Figlio di un perseguitato dal fascismo, Vella Folgore va in esilio con la famiglia prima in Svizzera e poi in Francia, dove si unirà ai maquisards, i membri della resistenza transalpina. Avrà parte attiva anche nella Liberazione di Milano, come membro del CLN cittadino

Vella Folgore
Verso le una del pomeriggio sosto nei pressi di piazzale Loreto in attesa di un tram. L'attesa è più lunga del solito poi passano alcune vetture vuote dirette al deposito. Non ho dubbi: è scattato lo sciopero generale, prodromo dell'insurrezione. Mi avvio immediatamente a piedi verso via Podgora.

Man mano procedo, le strade si svuotano. I rari passanti si scambiano occhiate furtive. Un uomo mi si affianca e a voce alta osa dirmi: “Ci siamo. I partigiani sono già in città”. Qualche portinaio provvede a chiudere il portone di casa. È palese l'attesa di eventi drammatici.

Al nostro Centro le notizie giungono frammentarie e contraddittorie per lo più portate da messaggeri infervorati, non sempre testimoni dei fatti riferiti. Il telefono, che funziona ancora, viene usato con parsimonia e per comunicazioni di estrema laconicità. Ho conferma che il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, CLNAI, ha diramato l'ordine d'insurrezione generale. Si combatte in periferia attorno alla Pirelli, alla Breda e all'O.M. Sembra che quest'ultima fabbrica sia già in mani partigiane. Nel centro della città sono ancora rintanati i fascisti nei loro fortini e alla Prefettura.

Verso le sei ci segnalano che la stazione di radio Milano e stata abbandonata. Mi si chiede di andare a controllare e di informarmi se e quando le trasmissioni saranno in grado di riprendere. Con Spilimbergo e altri tre compagni prendiamo una macchina con la targa della Repubblica di S. Marino e con i finestrini protetti da lastre d'acciaio e ci precipitiamo.

Nessuno di noi è armato. Percorriamo velocemente le strade ormai totalmente vuote e arriviamo in Corso Sempione in pochi minuti. Il palazzo della radio sembra abbandonato. Entriamo da una porta laterale incustodita e ci aggiriamo per corridoi deserti dove porte spalancate danno su uffici vuoti, perfettamente in ordine, pronti, si direbbe, a riprendere la loro attività con il nuovo giorno. Incontriamo finalmente il funzionario che ci ha avvertiti della fuga fascista. Abbiamo la conferma che domattina la radio sarà in grado di funzionare. Ci viene richiesta una presenza armata per scoraggiare eventuali reazioni. Verrà mandata una formazione delle Brigate Matteotti.

E calata la sera quando sono di ritorno al nostro Centro. Mi dicono che, nel pomeriggio, il cardinale Schuster (Alfredo Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano, ndr) ha organizzato un incontro tra i membri del CLNAI e Mussolini al quale è stata intimata la resa senza condizioni di tutte le formazioni fasciste. Mussolini si è riservato di dare una risposta entro le otto di sera.

[…] Mussolini, ancora una volta spergiuro, ha disertato l'appuntamento delle otto e ha lasciato la Prefettura per destinazione ignota; la Guardia di Finanza è passata alla ribellione; le fabbriche sono in gran parte in mano agli operai che ne salvaguardano l'incolumità; i fascisti, dopo la fuga del loro "duce" sono disorientati e non prendono iniziative. I tedeschi stanno a guardare.


Vella Folgore (Verona, 1920)

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