Altri cinquanta morti nel mare Mediterraneo. Ma potrebbero essere molti, molti di più. I sopravvissuti siriani arrivati a Lampedusa nella notte tra venerdì e sabato raccontano di almeno 450 profughi, decine i bambini, a bordo del barcone che si è rovesciato nel tardo pomeriggio di venerdì al largo di Malta, sulla rotta tra la Libia e l'Italia. Le persone salvate però sono soltanto 206. Nulla si sa di quanti erano stati ammassati nello scafo colato a picco.
Tra i vivi trasportati sull'isola da una motovedetta della Guardia di finanza, insieme con una decina di cadaveri ripescati dal mare, anche una bambina di nove mesi con il papà e la sua mamma. Il padre racconta di essere rimasto oltre un'ora alla deriva con la sua famiglia. Lui si è messo a nuotare a dorso e ha salvato la piccola, tenendosela seduta sul petto. Ma non ce l'ha fatta l'altro loro bimbo. È scivolato dalle loro mani ed è annegato.
Per far posto agli ultimi cadaveri, la prefettura di Agrigento ha deciso di trasferire a Porto Empedocle le 339 bare della strage del 3 ottobre con una nave della Marina militare. Probabile che, per ragioni sanitarie, sia ora disposta una sepoltura immediata.
Gli abitanti di Lampedusa stanno aiutando con posti letto e pasti i familiari venuti da tutta Europa a cercare i loro parenti, annegati il 3 ottobre per l'affondamento del peschereccio davanti a Cala Madonna. Si cercano ancora corpi in mare. Delle 518 persone a bordo, quasi tutti profughi eritrei, 363 sono morte.
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