licenze per i taxi e per limitare le società di sharing come Uber. I sindaci che cercano di affrontare i tassisti possono andare incontro a scioperi e blocchi stradali che paralizzano le città».

 

E mentre il post della ministra si gonfia di commenti che le ricordano che è lei al governo del paese («In effetti bisognerebbe farlo presente al ministro del turismo», scrive un utente), riaffiora un tweet del 2022 in cui la ministra si schierava apertamente contro concorrenza e innovazione cioè il motivo di quelle file interminabili denunciate da tutto il mondo: "Fratelli d’Italia sta con i #tassisti, chiediamo al Governo di stralciare la norma che li include nel “ddl concorrenza”. Preserviamo i nostri lavoratori dalle speculazioni delle multinazionali!".