Una ragnatela organizzata di giovani e giovanissimi neofascisti e neonazisti. Riuniti in decine di nuovi gruppi e gruppuscoli di estrema destra, da Verona a Palermo, da Pescara a Cagliari. E un patto con la Lega di Salvini, in nome degli slogan comuni: “Prima gli italiani”, “stop all’immigrazione”, “no alla Boldrini” e così via.
Quello che L’Espresso ha scoperto e indagato è il mondo sotterraneo - adolescenziale e postadolescenziale - che si forma nei cosiddetti “kulturkampf” (le scuole estive dove si legge Evola e si fanno lezioni di difesa personale) e che oggi ha come punto di riferimento i vertici della Lega, i cui esponenti sono ospitati durante queste stesse kermesse nere. È una nuova rete che si estende dai social network al mondo fisico e, durante l’anno scolastico, fa proselitismo nelle scuole superiori, portando nuovi e futuri elettori al “Capitano” Salvini.
Giovani camerati e esponenti del Carroccio si incontrano sempre più spesso, in pubblico e in privato: i neofascisti così trovano un’importante sponda in un partito di governo e il Carroccio trova un megafono - un mezzo di radicazione - tra le generazioni che andranno al voto, alcuni già alle prossime europee di fine maggio. Una dialogo che talvolta si trasforma concretamente in posti assicurati in consigli comunali e regionali per i capi politici che hanno fondato le sigle studentesche.
È il 18 ottobre del 2014 quando la Lega - Salvini ne è segretario da pochi mesi - stringe il primo patto silenzioso con l’estrema destra. Siamo a Milano, per la manifestazione “Stop Invasione” organizzata dal nuovo leader del Carroccio. I militanti gruppo di Lealtà Azione, rappresentanti in Italia della comunità Hammerskin, vigilano ai margini: il loro compito è effettuare servizio d’ordine. Gli Hammerskin, di cui quelli di Lealtà Azione fanno parte, sono i naziskin e suprematisti bianchi di tutta Europa.
Ma quello è solo un inizio e i rapporti si intensificano a quando, tre anni dopo, si va verso il voto per la Regione Lombardia: allora i gruppuscoli dell’estrema destra giovanile decidono di appoggiare Massimiliano Bastoni, candidato del Carroccio alla Regione Lombardia: lo descrivono (testuale) come «un politico di quelli che ci piace, un militante innanzitutto, che non rinnega e non si vergogna delle proprie idee». Così, attraverso Bastoni, arriva un pacchetto di voti che permette al candidato governatore Attilio Fontana di contare sull’appoggio dell’estrema destra. In quell’occasione giovani neofascisti vengono sguinzagliati per Milano, organizzano banchetti e fanno firmare per le candidature. Poi vengono spediti in giro per la città a smistar santini. Tutto per la Lega e per il loro candidato. Al Municipio 8 di Milano, dove Lealtà Azione ha messo da tempo le sue radici, fanno eleggere direttamente con il Carroccio un loro militante, Stefano Pavesi, ultrà della Curva Nord dell’Inter, finito nei guai con la giustizia perché colto in flagranza di bagarinaggio.
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Il patto della Focetta
Ma Lealtà Azione ha solo anticipato i tempi: il matrimonio tra Lega e sigle studentesche dell’estrema destra nasce ufficialmente solo alla fine dello scorso luglio in Sicilia, in occasione di Magmatica 2018, «appuntamento per tutte le realtà identitarie», a cui partecipa «il meglio della proposta sociale nelle città italiane», come scrivono gli organizzatori sulla pagina dell’evento.
