Sul tema del riarmo europeo, il sottosegretario leghista al ministero dell’Economia, Federico Freni, ha confermato la linea del suo partito: “Per noi è inaccettabile un piano di riarmo da 800 miliardi finanziato a debito. Peraltro, ad oggi Rearm è solo una scatola vuota. Dovremmo indebitarci con la benda sugli occhi per ritrovarci poi a dover aumentare le tasse o a tagliare la spesa per la sanità?”. Il rischio che il debito aumenti “è alto”, ha sottolineato in un'intervista a Repubblica il sottosegretario. Secondo un’analisi dell’Osservatorio sui conti pubblici dell’università Cattolica, se l’Italia usasse tutto lo spazio consentito dalla Commissione europea per aumentare la spesa militare, il rapporto tra debito pubblico e Pil, nei prossimi sette anni, aumenterebbe di oltre un punto e mezzo percentuale, invece che scendere di oltre tre.
"Una legge di bilancio per le armi"
“Se dovessimo recepire l’indicazione di Rearm – ha continuato Freni – dovremmo mettere sul piatto 30-35 miliardi. In pratica una legge di bilancio per le armi, oltre ad altro debito da pagare. Nella migliore delle ipotesi dovremmo ritardare l’inversione della curva del debito, nella peggiore ci ritroveremmo nel 2031 con un rapporto debito/Pil superiore a quello del 2024. È come scegliere tra la padella e la brace”. In sede europea si è scelto di escludere le spese militari dal deficit ed escludere dai vincoli di bilancio del Patto di stabilità. “Ma a un certo punto questa fase finirà e bisognerà rientrare nei vincoli europei – è il ragionamento del sottosegretario al Mef –. Chi pagherà per questo rientro? Gli italiani. Il punto è questo”.
"I litigi non ci appassionano"
E sulla risoluzione che verrà votata dopo le comunicazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo, su cui negli ultimi giorni ci sono state trattative tra i partiti di maggioranza per arrivare a un testo condiviso e che limi le differenze tra le parti, Freni ha spiegato che “la Lega non ha mai pensato a una risoluzione autonoma: siamo il collante della maggioranza. Strappi e litigi non ci appassionano. L’importante – ha spiegato – è avere le idee chiare sulla posizione da assumere nei confronti di questo piano”. “La Lega fa parte della maggioranza tanto quanto gli altri partiti che la compongono – ha affermato Freni in riferimento alle divisioni all’interno del centrodestra sul piano di von der Leyen –. Portare avanti le nostre idee è un dovere nei confronti dei cittadini che ci hanno votato. Di più: è nel dna della Lega”.