Accade all'estero
Russia e Cina annunciano di essere al lavoro per «un nuovo ordine mondiale»
L'omicidio di tre donne "perché lesbiche" in Argentina. La nuova richiesta del Sudafrica all'Icj per fermare il conflitto a Gaza. Un mese di proteste in Georgia. la svolta al Parlamento catalano. L'ultimo ghiacciaio in Venezuela. Ecco le notizie dal mondo della settimana
Cina e Russia, «nuovo ordine mondiale più giusto»
«Russia e Cina stanno lavorando insieme per creare un ordine mondiale più giusto e basato sul diritto internazionale e sull’equilibrio degli interessi di tutti i paesi». Così ha detto il 16 maggio il presidente russo Vladimir Putin da piazza Tienanmen durante la visita in Cina, la prima all’estero dopo l’ultimo giuramento come presidente della Federazione, per incontrare Xi Jinping. I due leader si sono mostrati come “grandi amici”: «Lo sviluppo dei legami tra i due paesi favorisce la pace, la stabilità e la prosperità nella regione e nel mondo» ha detto Xi durante la conferenza stampa congiunta, auspicando la soluzione a due Stati per il conflitto in Medio Oriente e una «soluzione politica» alla guerra in Ucraina.
Sudafrica, nuova richiesta all'Icj per fermare il conflitto a Gaza
«Le prove di crimini e atrocità spaventose vengono letteralmente distrutte e demolite, facendo tabula rasa per coloro che hanno commesso questi crimini e facendosi beffe della giustizia», ha detto, rivolgendosi alla Corte, l'avvocato sudafricano Vaughan Lowe KCIl, durante l’udienza (di due giorni) presso la Corte internazionale di giustizia (ICJ) dell’Aia. Che segue la la richiesta Sudafrica di ordinare a Israele di fermare la sua offensiva militare a Rafah, nel sud di Gaza. La Corte sta già esaminando anche un altro caso intentato dal Sudafrica a gennaio: l’accusa a Israele di aver commesso un genocidio contro i palestinesi di Gaza.
Argentina, «Sono state uccise perché erano lesbiche»
Come riporta El Pais, nelle prime ore di lunedì 6 maggio, un uomo avrebbe lanciato nella stanza di un umile hotel non distante da Plaza Colombia a Buenos Aires, la capitale dell’Argentina, una bottiglia piena di liquido infiammabile. Dentro c’erano quattro donne, solo una è sopravvissuta. Le altre tre sono morte bruciate. I membri della comunità LGBT chiedono giustizia e sottolineano come le discriminazioni e l’incitamento all’odio stiano crescendo nel Paese. «Sono state date alle fiamme perché erano lesbiche. Sono state date alle fiamme perché erano povere lesbiche. Sono state date alle fiamme perché erano povere lesbiche che creavano una comunità», ha detto un membro di un’associazione di quartiere chiamata Barracas Lesbian Assembly. Il principale sospettato è Justo Fernando Barrientos, 67 anni, che ha affittato una stanza vicino a quella occupata donne ed è stato arrestato dopo aver tentato il suicidio con una sega.
Georgia, un mese di proteste
Migliaia di manifestanti riempiono da un mese le piazze della capitale della Georgia Tblisi, per protestare contro la legge sugli “agenti stranieri” che richiede che le organizzazioni che ricevono almeno il 20 per cento dei loro finanziamenti dall’estero si registrino come agenti stranieri. Martedì scorso il parlamento ha approvato la terza e ultima lettura di un disegno di legge, nonostante gli avvertimenti di Bruxelles che la sua approvazione potrebbe danneggiare il tentativo del paese di aderire all’Unione Europea. Così le proteste si sono fatte ancora più intense.
Spagna, la svolta in Catalogna
Per la prima volta da tredici anni, i partiti a favore dell’indipendenza hanno perso la maggioranza in Catalogna, alle elezioni vinte dal candidato del Partito socialista catalano (Psc), l’ex ministro della Sanità, Salvador Illa. «Risultato storico, si apre una nuova fase», ha detto il premier spagnolo Pedro Sánchez, anche se Illa non ha i numeri per formare il governo da solo. Dovrà quindi, per forza, fare accordi con altri partiti per avere la maggioranza. Ma non è detto che ci riuscirà. Intanto Carles Puigdemont, il leader indipendentista, ex governatore della Catalogna tra il 2016 e il 2017, che è arrivato secondo, non si arrende. E ha chiesto che Salvador Illa si faccia da parte per consentire un governo indipendentista di minoranza. In cambio del proprio sostegno al governo centrale di Sánchez a Madrid.
Tunisia, nuove deportazioni di migranti
Continuano le deportazioni di migranti in Tunisia. L’ultima, venerdì scorso, quando più di 400 rifugiati sarebbero stati costretti a salire su autobus diretti al confine algerino dove sono stati abbandonati. Mentre altri sono stati espulsi in Libia. La deportazione è stata confermata anche dal presidente tunisino Kais Saied, che ha ribadito il presunto piano in atto di sostituzione etnica della Tunisia. «Un ennesimo tragico effetto delle politiche di esternalizzazione delle frontiere e del controllo securitario della migrazione», ha sottolineato ActionAid.
Venezuela, l’ultimo ghiacciaio scompare
Il Venezuela potrebbe essere la prima nazione nella storia moderna a perdere tutti i suoi ghiacciai, come scrive la Bbc. Secondo l’International Cryosphere Climate Initiative, ong di advocacy scientifica, l’unico ghiacciaio rimasto nello Stato sudamericano, l’Humboldt, conosciuto come «La Corona», è diventato «troppo piccolo per essere classificato come ghiacciaio». Il Venezuela, nell’ultimo secolo, a causa dell’aumento delle temperature e del cambiamento climatico, ha perso altri sei ghiacciai.
Kenya, alluvioni e crepe
Da marzo più di 250 persone sono morte in Kenya (oltre 380 mila coinvolte), a causa delle alluvioni per le piogge torrenziali che hanno colpito anche altri Paesi dell’Africa orientale, con inondazioni e frane che hanno distrutto case e coltivazioni e costretto migliaia di persone a spostarsi. Secondo Medici senza frontiere, le alluvioni in Kenya rischiano di portare anche gravi malattie, come malaria e colera. Per salvare vite umane in futuro, il governo ha ordinato l’evacuazione e la demolizione degli edifici costruiti illegalmente entro 30 metri dalle sponde dei fiumi. Nel frattempo nella regione keniana della Rift Valley si sono aperte anche enormi crepe nel terreno, in cui sono sprofondati case e campi. Potrebbero essere una conseguenza delle forti piogge recenti anche se negli anni passati i geologi avevano già osservato fenomeni simili in aree vicine. Potrebbero, infatti, anche essere un effetto del processo di distaccamento della faglia africana.
Ue, Modifiche alla Pac
In risposta alle proteste portate avanti dagli agricoltori negli ultimi mesi e con l’obiettivo di mettere al centro i rivolgimenti geopolitici in corso, come la guerra in Ucraina, il Consiglio dell’Ue ha dato l’ok alle modifiche proposte dalla Commissione alla Politica agricola comune (Pac) a tutti i Paesi membri dell’Unione. Tra le misure principali, meno controlli a carico degli agricoltori, deroghe agli obblighi ambientali per accedere ai fondi Ue e procedure riviste per la modifica dei piani strategici nazionali.