La gioia che esplode con l’incalzare degli eventi che portano alla Liberazione di Milano, ma anche i dubbi e le paure per ciò che potrà accadere domani. Antal Mazzotti sembra racchiudere i sentimenti e gli stati d’animo della città in cui vive, mentre cammina per le strade in cui si alternano gli ultimi scontri e i primi festeggiamenti.

I diari di Antal Mazzotti
Molte notizie vaghe, non sempre controllate, tra cui quella di Mussolini che stasera sarebbe fuggito in una colonna di fascisti e tedeschi. Oggi pomeriggio sparatoria fitta, un po’ ovunque tra patrioti e nazifascisti. Pare che un gruppo di patrioti abbia tentato di occupare la stazione centrale per impedire sabotaggi. In giro per la città, assisto al saccheggio dei magazzini della Pirelli, tra via Filzi e via Fara, benevolmente conniventi alcuni militari tedeschi: impressione della folla esasperata e bisognosa, che si muove potente e sicura dell’impunità. Ancora una volta, camminando in mezzo a tanta gente, la corroborante e entusiasmante unanimità dei sentimenti e della loro espressione aperta, il senso della forza popolare non più impedita dalla paura, la simpatia più accesa per chi combatta il nemico di tutti. Superate perfino le differenze di partito, già apparse alla luce. Sollievo per l’assenza di ogni autorità. Sotto sotto, inquietudine e la domanda: che cosa avverrà domani, poi?

26 aprile
Stanotte bombardamento inglese; anche stamattina è proseguita la sparatoria. I patrioti usciti dai loro rifugi sono padroni della situazione perché girano in auto e motocicletta e anche autoblindo, tra l’entusiasmo e le acclamazioni della gente, facce trasformate, più vive per la gioia, che riempie le strade ancor più numerosa, in centro si cammina a fatica, lentamente, come dopo il 25 luglio. Coccarde tricolori e rosse, pugni chiusi in alto come gli spagnoli della repubblica rossa. Ho visto un manipolo di tedeschi senz’armi fraternizzanti con patrioti, gridare e ridere insieme. Di fascisti nemmeno l’ombra, rimpiattati al sicuro nelle loro tante o fuggiti. Sono comparsi i primi nuovi quotidiani di partito, finalmente liberi (gli altri giornali non escono), con le notizie dell’insurrezione generale del Nord Italia e dell’avnzata veloce ormai ovunque degli alleati liberatori.

È un giorno decisivo di cui si comprenderà meglio in avanti significato e spessore. Intanto godiamo insieme il tripudio, l’esplosione di vitalità risalente al profondo e quasi incredibile con quella fame mai saziata del tutto, la scoperta inebriante della libertà non più condizionata e ambigua come quella del 25 luglio, il sentimento di nuova fraternità e dell’appartenenza a una comunità, quasi in una nuova fede, il gusto della politica, del poter parlare a voce alta con chiunque senza guardarsi dattorno. Un ritorno alla vita. Ognuno è fatto spettacolo all’altro, come su un immenso teatro. E poi la bellezza del riprendere le fila dell’avvenire, i progetti, senza più l’incubo della guerra.


Antal Mazzotti (Zurigo, 1912)