«Siamo tutti nelle mani del buon Dio. Il ministro dell’Interno l’ho fatto e penso discretamente. Adesso l’assoluzione toglie le scuse soprattutto alla sinistra che diceva “no, Salvini non può occuparsi di immigrazione, di sicurezza, di interni perché è sotto processo”. Ho tante cose da portare avanti al ministero dove sono però sicuramente occuparsi della sicurezza degli italiani è qualcosa di bello e importante». Parole e musica di Matteo Salvini. Peccato però che Giorgia Meloni gli abbia già risposto picche e anche dalle parti del Quirinale tutto vorrebbero tranne che ritrovarsi nuovamente Matteo Salvini al Viminale. E il motivo non ha per nulla a che fare con le inchieste giudiziarie, bensì con i rapporti intrattenuti un tempo da Matteo Salvini con la Russia di Putin. È stato questo, infatti, il vero motivo per il quale il leader della Lega con il governo Meloni non ottenne il bis al Viminale e si optò per Piantedosi, il suo ex capo di gabinetto. Anche a Washington non avrebbero gradito di ritrovarsi con il ministro dell’Interno di un Paese Nato considerato vicino a Putin con l'invasione dell’Ucraina in corso. Senza contare che, storicamente, in Italia si prediligono ministri dell’Interno poco loquaci. Non per niente dopo Matteo Salvini arrivò Luciana Lamorgese. Tutto un altro stile di ministro.

 

Si è detto e scritto molto dell’uscita di scena di Elisabetta Belloni dai vertici del Dis. A cominciare dalla “freddezza” del sottosegretario Mantovano e, di pari passo, l’accresciuta stima di Palazzo Chigi nei confronti del generale Caravelli e di Bruno Valensise. Ma c’è un punto in particolare che ha destato l’attenzione di Palazzo Chigi: Mario Draghi. Draghi non pervenuto. In questa partita l’ex numero uno Bce (colui che nel 2021 aveva nominato Belloni al vertice del Dis), a differenza di quanto riportato dalla gran parte della stampa, si è totalmente smarcato dalla vicenda. A ogni modo, se c’è una cosa che tutti o quasi paiono aver compreso, è che la diplomazia deve continuare a giocare nel suo campo e alle sue regole. Quelle dei servizi segreti sono più complesse e macchinose di quel che si voglia credere.

 

Che ne pensa l’uomo del Colle? Sembra questa ultimamente la preoccupazione più grande degli inquilini di Palazzo Chigi. Oggetto della discussione Elon Musk. Il tema è se debba approdare o meno in Italia con appalti miliardari a favore di Starlink. Un progetto che permetterebbe all’Italia di utilizzare i servizi di telecomunicazione satellitare offerti dalla società SpaceX in ambiti istituzionali e militari molto delicati, in cambio di (almeno) 1,5 miliardi di euro nei prossimi cinque anni. Sullo sfondo c’è però anche il tema delle prossime elezioni politiche italiane nel 2027, in cui Elon Musk potrebbe essere protagonista grazie al ruolo che si sta ritagliando attraverso il suo social X nelle campagne elettorali di tutta Europa e alla sua smania di finanziare le destre in giro per il mondo. Rimane la domanda iniziale: che ne pensa il Capo dello Stato Sergio Mattarella? Sul Colle fioccano perplessità. C'è di mezzo la sicurezza nazionale.