L'evento
Il design ritrova lo stupore dell'arte: lo speciale de L'Espresso sul Salone del Mobile
Cucina e bagno rimangono le stanze più curate dagli italiani. Il legno la materia prima più richiesta. Fra numeri, mercato e tendenze ecco le novità in fiera a Milano a cui L'Espresso dedica un inserto di 100 pagine, in edicola e su app, con dossier e interviste ai protagonisti del settore
Edizione numero 62 per il Salone del Mobile. Milano, in programma dal 16 al 21 aprile (con apertura agli operatori tutti i giorni dalle 9,30 alle 18,30, sabato e domenica anche al pubblico) nel quartiere Fiera Milano a Rho: 172.500 mq di superficie e circa 1.900 espositori – di cui 600 designer del SaloneSatellite. E quest’anno scendono in campo con le biennali EuroCucina insieme a FTK – Technology For the Kitchen, evento dedicato all’elettrodomestico da incasso e soluzioni innovative, e Salone Internazionale del bagno. Oltre a S.Project, che si propone come uno spazio trasversale aperto alle soluzioni decorative e tecniche del progetto d’interni.
«Complessivamente la disposizione dei padiglioni è stata rinnovata in modo da permettere maggiori equilibri e accostamenti fra i vari brand che si intersecano con eventi culturali, installazioni, talk, per riflettere sulle nuove frontiere del design», sottolinea Marco Sabetta, direttore generale Salone del Mobile.
LEGGI LO SPECIALE SULLA APP PER IOS E SISTEMI APPLE
LEGGI LO SPECIALE SULLA APP PER ANDROID
ABBONATI A L'ESPRESSO SU CARTA O DIGITALE
Milano. Una filiera fondamentale per l’economia italiana quella dell’arredamento. Ma qual è il suo stato di salute? «Per rispondere a questa domanda è necessario fare una premessa ovvero mettere a fuoco l’eccezionalità del biennio 2021-2022, quando il settore legno-arredo, come tutti gli altri ha dovuto affrontare una traversata nel deserto. Eppure la permanenza forzata fra le mura domestiche ha dato al nostro settore una spinta inimmaginabile», dice Claudio Feltrin, presidente FederlegnoArredo. «Qualche numero: nel 2019 il fatturato era di 43 miliardi di euro, passati a 49 nel 2021, a 56,5 l’anno successivo per attestarsi ai 52,6 del 2023 con un calo complessivo dell’8,1 per cento. Questo risultato nasconde anche il peso dell’inflazione: il mobile ha registrato un aumento dei prezzi pari al 6,5 per cento». A questo va aggiunto il fattore «economia di guerra». «L’instabilità sulle rotte del Mar Rosso e i conflitti in corso hanno chiuso mercati strategici come la Russia. Ma hanno segno negativo anche Stati Uniti e Cina. L’altra voce che incide pesantemente è l’aumento della materia prima legno e l’indice Istat dei prezzi alla produzione ci mostra come le aziende hanno incrementato fra il 2019 e il 2023 i listini di vendita. Lo scorso anno, si è registrato un +0,8 per cento, frutto del sostanziale equilibrio fra pannelli e imballaggi che calano e falegnameria per edilizia e segherie che invece crescono. Per i prossimi mesi le previsioni sono stazionarie in termini di produzione, ordini, prezzi», sottolinea Feltrin che, nell’ambito del suo mandato, punta molto sul tema della sostenibilità sociale ed economica: grazie alla piattaforma FLA Plus gli associati hanno a disposizione servizi mirati, informazioni, partnership. «Da uno studio realizzato su un campione rappresentativo di tutte le componenti della filiera, è emerso che il 96 per cento delle aziende adotta materiali sostenibili nei processi di lavorazione, oltre il 58 per cento è concentrato sul riciclo e, negli ultimi tre anni, circa il 70 per cento ha fatto investimenti in tal senso». Per quanto riguarda l’export, ad andare meglio sono le cucine “made in Italy”: +0,1 per cento in Francia e +5,8 per cento in Nord America mentre l’arredobagno sorride ai compratori interni, complice il forte dinamismo dell’edilizia residenziale, con vendite stabili che valgono 2,6 miliardi di euro.
Ma, quali sono le linee-guida in fatto di tendenze e contenuti stilistici del Salone alle porte? «Quest’anno il Salone del Mobile.Milano sarà speciale, con un passo diverso rispetto alle edizioni precedenti», anticipa Patrizia Catalano, art design curator. «Tema dominante: riflessione ovvero la capacità di mettersi in gioco oltre il design, oltre l’immagine. Abbiamo attraversato anni di formalismo estetico che hanno portato il sistema arredo fatto in Italia ad essere riconosciuto, apprezzato e acquistato nei cinque Continenti. I pezzi iconici prodotti dai grandi marchi del settore, firmati da archistar e da giovani emergenti, sono in bella vista nei flagship store di tutto il mondo. Però il design italiano non si ferma e vuole fare un salto verso il futuro: si avvicina al mondo dell’arte catturandone le modalità e i valori per portarli nell’ambito domestico e non solo poiché il nostro design è virale e attecchisce ovunque. Dagli uffici agli alberghi, dai ristoranti ai giardini. Se fino a ieri si immaginava sartoriale e quindi legato al mondo del craft e dell’alto artigianato, oggi è l’arte contemporanea che ibrida il settore. Arte intesa come capacità di stupire».
Complessivamente, la prevalenza è quella di un’estetica naturale, soprattutto in cucina dove il legno continua ad essere fra i materiali preferiti. E avanzano anche il bambù e il rattan sull’onda di un rinnovato aumento della tattilità nel design. Con una eccezione: il ritorno dell’acciaio inox, che si rifà all’estetica delle cucine professionali rese popolari dai numerosi talent televisivi, ma ha un valore aggiunto perché è riciclabile al 100 per cento.