Elezioni
Le Regionali in Sardegna le vince Alessandra Todde. E per Giorgia Meloni è aria di tempesta
Vittoria di misura per la candidata di Schlein e Conte, dopo una giornata segnata da uno spoglio lumaca concluso solo a tarda notte. È la prima sconfitta per questo centrodestra: Tajani giura che per il governo non cambia nulla. Il centrosinistra conquista una regione alla destra dopo otto anni
«Mirade chi sas aeras minettana temporale…. Chi lo traduce alla ducetta?». A metà pomeriggio, quando lo spoglio è ancora ufficialmente inchiodato al testa a testa, nelle chat dei sardi è incominciato a girare un messaggio molto più eloquente dei mille ritardi nel conteggio dei voti: «Occhio che l’aria minaccia tempesta», si scrivono. Un messaggio per Giorgia Meloni, «la ducetta». La tempesta arriva dalle città della Sardegna, soprattutto, ed è di portata epocale: alla fine il distacco, appena qualche centinaio di voti, pende dalla parte di Alessandra Todde, la grillina, la candidata del campo largo a trazione Schlein-Conte, leader del Pd e dei Cinque stelle. Il centrosinistra conquista una Regione per la prima volta dopo oltre otto anni: era dal 2015, quando Vincenzo De Luca riconquistò la Campania dopo l’Era Caldoro, che non segnava una tacca in più a suo favore sulla lavagna. Da allora, più nulla: dal Piemonte alla Calabria, dal Friuli al Molise, passando per Umbria e Marche, la valanga era solo verso destra.
Ed ecco in questo inizio 2024 un primo segnale in senso opposto. Un segnale eloquente, per Giorgia Meloni, il suo governo, il centrodestra dei Fratelli d’Italia, che non avevano trovato finora alcun ostacolo sulla loro strada. Aver cambiato in corsa il candidato, escludendo il governatore uscente, Christian Solinas, non è bastato e anzi si è rivelato un boomerang: adesso a perdere è il suo Paolo Truzzu. Il sindaco di Cagliari, una città che non lo vota: l’affluenza è bassissima, 54 per cento, Todde lo stacca di quasi venti punti percentuali, un abisso di voti. Non perde dunque Salvini: perde direttamente lei, la leader di Fdi. «Non cambia nulla per il governo», si affretta a dire Tajani, davvero un po' troppo presto perché sembri vero.
Cambia tutto anche sul fronte opposto: l’accordo Pd-M5S su Todde ha portato alla corsa solitaria Renato Soru, ex governatore e tra i fondatori del Pd, appoggiato da Azione e Iv, ma l’azione di disturbo non è risultata decisiva. Bocciata. Forse i sardi hanno avuto paura di essere trattati come il fondatore di Tiscali fece con l’Unità. Ma la spinta che arriva dal voto, per Elly Schlein e Giuseppe Conte, è quella a costruire un’alleanza che, al di là del nome ben scelto di Alessandra Todde - assai più votata delle liste che la sostengono – è ancora tutta da ripensare. A partire dal peso dei partiti che la compongono, così come esce da questo voto sardo.