La posizione sulla guerra in Ucraina del presidente della Repubblica Sergio Mattarella è sempre stata chiara. E l'ha ribadita in un'intervista rilasciata alla tv di Stato giapponese Nhk, durante la visita di Stato in corso nel Paese asiatico: quella di Mosca è stata "un'aggressione" che ha "violato ogni regola di convivenza tra i Paesi". Le parole usate dal capo di Stato sono più morbide rispetto a quelle usate a Marsiglia, lo scorso 5 febbraio, quando ha paragonato l'invasione della Russia a quella della Germania nazista della Polonia, scatenato la dura reazione (e gli attacchi) del Cremlino. Mattarella spiega all'emittente giapponese come il primo passo debba essere "una pace giusta e duratura basata sulle norme della Carta dell'Onu, accettata dalle due parti". Una pace, continua l'inquilino del Quirinale, "che non mortifichi nessuna delle due parti. Perché una pace basata sulla prepotenza non durerebbe a lungo".
Il rispetto del diritto internazionale
Il rispetto del diritto internazionale, per Mattarella, è una linea rossa che non si può superare: "Mosca, con un trattato, si era assunta il compito di garantire l'integrità e la sovranità territoriale dell'Ucraina". La violazione delle regole di convivenza tra Stati "è inammissibile - spiega il capo dello Stato - altrimenti si afferma il principio che uno Stato più forte può imporre la sua volontà con le armi agli Stati vicini meno forti e meno grandi. Questo renderebbe una barbarie i rapporti internazionali. Per questo in Europa vi è una forte difesa e un forte sostegno all’Ucraina. Perché se riuscisse in questo caso questo sistema altre aggressioni seguirebbero e un succedersi di aggressioni porterebbe inevitabilmente a una guerra di proporzioni inimmaginabili". Quel che il Quirinale vuole evitare è l'abbandono del multilateralismo nella ricerca di soluzioni condivise alle crisi e sfide globali. In altre parole, quel che si deve evitare è una pace privata tra Donald Trump e Vladimir Putin, per il rischio che il mondo torni a essere diviso in "sfere d'influenza".
L'invio di truppe italiane in Ucraina
L'Italia dovrà mandare propri soldati in Ucraina? "Non siamo ancora a questo punto - spiega il presidente della Repubblica -. Non sono nemmeno cominciati i negoziati di pace, parlare di quello che avverrà come soluzione è totalmente fuori dal momento". Ma di forze di peace keeping se ne inizierà a parlare concretamente il prossimo 11 marzo, quando a Parigi si riuniranno i capi di Stato maggiore dell'esercito dei principali Paesi occidentali.
Il rischio di economie chiuse
L'intervista con l'emittente giapponese è stata anche l'occasione, per Mattarella, per parlare dell'economia mondiale e (senza citarlo) dei politica dei dazi introdotta da Trump: "Italia e Giappone sono due grandi Paesi esportatori che hanno la convinzione fondatissima che sia indispensabile avere delle economie aperte, delle collaborazioni economiche tra gli stati che creano integrazione e interdipendenza - ha sottolineato il capo dello Stato -. Un mondo fatto di economie chiuse, in contrapposizione tra di loro, è un mondo invivibile. Invece un mondo fatto di economie aperte è quello che nella storia ha sempre accompagnato la pace. Quando sono prevalse economie contrapposte, in contrasto radicale, c'è sempre stata una conseguenza di scontri e qualche volta di conflitti".
Proprio nel momento in cui, in Europa, si discute della necessità di spendere di più (e in fretta) per le armi, e a pochi giorni dall'evocazione da parte di Emmanuel Macron dell'ombrello nucleare francese a protezione di tutta Europa, Mattarella sarà domani 8 marzo a Hiroshima che per prima, nell'agosto del 1945, ha provato sulla propria pelle la distruzione atomica.