Grande cordoglio ai funerali della senatrice a vita e premio Nobel per la medicina, spentasi a 103 anni. Una vita dedicata allo studio, alla ricerca e all'impegno. Tutte le tappe della sua straordinaria carriera scientifica e umana. Il vostro ricordo
E' scomparsa a 103 anni nella sua casa romana, in via di Villa Massimo, Rita Levi Montalcini. Era senatore a vita, premio Nobel per la medicina e di certo la più celebre scienziata italiana. Era nata nel 1909 a Torino, in una famiglia della borghesia ebraica cittadina e si era laureata in Medicina nel 1936. Dopo la guerra (periodo molto travagliato per la sua famiglia a causa delle leggi razziali promulgate dal regime fascista) Rita fu invitata a proseguire la carriera scientifica negli Stati Uniti, dove tra gli anni Cinquanta e Sessanta lavorò all'individuazione del Nerve Growth Factor (NGF), scoperta che le sarebbe valso nel 1986 il premio Nobel per la Medicina per la sua importanza nella comprensione dei meccanismi di sviluppo del cancro e di malattie come il morbo di Parkinson e l'Alzheimer. Non smise mai di lavorare per e con le istituzioni scientifiche italiane, fino a trasferirsi di nuovo in patria alla fine degli anni Settanta, continuando sempre l'attività scientifica e diventando senatore a vita.
1909: La famiglia Levi-Montalcini nasce a Torino, il 22 aprile, da Adamo Levi e Adele Montalcini, entrambi di origine israelitica. Famiglia di artisti, ingegneri e intellettuali, quella torinese, dove Rita è l'ultima arrivata, insieme alla gemella Paola, con la quale la scienziata avrà sempre un legame strettissimo. Rirì, come la chiamavano in casa, è una bambina timida e introversa, ma con un grande senso di indipendenza, affezionatissima alla madre e legata al padre da un rapporto tumultuoso. Adamo, infatti, ingegnere elettronico con la passione della matematica, è un padre autoritario e severo, del quale scriverà da grande: "A distanza di tanti anni ho capito che mio padre (...) ha esercitato un'influenza decisiva sul corso della mia vita, sia attraverso i geni che mi ha trasmesso, sia attraverso il contatto quotidiano che provocava in me reazioni opposte: un'ammirazione per la sua tenacia, la sua energia e il suo ingegno, ma anche una tacita disapprovazione per altri aspetti della sua personalità".
1930: La scuola torinese Si iscrive a Medicina all'Università di Torino e studia sotto la supervisione di Giuseppe Levi. Una scuola di Nobel quella del professore ebreo e antifascista: colleghi di studio e amici della Montalcini saranno infatti anche Renato Dulbecco e Salvador Luria, anch'essi insigniti del prestigioso riconoscimento. Durante gli anni all'università "scopre" i neuroni, le cellule del sistema nervoso, e se ne innamora, legando per sempre il suo nome a quello della neurologia. E dedicando la sua vita solo alla scienza: Rita infatti non si sposerà mai.
1936: Studi proibiti Si laurea e, ancora indecisa se fare il medico o dedicarsi all'attività di ricerca, si iscrive alla specializzazione in Neurologia e Psichiatria. Due anni dopo il "Manifesto per la difesa della razza" vieta agli ebrei di sposare gli ariani e proibisce anche a tutti i cittadini italiani non ariani di proseguire con la carriera accademica e professionale. Rita non ha scelta: in Italia non può più rimanere lei, ebrea e medico. Così si rifugia in Belgio insieme a Giuseppe Levi, dove ha modo di continuare le sue ricerche sullo sviluppo del sistema nervoso.
