Il caso
Fratelli di fucile: la foto shock di Pietro Fiocchi, il meloniano candidato a Bruxelles con la passione per la fondina
Un manifesto in cui il politico punta l'arma di fronte a sé. È l'ultima provocazione dell'esponente di FdI già noto in passato per le sue foto a tema venatorio. Il tutto a pochi mesi dalla festa di capodanno con colpo partito dalla pistola di un deputato di Destra
Il fucile è puntato verso chi osserva, la giacca è di colore verde militare e lo sguardo nel mirino è truce. Con questo manifesto per una iniziativa pubblica a Sumirago, nel Varesotto, dal titolo «L’Europa e la caccia che vogliamo», Pietro Fiocchi mira (e proprio il caso di dirlo) alla riconferma del seggio a Strasburgo con Fratelli d'Italia.
Classe 1964, rampollo di bossoli e cartucce, quinta generazione dei Fiocchi massimi produttori italiani di munizioni. L’europarlamentare, prima di Natale, aveva già fatto parlare di sé tappezzando Piemonte e Lombardia con un augurio singolare: "A very conservative Xmas", abbreviazione che strizza l'occhiolino a una certa storia. Sul poster, il camino acceso, un cane da caccia e un albero natalizio decorato con le munizioni.
Nel 2021 postò sul proprio profilo Facebook la sua foto accosciato accanto al cadavere di un daino, con il fucile in mano. La didascalia dell'europarlamentare meloniano: «Ho avuto la fortuna di poter cacciare in molte parti del mondo e conservo ricordi incredibili di ogni luogo visitato. Anche qui in Bulgaria è stata una grande emozione che vorrei condividere con voi grazie a questa foto. Paesaggi incantevoli e animali magnifici, soprattutto la compagnia di persone splendide». In quel momento si trovava a Sofia in qualità di membro della Commissione speciale sulla lotta contro il cancro e ne ha approfittato per una battuta di caccia. Una passione che non nasconde: su Instagram si definisce "orgoglioso della mia passione per la caccia e la natura" e su Facebook si presenta come "padre di famiglia, cacciatore e imprenditore". Ogni uscita è un Pride della caccia.
Arrivato a Bruxelles con quasi diecimila preferenze nel 2019, Fiocchi è laureato in Ingegneria aerospaziale, approdato agli impegni dell'azienda di famiglia dopo un'esperienza da guardiamarina sulla San Giorgio e aver fatto parte del Battaglione San Marco. In Europa è componente anche della commissione Ambiente e, tra regolamentazioni di acque reflue e di imballaggi, lavora perché non venga eliminato il piombo dalle cartucce. «Che a Lac, Lav o Wwf non piaccia non me ne frega un cazzo. Gli ambientalisti non hanno vinto un cazzo», lapidario durante una diretta di Caccia e Dintorni dedicata questione relativa all’utilizzo del piombo nelle zone umide (fiumi, torbiere, laghetti) in vista dell’apertura della stagione venatoria. Fiocchi ha espresso più volte anche contrarietà al progetto Cites, la Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione, che vuole impedire l’esportazione dei trofei di caccia dal sud del mondo. «Il cacciatore», ha detto l’eurodeputato nell’intervento che ha aperto l’ultimo convegno Ue, “è la vera sentinella della natura, essenziale nella difesa della biodiversità». In campagna elettorale diceva di più: «Togliamo la legge sulla caccia, la 157, dalle mani dell’Ispra e cambiamo i funzionari ministeriali animalisti».
Adesso l'ultima provocazione che lo rilancia nel gioco della campagna elettorale che terminerà con le elezioni dell'8 e 9 giugno. Per il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli: «Il manifesto elettorale di Pietro Fiocchi, eurodeputato e candidato di FdI alle prossime elezioni europee, è una chiara dimostrazione di chi si nasconde dietro la Premier Giorgia Meloni e il suo partito: personaggi che provocano solo vergogna e disgusto e che continuano a sostenere una politica che non esita a utilizzare immagini di una violenza inaudita per fini comunicativi, una destra che odia palesemente animali e natura, come dimostra anche il veto del governo italiano che ha bloccato l'approvazione della Legge europea sul ripristino della natura. Ma il fucile puntato verso l'osservatore, nelle mani di Fiocchi, non è solo un attacco agli animali, è un gesto di aggressione verso tutti noi» e Bonelli attacca anche la leader di Fratelli d'Italia: «Il silenzio di Meloni su questa vergogna è assordante e inaccettabile. Questi comportamenti devono essere fermamente respinti alle urne. Si dovrebbe vietare l'uso di armi per la comunicazione politica ma anche lottare strenuamente - ed è quello che faremo nel prossimo Parlamento Europeo - per eliminare ogni forma di caccia sportiva e per leggi più forti a protezione della natura».
Ma il parterre di Fratelli d'Italia è popolato da sempre di amanti delle armi: a novembre il Governo Meloni ha inserito nel “pacchetto sicurezza” approvato dal Consiglio dei ministri la possibilità per chi già disponeva di un'arma di servizio, di averne una privata senza necessità di ulteriori autorizzazioni. Senza contare le donazioni al partito, come quella dei Cacciatori Veneti, come raccontato da L'Espresso. Giorgia Meloni, inoltre, nel 2019 aveva partecipato a una conferenza sponsorizzata dalla Nra, la potente National Rifle Association of America.