Il giorno in cui i manifestanti sotto le sedi Rai di Torino e Napoli venivano manganellati dalla polizia, il leghista Romeo ha depositato un ddl il Viminale per negare l’autorizzazione ai cortei pro palestinesi. Mentre il sottosegretario Morelli pensa a un bavaglio per tenere fuori la politica dall'intrattenimento

Vietare le manifestazioni per la Palestina per "ragioni di moralità" con la scusa di combattere l'antisemitismo e anche un "Daspo" per gli artisti che usano i palcoscenici della Rai per fare politica. Dai manganelli ai ddl. Nel giorno in cui a le manifestazioni sotto le sedi della Rai di Napoli e Torino contro la strage quotidiana di Gaza vengono represse con violenza, la Lega deposita un disegno di legge per spegnere il dissenso e pensa un bavaglio post-Sanremo (pur senza citare esplicitamente i casi Ghali e Dargen D'Amico).

 

 

Il ddl contro chi contesta Israele non è proprio una notizia; era già stato annunciato a fine gennaio dal ministro degli interni Matteo Salvini sul proprio profilo Instagram: “Presentato grazie all'aiuto dell'Unione Associazioni Italia-Israele per adottare concretamente nel nostro Paese le misure contro l'antisemitismo e la sua definizione in tutte le sue forme, come prevede la IHRA (International Holocaust Remembrance Alliance)". "Stiamo con Israele, baluardo di democrazia e libertà, con il suo diritto ad esistere e difendersi, senza se e senza ma", spiegava il leader del carroccio. Lo firmano il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo e i senatori Daisy Pirovano e Giorgio Maria Bergesio.

 

Il titolo può sembrare fuorviante: “Disposizioni per l’adozione della definizione operativa di antisemitismo nonché per il contrasto agli atti di antisemitismo”. In realtà prevede “il diniego, ai sensi dell'articolo 18 del Testo unico delle leggi di Pubblica sicurezza (Tulps), dell'autorizzazione di una riunione o manifestazione pubblica per ragioni di moralità può essere motivato anche in caso di valutazione di grave rischio potenziale per l'utilizzo di simboli, slogan, messaggi e qualunque atto considerato antisemita”.  Un via libera per le questure di negare l’autorizzazione a riunioni o manifestazioni pubbliche utilizzando criteri generici, visto che la definizione di antisemitismo, secondo la relazione del ddl, prevede anche forme di “odio fisico e verbale nei confronti delle istituzioni ebraiche", cioè lo Stato di Israele. 

 

 

E mentre qualcuno fa notare che la Lega non si è mai espressa per proibire manifestazioni marcatamente fasciste, a partire da Acca Larenzia. Il sottosegretario leghista Alessandro Morelli in un'intervista a Libero va oltre. Dopo aver sottolineato che Sanremo «è il Festival della canzone italiana ed è vergognoso che venga utilizzato e sfruttato da chi dovrebbe solo cantare e invece fa altro: fa della propaganda politica", sottolinea che «gli artisti dovrebbero salire sul palco, fare la loro bella esibizione e andarsene». Per questo «sarebbe utile pensare a una sorta di Daspo per chi utilizza quel palco per fini diversi da quelli della musica. Un artista lì fa musica, non fa politica»

 

 

Ma attenzione l'esponente della Lega non pensa «solo al Festival di Sanremo. Secondo me chi fa politica utilizzando il palcoscenico Rai deve stare fuori dalla Rai per un periodo di 'limbo'. La soluzione è un Daspo per chi utilizza il palcoscenico Rai impropriamente». 

 

«Il Daspo per Sanremo e per i programmi Rai è un'assurdità», replica la deputata Ouidad Bakkali del Pd, componente della Vigilanza Rai. «Per il sottosegretario Morelli i cantanti sono come i menestrelli di corte: possono cantare ma non hanno il diritto di esprimere opinioni. E se osano parlare devono essere cacciati dall'Ariston", afferma. Per il capogruppo M5s in Vigilanza, Dario Carotenuto, «il Daspo servirebbe per il senatore leghista e, ahinoi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alessandro Morelli per le sue dichiarazioni sconclusionate ed inaccettabili. Come si può affermare così impunemente che la libertà di opinione dovrebbe essere limitata come dice lui? Non si rende conto da solo che in un Paese democratico come il nostro, nonostante ci siano persone come lui al governo, togliere la parola a un artista è un inaccettabile?». «La Lega vuole presentare una risoluzione per tenere 'la politica fuori dall'intrattenimento'? Siamo curiosi di leggere cosa arriveranno a scrivere i novelli censori», gli fa eco Dolores Bevilacqua, esponente pentastellata in Vigilanza. «Dopo l'editto bulgaro il Daspo per gli artisti: tra poco fuori dalle cariche pubbliche chi non si iscrive a FdI. Il sottosegretario Morelli indossa gli scarponi per prepararsi alla nuova era? Non si illudano: saranno seppelliti di ridicolo se continuano così», aggiunge il vicepresidente di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera Marco Grimaldi. E Angelo Bonelli e Peppe De Cristofaro parlano di «dichiarazioni farneticanti che la dicono lunga sull'idea che la destra ha della libertà di parola e della democrazia».