E poi le nomine in Europa. Il disastro d Biden nel dibattito contro Trump. Il terremoto in Perù. Assange libero. Le proteste in Nuova Caledonia e quelle in Francia. Ecco i fatti della settimana da conoscere

Kenya, sono i giovani a guidare le proteste
Il 18 giugno 2024, migliaia di giovani keniani sono scesi in piazza per opporsi alle legge finanziaria che il presidente William Ruto avrebbe voluto approvare. Dimostrando il peso importante che hanno all’interno della società. E la capacità di organizzazione delle manifestazioni che si sono diffuse in 35 delle 47 province. Sebbene il presidente Ruto il 26 giugno abbia deciso di non ratificare la legge finanziaria, le proteste non sono terminate, trasformatesi nella prova tangibile del malcontento generalizzato e l’indignazione di una generazione colpita dalla disoccupazione. Durante  l’ondata di protesta sarebbero morte almeno una ventina di persone.

 

Perù, forte terremoto
Un potente terremoto di magnitudo 7.2 nella mattinata di venerdì ha colpito a largo della costa sud del Perù, di fronte alla regione di Arequipa. Secondo le autorità locali c’è qualche ferito ma per ora nessun morto. Secondo il Centro nazionale di allarme tsunami degli Stati Uniti potrebbe esserci una minaccia tsunami come conseguenza del terremoto con onde alte fino a tre metri. Ecuador e Perù fanno parte del cosiddetto Anello di Fuoco del Pacifico, una vasta area che circonda l'Oceano Pacifico dove sono frequenti gli scontri tra le placche continentali.

 

Le nomine della Ue
Il Consiglio Europeo ha approvato la conferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea. Grazie all’accordo tra popolari, socialisti e liberali, sono state decise anche le nomine di António Costa come presidente del Consiglio Europeo e di Kaja Kallas come Alto rappresentante per gli Affari esteri. Manca ora il voto del neoeletto Parlamento Europeo. Giorgia Meloni si è astenuta sulla von der Leyen e ha votato contro Kallas e Costa: «La proposta formulata da popolari, socialisti e liberali per i nuovi vertici europei è sbagliata nel metodo e nel merito. Ho deciso di non sostenerla per rispetto dei cittadini e delle indicazioni che da quei cittadini sono arrivate con le elezioni. Continuiamo a lavorare per dare finalmente all'Italia il peso che le compete in Europa», ha commentato.

 

Usa, il dibattito Biden-Trump è stato un disastro per il presidente
Temi seri come immigrazione, sanità, inflazione, debito pubblico, politica estera sono stati trattati in maniera confusa e superficiale. «Gli attacchi personali hanno oscurato la discussione politica», Trump è stato visibilmente il più reattivo e incalzate. Ma ha detto molte notizie false e ingannevoli. Biden, invece, con la voce rauca e troppo bassa a tratti persino per essere compresa, ha perso più volte il filo del discorso, fatto confusione tra temi e nomi, è stato incapace di attaccare con veemenza l’avversario anche su temi chiave e chiari come l’aborto. Tanto che sembra che i democratici stiano iniziando a ragionare sul come fargli capire che sarebbe meglio rinunciare alla ricandidatura.

 

Usa, Assange è libero
Julian Assange è libero: «Ha lasciato il carcere di massima sicurezza di Belmarsh la mattina del 24 giugno, dopo aver trascorso lì 1901 giorni. Gli è stata concessa la libertà su cauzione dall’Alta Corte di Londra. Così dall’aeroporto di Stansted si è imbarcato su un aereo e ha lasciato il Regno Unito», si legge su X dal profilo di Wikileaks. Come riporta Cnn, dopo cinque anni in prigione Assage ha concordato un patteggiamento con il dipartimento di Giustizia Usa accettando di dichiarasi colpevole di un reato relativo al suo ruolo in una delle più grandi violazioni di materiale classificato americano.

 

 

Daghestan, attentati terroristici
È di almeno 20 morti e 46 feriti il bilancio delle vittime degli attacchi compiuti da alcuni uomini armati in due città del Daghestan, nel Caucaso settentrionale, nella sera del 23 giugno. Gli uomini armati hanno attaccato due chiese ortodosse, una sinagoga  e un posto di blocco della polizia uccidendo un prete, tre civili e quindici poliziotti. «Un giorno tragico per il Daghestan e per l’intero paese» ha scritto su Telegram Sergei Melikov, governatore della regione, decretando tre giorni di lutto dal 24 al 26 giugno e definendo l’azione «un tentativo di destabilizzare la situazione». Per le autorità russe si è trattato di un attentato terroristico.

 

Francia, in piazza contro la destra
In Francia il prossimo 30 giugno si terrà il primo turno delle elezioni dell’Assemblea nazionale dopo i risultati elezioni europee che hanno spinto il presidente Emmanuel Macron a sciogliere le camere. Intanto, però, l’avanzata dell’estrema destra nel Paese (e la possibile vittoria) spaventa la società civile che riempie le piazze delle principali città. A Parigi domenica scorsa, ad esempio, 75 mila persone hanno marciato sotto il sole per denunciare il «femminismo di facciata» dei conservatori e le paure per il diritto all’aborto.

 

 

Moldavia, pronta per l’Ue
La scorsa settimana gli Stati membri hanno dato l’ok alle candidature di Ucraina e Moldavia per l’adesione all’Unione europea, presentate a marzo 2022, dopo che Putin ha invaso il Paese di  Volodymyr Zelensky. Martedì 25 giugno sono iniziati ufficialmente i negoziati: un percorso di riforme lungo, che potrebbe durare anche anni. La Moldavia, infatti, intanto, si sta preparando per assicurarsi un futuro democratico in Europa: il 20 ottobre nel Paese si terranno le elezioni presidenziali e anche un referendum per l’integrazione Ue.

 

Uk, spray arancione per il clima
Due manifestanti di Just Stop Oil, una studentessa 21enne di Oxford e un 73enne di Birmingham sono stati arrestati (poi rilasciati su cauzione) dalla polizia britannica dopo aver spruzzato farina di mais arancione sul sito storico di Stonehenge, vicino Salisbury, in Inghilterra,  lo scorso 19 giugno. Come spiegano gli attivisti si è trattato di un atto di protesta contro il cambiamento climatico. Per il premier Rishi Sunak, invece di: «Un vergognoso atto di vandalismo» alla vigilia della festa del solstizio d’estate che attrae molti visitatori. Secondo l’amministratore delegato di English Heritage che gestisce il sito non ci sono stati danni al monumento.

 

Nuova Caledonia, ancora proteste
Nella notte tra il 23 e il 24 giugno ci sono state nuove proteste in Nuova Caledonia, l’arcipelago nell’Oceano Pacifico sotto il controllo della Francia. Dopo quelle scoppiate alla fine di maggio, innescate da una riforma elettorale che concederebbe il diritto di voto a decine di migliaia di residenti non indigeni, durante le quali sono morte nuove persone, i manifestanti sono scesi di nuovo per le strade per protestare contro il trasferimento in Francia di sette attivisti per l’indipendenza della Nuova Caledonia, accusati di aver organizzato le intese rivolte di maggio.