Quattro elementi, molto diversi tra loro, come quattro tessere di un mosaico mostrano come L’Espresso raccontava l’Italia nell’estate del 1957. La copertina del 7 luglio, dominata da un primo piano di Sophia Loren, informava i lettori del ritorno della diva da Hollywood, dopo le riprese di “Desiderio sotto gli olmi” di Delbert Mann. La didascalia non dimenticava, tuttavia, di sottolineare le indagini finanziarie sui guadagni dell’attrice, sospettata di aver dichiarato un patrimonio inferiore alle aspettative del fisco. L’articolo di fondo si scagliava, seppur in modo sottile e ironico, contro Umberto II di Savoia, riportando l’episodio della separazione forzata tra l’ultima regina consorte, Maria José, e il suo unico figlio maschio Vittorio Emanuele. Un trafiletto nel taglio basso, accompagnato da una fotografia, rivelava inoltre i retroscena della visita del sindaco di Boston a Roma. Vicino agli ambienti di estrema destra, John Hynes era stato infatti accolto dal Msi, tra i saluti romani e le note di “Giovinezza” in una trattoria del centro. È tuttavia l’articolo di spalla quello che, con gli occhi di oggi, colpisce di più. In occasione dell’inaugurazione del terzo anno geofisico internazionale (1957-58) L’Espresso già spiegava l’urgenza di un piano per affrontare quella che poi è diventata l’emergenza climatica, ma che allora era piuttosto l’immediata necessità di smaltire le scorie atomiche e abbassare i livelli di anidride carbonica nell’atmosfera. L’Espresso descriveva l’anno geofisico come un «anno di strane esplorazioni» della scienza e della materia, tuttavia necessarie alle scoperte del futuro.