In quell’occasione la Lega spedisce al camping “La Focetta Sicula” di Sant’Alessio (Messina) il suo deputato Andrea Crippa, trentaduenne brianzolo. Già portaborse di Matteo Salvini, Crippa è noto per aver condotto la “nazionalizzazione” dei Giovani Padani, trasformandola nella Lega Giovani. Il suo impegno è stato ripagato con la recente nomina a vicesegretario operativo del Carroccio, affiancando nella carica due pezzi da novanta come Giancarlo Giorgetti e Lorenzo Fontana. Ma nel nuovo corso leghista Crippa ha appunto come suo principale compito far crescere il flirt con l’estrema destra giovanile. Ecco perché viene scelto per l’incontro con i neofascisti riuniti vicino a Messina. Sono dodici i gruppi di camerati che lo accolgono: oltre ai soliti militanti di Lealtà Azione, ci sono quelli di Audere Semper (un associazione di “dannunziani” di Pescara), i catanesi di Spazio libero Cervantes e i romani di Foro 753, centro sociale di estrema destra fondato nel 2003, collegato al network di FEDErAZIONE, rete di gruppi di estrema destra «che nasce per far marciare legioni diverse in un unico esercito». È lì che l’onorevole leghista Crippa va a tessere tele, stabilire rapporti, e incamerare consenso. Ed è lui che introduce il dibattito “Lo spirito identitario chiama ancora”, tra teste rasate e croci celtiche.
Dal governo a Castrum
Nella capitale il rapporto tra la Lega e i giovani della destra estrema passa anche attraverso il gruppo studentesco Nihil est superior, acronimo Nes, un logo ispirato all’architettura del Ventennio e una pagina Facebook fatta di camicie nere e fumogeni. Quelli di Nes organizzano ad esempio convegni al liceo Giulio Cesare di Roma, partecipano alla cogestione indetta dagli studenti del Mameli e invitano i ragazzi delle scuole a prendere parte alla presentazione di libri. Oltre ai volantinaggi e ai dibattiti nelle scuole, quelli di Nes promuovono anche manifestazioni con ospiti importanti: come Castrum, una quattro giorni di dibattiti in provincia di Frosinone a metà luglio. Nel programma non potevano mancare tre maggiorenti leghisti: il sottosegretario Claudio Durigon, il vicepresidente dei deputati Francesco Zicchieri e il capogruppo del Comune di Roma Maurizio Politi. Quest’ultimo è, anche biograficamente, il trait-d’union perfetto tra fascisti e Lega: da sempre di estrema destra, si è fatto eleggere al Campidoglio con Fratelli d’Italia, poi si è iscritto al Carroccio che ha ottenuto così il suo primo rappresentante al consiglio comunale di Roma. Lì Politi si è distinto nella battaglia per dedicare una via a Giorgio Almirante. Oggi sogna di diventare il candidato sindaco di Salvini, quando finirà l’incarico di Virginia Raggi.
In nome di Orbán
Una fascinazione per il Carroccio è nata anche tra le fila del gruppo Generazione Popolare da poco affacciatosi nel panorama dell’estrema destra romana. Il presidente è Edoardo Arrigo, nipote di Gianni Alemanno, l’ex sindaco di Roma. È stato lui a portare gli studenti a manifestare all’ambasciata ungherese, fianco a fianco con i leghisti, a sostegno di Orbán. Insieme, quindi, i giovani neofascisti con il loro striscione e i senior leghisti che sventolavano le bandiere con il guerriero di Legnano. Due settimane dopo, l’8 novembre, quelli di Generazione Popolare facevano irruzione nella sala consigliare del II Municipio della Capitale per protestare contro “spaccio, degrado e insicurezza”: in questo caso lo striscione esposto era firmato congiuntamente da Generazione Popolare e Lega Roma. Un altro blitz il 29 novembre, lo hanno fatto insieme a Pro Vita, l’associazione che ha come portavoce Alessandro Fiore, figlio di Roberto, l’ex terrorista nero a capo di Forza Nuova: il bersaglio in quel caso era il presidente del I Municipio, Sabrina Alfonsi, colpevole di aver coperto per protesta un manifesto contro l’interruzione di gravidanza.
