“D'ora in poi, Israele agirà contro Hamas con una forza militare sempre maggiore”. La minaccia di Benjamin Netanyahu si è concretizzata con la ripresa delle operazioni militari nella Striscia di Gaza. Nella notte tra il 17 e il 18 marzo una serie di attacchi aerei israeliani si è abbattuta contro obiettivi di Hamas nella territorio palestinese. Target dell’attacco dell’aeronautica di Tel Aviv sarebbero stati centinaia di nuovi siti che il movimento islamista avrebbe ricostituito nei due mesi di cessate il fuoco. Ma ci sarebbero anche alcune tende di sfollati a Khan Younis. Secondo il ministero della sanità della Striscia e la stampa araba, le vittime del raid sarebbero più di 400, molti dei quali bambini.
Una decisione, quella di Tel Aviv, che arriva dopo che le trattative con i mediatori statunitensi si sono incagliate. ”Il premier Benjamin Netanyahu e il ministro Israel Katz hanno istruito l’Idf ad agire con forza contro Hamas nella Striscia di Gaza, visto che l'organizzazione terroristica ha ripetutamente rifiutato di liberare i nostri ostaggi e respinto tutte le proposte ricevute dall'inviato americano Steve Witkoff e dai mediatori", riferisce l'Ufficio del premier israeliano. L’obiettivo dell’attacco sull’enclave palestinese da parte delle forze armate di Tel Aviv è quello “di raggiungere gli scopi della guerra, tra cui il rilascio di tutti gli ostaggi, vivi e deceduti". Ma c’è dell’altro: le forze armate israeliane avrebbero deciso di attaccare la Striscia perché sospettavano che Hamas si stesse organizzando per lanciare attacchi contro Israele.
L’Idf e lo Shin Bet, ovvero esercito e intelligence israeliani, hanno confermato in una dichiarazione congiunta un attacco "su vasta scala di obiettivi dell'organizzazione terroristica Hamas in tutta la Striscia”. Il portavoce militare ha poi aggiunto che “a seguito di una valutazione della situazione, è stato deciso che la zona al confine con Gaza passerà da un livello di piena attività a un livello di attività ridotto, il che non consente attività scolastiche”. In una nota diffusa dall’ufficio del premier, Netanyahu fa sapere che “il piano operativo” degli estesi attacchi aerei lanciati nella notte dai caccia israeliani “è stato presentato dall'Idf lo scorso fine settimana ed è stato approvato dalla leadership politica”. Anche la Casa Bianca conferma di essere stata avvisata della ripresa dell’offensiva. “Hamas avrebbe potuto rilasciare gli ostaggi per estendere il cessate il fuoco, ma invece ha scelto il rifiuto e la guerra”, ha detto a Times of Israel il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Brian Hughes.
Per il gruppo palestinese, la decisione del premier israeliano equivale scegliere di “sacrificare gli ostaggi”. Stando a quanto riportato da Ynet, “Netanyahu e il suo governo estremista hanno preso la decisione di annullare l'accordo di cessate il fuoco ed esporre gli ostaggi a Gaza a un destino ignoto”, ha commentato Hamas dopo la ripresa dei raid israeliani. L’attacco andrà avanti “fino a quando sarà necessario”, ha affermato un funzionario israeliano. La nuova offensiva lanciata da Israele su Gaza non gli “darà la superiorità sulla resistenza, né sul campo né nei negoziati. Non libererà Netanyahu e il suo sanguinario governo nazista dalla crisi da cui stanno fuggendo”, ha affermato il gruppo palestinese, accusando Tel Aviv di “aver deliberatamente sabotato tutti gli sforzi per raggiungere un cessate il fuoco”.
Israele aveva dichiarato di aver identificato “movimenti insoliti a Gaza” e ritiene che Hamas si stia preparando a un nuovo assalto per attaccare i kibbutz e le truppe dell'Idf nella Striscia. A riportarlo, Channel 12, che cita anche il ministro della Difesa Israel Katz: “Hamas ha subito un colpo pesante, ma non è stato sconfitto. Si sta preparando per compiere un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre”. I membri della Commissione Affari Esteri e Difesa hanno completato il quadro: “Negli ultimi giorni ci è stato comunicato che il potere militare di Hamas e della Jihad palestinese è stato ripristinato, il primo ha 25.000 terroristi armati e la Pij oltre 5.000”.