Game over per Luigi Tancredi, imprenditore del gioco d'azzardo legale. Tancredi è il re dei casinò online: è titolare di alcune società che noleggiano le video slot e proprietario del famoso sito Italypoker.it, uno dei più importanti operatori economici del settore, nonché di oltre 30 siti per spennare i giocatori di poker online.
Il suo nome è al centro di tre inchieste. L'antimafia di Napoli, Potenza e Bologna lo indagano insieme a 'ndranghetisti e camorrisiti per aver gestito siti di poker on line con sede in Romania e non autorizzati dall'Amministrazione dei Monopoli. Non possono cioè operare nel mercato italiano.
Il suo partner, dicono i rapporti investigativi, è il boss della 'ndrangheta Nicola Femia. Insieme, attraverso il sito romeno “Dollaro”, hanno raccolto 40 milioni di euro in sei mesi. Oggi un nuovo capitolo. La Tancredi Holding è stata colpita al portafoglio. I reparti speciali dello Scico, guidato da Giuseppe Magliocca, e del nucleo frodi tecnologiche, con a capo il colonnello Alberto Reda, partendo dalle inchieste già avviate sul conto di Tancredi gli hanno sequestrato beni per 15 milioni di euro. Tra questi anche una grande sala giochi di 800 metri quadrati a Roma, la “Italy Qube” in via Guglielmo Marconi, una costellazione societaria che gestisce 800 videoslot in tutta Italia e una villa del valore di 1 milione e 500 mila euro.
La galassia di siti e società gestiti da Luigi TancrediUn tesoretto accumulato, si legge negli atti, attraverso la gestione illecita degli apparecchi per il gioco legale. L'impero creato da Tancredi conta anche 33 siti di gioco online. Che la Finanza sta chiudendo in queste ore perché illegali. A prima vista poteva sembrare un circuito legale del gioco, in realtà i siti destinati al mercato italiano utilizzavano server esteri, localizzati in Romania e Florida. Non avevano quindi le autorizzazioni dall'Amministrazione dei Monopoli.
Tancredi è «ideatore, promotore e primo referente dei siti di diritto romeno Dollaro e Starpklive». Portali per il gioco che funzionavano senza autorizzazione dei Monopoli. E create con l'apporto del gruppo del capo cosca Femia. I finanzieri parlano di «società di fatto tra Tancredi e Femia». E nel provvedimento che ha portato oggi al sequestro dei beni, riemergono i contatti con la camorra. Il duo Femia-Tancredi ha fornito le connessioni protette ai circoli gestiti dal clan dei Casalesi in Emilia Romagna.
Grazie alle password, i giocatori dei circoli del clan potevano connettersi ai siti romeni gestiti da Tancredi e da Femia. Insomma una grande Joint venture del gioco
tra mafie e imprenditori insospettabili. Luigi Tancredi, detto “Gino”, è un nome noto del settore. Su internet c'è ancora traccia di suoi interventi e articoli su riviste specialistiche in cui è descritto come un vero e proprio pioniere. Un modello per molti.
«Ho avuto la possibilità di conoscere l’imprenditore Gino Tancredi che, esattamente un anno solare fa, mi ha chiesto di lavorare all’allestimento del suo stand alla Fiera Enada Primavera. Poco prima avevo iniziato a lavorare per lui nella ristrutturazione di locali e caffetterie. Da lì a poco è entrato il mondo Italy Poker & Skill. Credo di aver incontrato un leader, un imprenditore illuminato che mi ha dato la libertà e la fiducia nell’esprimermi», racconta in una intervista un esperto del settore in un lungo articolo.
Ma poi nei mesi scorsi sono arrivate le manette, le inchieste, i titoloni dei giornali. “L'imprenditore illuminato” viene associato a uomini di mafia. E nell'indagine su Femia, i finanzieri ne tracciano il profilo imprenditoriale. «Accreditato negli ambienti istituzionali», scrivono le fiamme gialle. «Tra marzo e maggio 2010 ha ripetutamente interagito in prima persona con esponenti politici del Senato della Repubblica e i vertici dell'Amministrazione dei Monopoliper modificare il “decreto incentivi”». Tancredi voleva bloccare il provvedimento del Governo che avrebbe vietato l'utilizzo di alcuni modelli di macchinette mangiasoldi. Missione fallita. Ma il manager del poker online non si è perso d'animo. E ha continuato a stringere patti e relazioni con altri imprenditori del settore.