Accade all'estero
«Hamas ama Biden», il tweet del ministro della Sicurezza israeliano mentre a Rafah continuano i bombardamenti. Le notizie dal mondo
Zelensky rimuove il capo della sicurezza. Le nuove testimonianze di massacri in Sudan. Le alluvioni in Brasile, le proteste per la democrazia in Germania, le elezioni in Ciad, il turismo in Afghanistan. E l'hacker più ricercato d'Europa arrestato in Finlandia. Ecco i fatti della settimana dal mondo
Israele-Gaza, «Hamas ama Biden»
«Hamas ❤️ Biden». Così ha scritto su X il ministro della Sicurezza nazionale israeliana Ben–Gvir, in risposta alla presa di posizione di Joe Biden secondo cui gli Stati Uniti sospenderanno le spedizioni di armi a Israele se il primo ministro Benjamin Netanyahu dovesse iniziare l’invasione di terra a Rafah. Il tweet di Ben–Gvir è stato criticato anche da molti esponenti del governo Netanyahu VI: «Se Netanyahu non licenzia Ben–Gvir oggi, mette in pericolo tutti i soldati e tutti i cittadini dello stato israeliano», ha commentato, ad esempio, il leader dell’opposizione israeliana Yair Lapid. Mentre le Idf, però, continuano a bombardare la Striscia di Gaza, Rafah compresa, dove la situazione è sempre più critica a causa delle migliaia di persone che vi hanno trovato rifugio da quando il conflitto è iniziato. Nel frattempo anche le trattative per il cessate il fuoco che erano in corso al Cairo, in Egitto, si sono ancora una volta concluse con un nulla di fatto.
Ucraina, Zelensky rimuove il capo della sicurezza
Il 9 maggio il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha deciso di licenziare Serhiy Rudy, capo del Dipartimento di Sicurezza dello Stato. È successo dopo che, due giorni prima, aveva reso noto l’arresto di due funzionari del servizio di sicurezza coinvolti in un complotto per ucciderlo. Nello stesso giorno, il 9 maggio, mentre il presidente ucraino ha accolto a Kiev la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola per la festa dell’Europa, il presidente russo Vladimir Putin dalla Piazza rossa di Mosca ha celebrato il 79° anniversario della vittoria sul nazismo: «La Russia farà tutto il possibile per evitare uno scontro globale, ma allo stesso tempo non consentirà a nessuno di minacciarla. Le sue forze strategiche sono sempre pronte al combattimento», ha detto nel suo discorso. Secondo l'Alto Rappresentante dell'Unione Europea per la Politica Estera, Josep Borrell, l'Occidente non invierà truppe in Ucraina per sostenere l’esercito nella guerra contro la Russia, «qualunque cosa dica» il presidente francese Emmanuel Macron.
Sudan, nuove testimonianze di massacri
Come rivela il Guardian, nuove raccapriccianti testimonianze (221) raccolte da Human right watch descrivono uno dei peggiori episodi della guerra civile scoppiata in Sudan nell’aprile del 2023, tra le forze di supporto rapido e l’esercito sudanese: civili massacrati mentre cercavano disperatamente di fuggire dal Darfur la scorsa estate, tra questi bambini, ancora vivi, «ammucchiati e fucilati» dai paramilitari delle RSF mentre cercavano di scappare dalla capitale regionale El Geneina.
Georgia, proteste per l’Europa
Ai confini dell’Europa c’è un altro Paese, oltre all’Ucraina, sospeso tra influenze russe e tentativi di avvicinarsi all’Unione Europea: è la Georgia. Nella sua capitale Tbilisi, infatti, da giorni vanno avanti intense proteste con l’obiettivo di osteggiare la legge sugli “agenti stranieri”, conosciuta come “legge russa”. Una norma che imporrebbe a media e organizzazioni non governative di essere registrati come «soggetti all'influenza straniera» se ricevessero più del 20 per cento dei propri finanziamenti dall’estero. E che di fatto limiterebbe le libertà della società civile, allontanando le possibilità dello Stato di entrare nell’Ue: «Ci opponiamo a tutto ciò che ci separa dall’Unione europea», dichiarano i manifestanti.
Finlandia, arrestato l’hacker già ricercato d’Europa
Julius Kivimäki, l’hacker più ricercato d’Europa, è stato condannato a sei anni e tre mesi di carcere in quanto colpevole di oltre 30 mila crimini, tante quante sono le vittime del suo ultimo reato: i pazienti del Vastaamo, un centro d’assistenza psicologica che Kivimäki ricattava chiedendo, in cambio della non divulgazione delle sedute di analisi, il versamento di denaro. L’hacker finlandese era già stato condannato per più di 50 mila reati informatici.
Brasile, alluvioni terribili
Sono almeno 78 i morti e 115 mila le persone che hanno dovuto lasciare le case per le forti alluvioni che hanno colpito il Sud del Brasile. Dopo giorni di pioggia battente, oltre 3 mila soldati e soccorritori sono all’opera per raggiungere i residenti, in molti casi intrappolati senza acqua corrente o elettricità. Il presidente Luiz Inacio Lula da Silva si è recato nello Stato de Rio Grande do Sul, devastato dalle alluvioni, per discutere con le autorità locali degli sforzi di salvataggio e ricostruzione.
Germania, proteste per la democrazia
Dopo che il capolista del Partito socialdemocratico tedesco, Matthias Ecke, membro del Parlamento europeo, è stato «aggredito e gravemente ferito» mentre affiggeva manifesti per le elezioni europee di giugno, domenica scorsa migliaia di manifestanti si sono riuniti per le strade di Dresda e davanti alla Porta di Brandeburgo a Berlino per protestare contro l’estremismo di destra, l’aumento della violenza nei confronti delle persone che ricoprono cariche pubbliche in Germania. E per sostenere la democrazia.
Afghanistan, torna il turismo
Nel 2021 i turisti stranieri in Afghanistan sono stati 691. Nel 2022, sono arrivati a 2.300. L’anno scorso erano 7 mila. Non sono numeri esorbitanti ma, come riporta l’agenzia di stampa Ap, sta aumentando di anno in anno il numero di turisti che decide di visitare l’Afghanistan. Nonostante le restrizioni dei talebani sui diritti, la crisi economica e le infrastrutture carenti, sono soprattutto i visitatori provenienti dalla Cina ad arrivare. Incoraggiati dal calo della violenza, dall’aumento dei collegamenti aerei e dalla possibilità di vantarsi della destinazione insolita.
Ciad, ha vinto il leader militare Mahamat Deby Itno
Lunedì 6 maggio si è tenuto il primo turno delle elezioni presidenziali in Ciad. Dopo tre anni di governo militare, circa 8 milioni di persone sono state chiamate alle urne per ridare stabilità al Paese e superare le tensioni che dividono la popolazione. I risultati preliminari che erano attesi per i 21 maggio sono, invece, stati annunciati in anticipo: ha vinto con poco più del 61 per cento dei voti Mahamat ibn Idriss Déby Itno, già leader militare del Ciad alla guida il Paese dall’assassinio del padre. Il suo avversario, il primo ministro Succès Masra, che ha ottenuto poco più del 18,5 per cento dei votiva scritto un messaggio su Facebook accusando le autorità di manipolare i risultati.