Panama Papers, altri ottanta nomi di italiani con i soldi nei paradisi offshore

Rodolfo De Benedetti, Raffaele Raiola e Daniele Bodini
Rodolfo De Benedetti, Raffaele Raiola e Daniele Bodini

Compare come amministratore, ma non beneficiario, Rodolfo De Benedetti. Poi: l'ambasciatore di San Marino all'Onu, l'ex top manager della Ferrero, lo sponsor del padiglione Italia all'Expo. E tanta provincia profonda...

Rodolfo De Benedetti, Raffaele Raiola e Daniele Bodini
Decine di imprenditori, professionisti, manager di grandi aziende. E poi anonimi investitori, sconosciuti alle cronache, che si sono comprati un rifugio offshore. L'Espresso in edicola venerdì 22 aprile e già online su Espresso+ pubblica una nuova lista di clienti italiani dello studio Mossack Fonseca. Sono 80 in tutto i nomi di quest'ultimo elenco, che vanno ad aggiungersi ai 200 già rivelati nelle scorse settimane. A quasi un mese dalle prime rivelazioni, il vaso di Pandora dei Panama Papers, la più grande fuga di notizie della storia della finanza, riserva quindi ancora sorprese.

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Nello sterminato archivio c'è una società delle Isole Vergini britanniche amministrata da Rodolfo De Benedetti, presidente del gruppo Cir, la holding che controlla l'Editoriale l'Espresso. E un altro file della banca dati panamense porta a Domenico Bosatelli, patron della Gewiss di Bergamo. Molte pagine di documenti sono dedicate a Silvio Garzelli, un manager che in passato ha amministrato numerose attività internazionali del gruppo Ferrero, che però risulta estraneo alle offshore, così come l'omonima famiglia. Anche l'immobiliarista Daniele Bodini, con base a New York, promotore di importati operazioni a Milano e Firenze, viene indicato come "director" di una società offshore, mentre il costruttore napoletano Raffaele Raiola, noto anche per aver rilevato una parte delle attività della Btp del fiorentino Riccardo Fusi, figura tra gli amministratori della Dishford delle Seychelles.

ESPRESSO+ ESCLUSIVO: I NUOVI OTTANTA NOMI ITALIANI DEI PANAMA PAPERS

Migliaia di documenti che in qualche modo portano al nostro Paese sono stati esaminati da "l'Espresso" alla luce dei dati disponibili nelle banche dati commerciali per ridurre al minimo il rischio di errori dovuti ad omonimie, trascrizioni sbagliate, indirizzi imprecisi. Va detto che in molti casi, per la precisione 481, è stato impossibile risalire all'identità dei reali titolari delle offshore. Il capitale delle loro società è rappresentato da titoli "al portatore" e la proprietà spetta a chiunque possieda fisicamente l'azione, senza alcuna pubblicità o registrazione. Rimangono quindi anonimi più di metà dei circa 800 italiani che si sono affidati alla premiata ditta Mossack Fonseca.

ESPRESSO IL DATABASE CON I PRIMI 200 NOMI

Tra i nomi in chiaro, i Panama Papers riportano quello di Rodolfo De Benedetti,  collegato alla McIntyre holding Ltd, registrata nel 1995 a cura di Mossack Fonseca nel paradiso fiscale delle Isole Vergini britanniche. Il figlio di Carlo De Benedetti, presidente del gruppo editoriale l'Espresso, è stato nominato amministratore di McIntyre nel 1995, di cui però non è beneficiario economico. «La società è stata chiusa da molti anni», dice De Benedetti. «In passato» spiega, «McIntyre si era occupata di investimenti finanziari nel continente americano gestendo antichi risparmi di famiglia e la posizione di questi ultimi fu regolarizzata con il fisco italiano nel 2003». In quell’anno, secondo quanto risulta dalle carte, De Benedetti ha rassegnato le dimissioni da amministratore della offshore delle Isole Vergini britanniche, che non faceva parte del gruppo Cir quotato in Borsa. «Per quanto mi riguarda», dichiara De Benedetti, «non sono mai stato azionista né beneficiario economico di McIntyre holding. Il mio nome compare in quanto consigliere di amministrazione. Infine, ritengo opportuno sottolineare che da sempre dichiaro tutti i miei redditi e pago le tasse in Italia».

«La Koster delle Isole Vergini britanniche è proprietaria unicamente di un immobile a Montecarlo», ha spiegato un portavoce di Domenico Bosatelli, 82 anni, fondatore, presidente e unico azionista del gruppo Gewiss di Bergamo, marchio con attività in tutto il mondo nell'impiantistica elettrica, dai semplici interruttori fino ai sistemi complessi per l'industria e la domotica. I Panama Papers disegnano i contorni di una parte dell'attività di Bosatelli fin qui rimasta nell'ombra, una galassia di società offshore che va dai Caraibi a Montecarlo. Nelle Isole Vergini britanniche troviamo la Koster Ltd, registrata da Mossack Fonseca nel 1998. Ma secondo quanto l'Espresso ha potuto ricostruire,  l'industriale bergamasco risulta collegato anche alla Koster Lda dell'isola di Madeira (territorio a fiscalità privilegiata sotto sovranità portoghese), la Koster Im del principato di Monaco.

L'inchiesta e la lista completa dei nomi su l'Espresso in edicola da venerdì 22 aprile e online su Espresso+

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