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L'astensionismo è soprattutto di sinistra perché l'elettore di destra è ovviamente soddisfatto: è sempre la stessa e gli piace così com’è - La lettera

Ebbene sì. Sono uno di quegli elettori che dal 2016 si sono astenuti dalle politiche (ma non dalle europee o dalle amministrative). Mi hanno deluso tutti, ma in particolare la sinistra, poiché la destra è sempre la stessa da che io mi ricordi. Capisco per quale motivo l’astensionismo è soprattutto “di sinistra”, l’elettore di destra è ovviamente soddisfatto: gli piace così com’è. La sinistra non dialoga più con l’elettore: lo indirizza; non tenta di far qualcosa che sta a cuore all’elettore: tenta di indottrinarlo; non cerca di capire l’elettore: tenta di blandirlo. 

 

La sinistra non ha più il contatto con la gente comune, parla soprattutto di cose astratte. Intendiamoci: i principi sono importanti, su questo non ci piove. Il problema è che l’elettore (il pensionato con 1200 euro, il giovane precario, i separati, coloro che hanno dei malati in casa, ma anche la vasta pletora di persone sotto la soglia della povertà), percepisce l’indifferenza alla propria condizione: sente parlare insistentemente di lgbt, di accoglienza, di allargamento della cittadinanza, nessuno si occupa dei suoi problemi. Esempi? Negli anni ‘70 le famiglie medio basse, ad agosto chiudevano tutto e andavano al mare per quasi un mese, oggi chi potrebbe permetterselo? Io personalmente non posso permettermi una vacanza dal 2003, figuriamoci chi deve pagare l’affitto di casa, altro che “bonus”. Si parla molto di turismo, ma si intende sempre quello benestante. 

 

Le tasse sulla casa sono smisurate: se i genitori ti hanno lasciato una casa, il comune ti considera come se fossi un nababbo e ci fosse una volta che non le alza. A proposito di tasse, è ovvio che le si debba pagare tutti; il problema della sinistra è che parla troppo di tasse, tasse che alla fine spaventano l’elettore (eh sì, poiché tutti sanno che il salariato e il pensionato vengono tartassati, tutti parlano di equità ma alla fine pagano sempre gli stessi), dunque sentir parlare di tasse allarma a un punto tale che molti preferiscono turarsi il naso e ignorare l’evasione. Per qualsiasi cosa è necessario passare per le forche caudine dell’ISEE, che serve solo ai centri di assistenza fiscale. Ho visto montagne di ISEE fasulle indagate dalla guardia di finanza. Senza ISEE non si ha diritto a niente. Vogliamo poi parlare del “sequestro” delle liquidazioni? Tutti fanno orecchio da mercante. La “sinistra” non sa o non vuole sapere, comunque non capisce. Io alle ultime politiche non ho votato, dovendo scegliere tra due schieramenti che sapevo mi avrebbero comunque tartassato, ho preferito non votare.

 

Il “green”? Sono ecologista fin dall’infanzia... A cosa è servito? Il trasporto pubblico è inesistente e inefficiente, devi comprare un’auto “più green” a rate ogni 5 anni (e come fai, con paghe e pensioni da fame?), le norme sono talmente rigide che devi spendere tutti i risparmi di una vita per acquistare una caldaia ecologica “a norma”, ogni minimo errore, ogni dimenticanza, vengono sanzionati con grande severità. Ho lavorato decenni, costruito cultura, tirando su dal niente una biblioteca pubblica e devo dire che questo è stato l’unico ambito in cui la sinistra si sia davvero impegnata a fondo. È vero che la sinistra è piena di intellettuali, intellettuali che però hanno completamente perso il contatto con il popolo. E queste sono soltanto alcune delle ragioni che mi hanno portato all’astensione. Sarò sincero: io non sopporto più sentir parlare di tasse, di migranti, di green, di cittadinanza. Chi vuol fare, fa, il problema è che si fanno solo parole. 

 

Ma è con le parole che si delude l’elettore, lo si spaventa e lo si allontana. I principi sono importanti, ma quando devi fare i conti con il quotidiano, con la sanità privata, quando devi farti un’assicurazione per non fare due anni di coda per un esame, ti viene voglia di mandare tutti a quel paese. Ora vi sarà facile farmi una bella reprimenda (“il qualunquista”, quello che non capisce niente, il dipendente pubblico nullafacente, “è con le tasse che si pagano i servizi”, ecc.), tutti a giudicarmi per il fatto che non ho votato: e chi avrei dovuto votare? Un partito che sostiene l’occupazione delle case? Un partito che vuole aumentare le tasse? Un partito che vuol cancellare la costituzione? Un partito che vuol rimettete le centrali nucleari a fissione? Un partito che dice “abbiamo una banca”? Un partito che ha cancellato l’art.18? Un partito che vuol privatizzare tutto? Un partito che vuol dare la cittadinanza a chiunque passi da qui? Un partito che costruisce centri di detenzione per poveracci? Un partito xenofobo? Un partito che riduce le tasse ai benestanti? Un partito azienda? Sono davvero stanco di tutto questo. È così che ha vinto l’estrema destra, a causa del non voto. Anche perché la sinistra non va più a votare. Non ci sono solo i princìpi, c’è da fare i conti con la vita di tutti i giorni, devi arrivare a fine mese tra tasse e balzelli e non è facile. Ma agli intellettuali, la vita dei comuni cittadini non interessa. 

 

Non voglio “lezioni” da qualcuno che si sente superiore a me: voglio vedere gente che lavora, che sa cos’è la vita vera, che capisca e magari rinunci temporaneamente a qualcuno dei suoi principi inderogabili per pensare al cittadino comune. Tornerò a votare comunque, sono costretto: ho paura di questo nuovo occidente illiberale. Ma ciò non libera la sinistra dal suo disinteresse per il cittadino “qualunque”. 

Duilio Chiarle

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