1940: In fuga dal nazismo In Belgio la scienziata non rimane a lungo: la minaccia delle truppe naziste la spinge a tornare in Italia, dove per un breve periodo si dedica clandestinamente alla professione di medico. Durante la guerra, la famiglia Levi-Montalcini fugge da Torino e si ritira sulle colline piemontesi, dalle parti di Asti. Dopo un periodo di profondo sconforto in cui avrebbe voluto lasciar perdere tutto, Rita rimette mano ai suoi studi, trasformando un angolo della sua stanza in un piccolo laboratorio casalingo: un'incubatrice per le uova comperate dai contadini del posto, qualche ago da cucire come bisturi, forbici per uso oftalmico e qualche pinzetta da orologiaio. In quel laboratorio Rita studia il sistema nervoso nei polli: è affascinata dal modo con cui i nervi si diramano dal midollo spinale andando a innervare gli arti. Durante gli esperimenti di amputazione/innesto di ali e zampe, Rita intuisce che queste regioni periferiche rilasciano sostanze in grado di influenzare lo sviluppo delle cellule nervose del midollo spinale destinate a innervarle. La crescita del sistema nervoso sembra non essere dettata unicamente dal patrimonio genetico.
1947: Gli anni americani Finita la guerra e rientrata a Torino, dopo un periodo trascorso con la famiglia a Firenze, parte per gli Stati Uniti d'America per un soggiorno presso la Washington University a Saint Louis, dove era stata invitata da Viktor Hamburger. Il biologo tedesco era stato incuriosito dagli studi della Montalcini, tanto simili ai suoi, dai quali a sua volta la stessa Rita aveva tratto ispirazione. Oltreoceano la scienziata pensava di rimanere solo qualche mese, e invece inizierà una collaborazione trentennale, il periodo "più felice e più produttivo della mia vita", come lei stessa lo ricorderà. Inizia anche a insegnare, ma non abbandona i suoi studi sullo sviluppo del sistema nervoso.
1951-1952: Caccia alla proteina Prendendo spunto dagli esperimenti di Elmer Bueker, Rita comincia a impiantare cellule tumorali negli embrioni di pollo. Si accorge presto che le cellule neoplastiche hanno il potere di far crescere a dismisura le fibre nervose: c'è qualcosa nei tumori che stimola la crescita delle cellule nervose, che mima e amplifica gli effetti dell'innesto di un arto. Ipotizza dunque l'esistenza di un "nerve growth promoting agent" (un agente promotore della crescita nervosa), come lo chiama inizialmente la scienziata, che sempre più intenzionata a dargli la caccia e a scovarlo, continua gli esperimenti sugli embrioni e sulle culture cellulari. Si affianca nelle sue ricerche al biochimico Stanley Cohen.
1959: La grande scoperta La Montalcini e Cohen annunciano la scoperta di un fattore di natura proteica in grado di stimolare la crescita delle fibre nervose, fondamentale per il normale sviluppo del sistema nervoso: il Nerve Growth Factor, NGF. Gli anni che seguiranno, Rita li dedica allo studio del meccanismo d'azione della proteina che aveva rincorso per anni, impegnandosi a far conoscere l'importanza del suo lavoro scientifico in tutto il mondo.
1977: Ritorno in Italia Dopo anni in cui si era divisa tra gli Stati Uniti e l'Italia (dove aveva organizzato delle attività di ricerca presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche), la scienziata abbandona la vita da laboratorio e torna definitivamente in patria, ma di fatto non smetterà mai di lavorare. "Quando si smette di lavorare si muore. E per me sarebbe la cosa più triste di tutte. Io non lavoro per il bene dell'umanità. Io lavoro per il mio bene" diceva. Una volta in pensione ricopre numerosi ruoli istituzionali e si impegna a sostenere la ricerca in Italia, criticando le "baronie" degli ambienti universitari e sottolineando invece l'importanza della meritocrazia, dell'innovazione e della creatività. Particolare attenzione dedicherà alla questione della parità dei diritti delle donne in ambito scientifico. Diventerà membro delle più importanti istituzioni scientifiche internazionali, come l'Accademia Nazionale dei Lincei, la National Academy of Science e la Royal Society.
