Per aumentare la taglia del reggiseno si moltiplicano i metodi alternativi al bisturi. L'ultimo è l'uso di iniezioni contenenti il proprio grasso, precedentemente prelevato dall'addome

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Per le donne che sognano un seno da maggiorate si moltiplicano i metodi alternativi al bisturi. L'ultimo è l'uso di iniezioni contenenti il proprio grasso, precedentemente prelevato dall'addome, che lentamente l'organismo riassorbe e l'effetto scompare. Seni nuovi quindi, ma a scadenza, per coloro che vogliono lasciarsi la possibilità di ripensarci o convincersi a operarsi davvero in un secondo momento. La faccenda, però, non piace ai medici dell'American Society of Plastic Surgeons. E la ragione la spiega Gregory Scott, autore di una indagine svolta su 20 donne sottoposte a questo intervento: "L'impiego del proprio adipe corporeo per ingrandire il seno non è supportato da sufficienti studi. Il grasso può calcificarsi, oscurare le future mammografie o essere confuso con un tumore. Inoltre non si conosce ancora quanto adipe sia necessario iniettare per ingrandire adeguatamente le mammelle né quanto di questo sarà assorbito dall'organismo.

Se il proprio grasso usato in piccole dosi per ridisegnare il profilo del seno, alterato da un tumore o affetto da piccole imperfezioni, dà buoni risultati ed è sicuro, l'uso di maggiori quantità a scopo estetico è sconsigliato". Ancora, le donne che scelgono di aumentare la taglia del proprio seno, lamentano i chirurghi, non si accontentano di piccoli ritocchi, ma chiedono mammelle che non esistono in natura. Eric Swanson ha fatto un'indagine su oltre 300 donne sottoposte a mastoplastica additiva, riduttiva e lifting per il ringiovanimento del décolleté, e commenta: "Vogliono seni di forma convessa, sodi e col profilo pieno nella parte alta, anche se in natura il seno è pieno nel quadrante inferiore". Comunque sia, rimane il fatto che a distanza di cinque anni dall'operazione, il 99 per cento delle donne si dichiara soddisfatta e il 91 ha migliorato la propria autostima.

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