Per la sfilata ai Fori Imperiali del 2 giugno i giovani volontari si preparano a marciare come fossero un battaglione. Le foto su Facebook scatenano uno scontro di commenti e il ministero interviene: "E' solo una camminata coordinata..."
Un autogoal d'annata, di quelli che rimangono nella storia. Sicuramente resterà in quella dell'Ufficio nazionale per il servizio civile (Unsc) e del suo
profilo Facebook, dove una manciata di
foto hanno scatenato un violento botta e risposta tra gli stessi volontari, finendo addirittura in parlamento. Già, perché quelle immagini riprendono quarantuno giovani in servizio civile intenti a prepararsi per la sfilata del 2 giugno ai Fori Imperiali. Ma a far discutere non è la partecipazione dei ragazzi, quanto il passo. Secondo gli accusatori è una marcia militare, per gli altri è solo un modo di sfilare. La discussione è stata tanto accesa che il ministero è corso ai ripari, ritirando alcune foto e parlando di «camminata coordinata». È bastato un giorno dalla pubblicazione delle immagini per scatenare un putiferio, che poco ha da spartire con lo spirito pacifico e solidale del servizio civile: «Ridicolo che marcino a mo' di parata». «Che vergogna», «burattini», «balilla», «chi fa il servizio civile deve marcare una differenza e non marciare al passo d'oca» (anche se non è il passo d'oca dei nazisti, ma un passo usato da varie forze dell'ordine,
ndr).
Anche dall'altro schieramento sono arrivate risposte di fuoco, degne di un dialogo da film di guerra: «State rosicando? Se sta bene a noi che marciamo perché dovete rompere il c…o», «era meglio sfilare sulle camionette militari come negli anni passati?», «sareste contenti di vedere i volontari che camminano casual e sbandati come un gruppo di turisti tossicomani?». Nonostante la pagina abbia solo un migliaio di fan, all'album fotografico sono arrivati una marea di commenti. Quello che è chiaro, è che il servizio civile non è più sentito come qualcosa di opposto a quello militare e alle associazioni degli ex obiettori di coscienza che hanno criticato la notizia, molti dei partecipanti hanno precisati di essere «fieri dei nostri soldati». Certo togliere le foto è stato un gesto discutibile. Forse perché alcune fanno somigliare i ragazzi ad un battaglione.
La questione è finita pure sui tavoli istituzionali. Il Pd con una nota ha detto che «Sarebbe vergognoso far marciare il 2 giugno i giovani in servizio civile obbligandoli a ripetere il passo militare. È un altro modo di difendere la patria e il concetto di ordine che qualcuno vuole imporre ricorderebbe altre tristi epoche».
Anche dalla Conferenza nazionale degli enti per il servizio civile hanno avanzato dubbi, decidendo come risposta di tenere aperte le sedi per la festa della Repubblica. Dall'Unsc dicono che quella non è una marcia ma un modo di «camminare in modo coordinato» e che le foto sono state un errore. E questo è un dato di fatto.
Comunque il dibattito non si ferma, i volontari coinvolti continuano a pubblicare le loro posizioni su Facebook, a parlare di «rispetto, simpatia e cortesia» verso i militari, a ricevere i complimenti dei soldati e le critiche della controparte.
Intanto il servizio civile boccheggia, dopo che nell'ultima manovra di stabilità c'è stato un ennesimo taglio, che ha portato a 68 milioni gli stanziamenti per il 2012, contro i 299 del 2009. Qualcuno sperava che i fondi tagliati dai finanziamenti ai partiti potessero prendere la via del volontariato, ma sono andati al terremoto emiliano. Se i soldi scarseggiano, sono poche anche le firme della
petizione online per ripristinare i 50 milioni tolti dal governo tecnico. Dopo la sfilata del 2 giugno, il servizio civile rischia davvero di non avere più denaro per continuare a camminare.