1986: Il premio più ambito "Erano circa le 11 ed ero in camera leggendo un giallo di Agatha Christie quando è arrivata la telefonata da Stoccolma". Era arrivato il Nobel, con il quale di fatto Rita Levi Montalcini diventa la più famosa ricercatrice italiana. Dopo il riconoscimento la scienziata lega il suo nome a quello di numerose battaglie civili e sociali, dalla questioni delle mine anti-uomo, al problema della fame nel mondo.
1992: Formare i giovani e le donne Insieme alla sorella Paola crea la Fondazione Levi-Montalcini, che poi diventerà Fondazione Rita Levi Montalcini, dedicata alla formazione dei giovani e in particolare all'aiuto delle giovani donne africane, sostenendone l'istruzione a tutti i livelli. 2001: L'attività in Parlamento L'allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi la nomina Senatrice a vita.
2005: Dall'EBRI alla Legge 40 Iniziano le attività di ricerca all'European Brain Research Institute (EBRI), presso la Fondazione Santa Lucia, un centro fondato dalla scienziata tre anni prima interamente dedicato allo studio del cervello. Nello stesso anno, la scienziata si schiera a favore del sì nel referendum sulla fecondazione assistita per l'abrogazione parziale della Legge 40/2004.
2007: Storace e le "stampelle" del governo Prodi È protagonista di una polemica creata da Francesco Storace. L'ex ministro della Salute, riferendosi all'appoggio della Montalcini al governo in qualità di Senatrice a vita, la descrive come uno "strumento micidiale di sostegno del governo Prodi" e una "persona di parte". Storace ironizza anche sull'età della scienziata, dichiarandosi pronto a "portarle le stampelle". La Montalcini risponde: "Mi rivolgo a chi ha lanciato l'idea di farmi pervenire le stampelle per sostenere la mia "deambulazione"e quella dell'attuale Governo, per precisare che non vi è alcun bisogno (…) A quanti hanno dimostrato di non possedere le mie stesse "facoltà", mentali e di comportamento, esprimo il più profondo sdegno non per gli attacchi personali, ma perché le loro manifestazioni riconducono a sistemi totalitari di triste memoria".
2009: Un secolo di esperienza Rita Levi Montalcini festeggia i suoi "primi" cento anni. 2010: Una stella di nome Rita Gli astronomi dell'INAF dedicano un asteroide alla scienziata: il (9722) Levi-Montalcini. 2011: PHD Honoris Causa Nella sala del Senato accademico della Sapienza Università di Roma, il premio Nobel riceve dalla McGill University di Montreal (Canada) il dottorato honoris causa in Scienze.
30 dicembre 2012: Rita Levi Montalcini si spegne a Roma, nella casa di via di Villa Massimo, all'età di 103 anni.
Bibliografia Rita Levi-Montalcini è stata anche una prolifica scrittrice. Suoi sono Elogio dell'imperfezione (1987), Il tuo futuro (1993), Senz'olio contro vento (1996), L'asso nella manica a brandelli (1998), La galassia mente (1999), Cantico di una vita (2000), Un universo inquieto. Vita e opere di Paola Levi Montalcini (2001), Tempo di mutamenti (2002), Abbi il coraggio di conoscere (2004), Tempo di azione (2004), Eva era africana (2005), Lungo le vie della conoscenza. Un viaggio per sentieri inesplorati con Rita Levi Montalcini (Con Giuseppina Tripodi, 2005), I nuovi Magellani nell'er@ digitale (con G. Tripodi, 2006), Tempo di revisione (con G.Tripodi, 2006), Rita Levi Montalcini racconta la scuola ai ragazzi (con G. Tripodi, 2007), La clessidra della vita di Rita Levi Montalcini, (con G.Tripodi, 2008), Ritmi d'arte (2008), Le tue antenate. Donne pioniere nella società e nella scienza dall'antichità ai giorni nostri (Con G. Tripodi 2008), Cronologia di una scoperta (2009), L'altra parte del mondo (con G.Tripodi, 2009).