È anche grazie alle comuni posizioni ultraconservatrici su aborto e diritti delle donne che il presidente di Generazione Popolare Edoardo Arrigo ha convinto il senatore Pillon a partecipare nel novembre scorso a Empireo, la manifestazione milanese per dichiarare «guerra alla globalizzazione sfrenata e alla lenta perdita dei valori». Il firmatario del ddl che cambia le leggi sull’affido dei minori non era l’unico leghista: con lui il sempre presente Politi e l’onorevole Luca Toccalini, responsabile di Lega Giovani Lombardia.
L’abbraccio di Latina
A volte invece la cooptazione avviene tramite l’organizzazione di feste. A Rieti, ad esempio, il “Movimento studentesco”, che milita nelle scuola, ha base al Depero Club: «Vengono chiamati “i discotecari”», spiega Massimo Giorgi, presidente della consulta degli studenti, «e si stanno spostando in massa verso la Lega, svuotando il contenitore di Fratelli d’Italia». Una dinamica simile avviene anche nella capitale: «L’estrema destra giovanile», spiega il presidente della consulta studentesca di Roma, Simone Lucidi, «si sta sempre più identificando in Salvini. Molti preferiscono crescere politicamente entrando a far parte di un partito di governo».
E se in tutto questo Fratelli d’Italia accusa l’emorragia, Forza Nuova ha invece deciso di salire sul Carroccio del vincitore: «Salvini riprende i punti che da dieci anni sono nel nostro programma», ha spiegato Roberto Fiore, il leader dei neofascisti di Forza Nuova. L’abbraccio tra Fn e il Carroccio salviniano spesso si concretizza nei territori: Angelo Tripodi, capogruppo della Lega in Regione Lazio e cittadino di Latina, è una vecchia conoscenza del partito di Fiore, in cui ha militato dal 2015 prima di approdare alla Lega. Proprio nella vecchia “Littoria” fondata da Mussolini, l’ex forzanovista passato al Carroccio ha la sua base elettorale. Qui il punto di riferimento è il gruppo Foedus, che per lui si spende tra i giovani elettori dell’estrema destra, portando consensi nelle urne alla Lega. Il presidente Matteo Giancola, con un passato in Blocco Studentesco, era tra gli invitati alla festa di Angelo Tripodi per i suoi primi 100 giorni dall’elezione. «Ormai qui Blocco Studentesco ha poca presa, esiste perché deve esistere. I ragazzi che una volta si sarebbero rivolti a loro, ora guardano alla Lega», racconta un giovane studente. «Foedus è uno stratagemma utilizzato per entrare nelle scuole e propagandare la nuova ideologia, la fusione tra estrema destra e Salvini».
Matteo traccia il solco
In Sicilia, invece, i leghisti sono arrivati tra i giovani neofascisti conquistando la simpatia del citato Spazio Libero Cervantes, gruppo attivo nel catanese che si è impegnato per l’elezione in loco di Giorgio Galletta, già Fratelli d’Italia e ora salviniano. Ed è sull’isola che è appena nato il “circolo Lega Catania identitaria”: a fondarlo Stefano Di Domenico, aderente anche lui di Cervantes e formatore dei Miliziani del domani. Alla presentazione del circolo, le parole d’ordine erano “identità, patria e sicurezza”, da ottenere «seguendo la strada che ci ha indicato Matteo Salvini».
Francesco Boscheri, responsabile delle consulte studentesche nazionali degli Studenti Medi, spiega che anche qui le sigle storiche dell’estrema destra stanno perdendo terreno a favore della nebulosa leghista. Blocco Studentesco e Lotta Studentesca, costole di CasaPound e Forza Nuova, non riscuotono più il consenso di una volta: i giovani camerati guardano al nuovo e trovano nella Lega di governo una sponda importante e efficace. E se ai comizi del Carroccio scappa qualche braccia alzato con il saluto romano, nessuno tra i leghisti si scandalizza più. Anzi, benvenuti camerati.