L'amministratore delegato di Condotte sta per assumere le redini di Nodavia, il concorzio in crisi incaricato di realizzare il tunnel. Ecco come commenta l'operazione

Duccio Astaldi, amministratore delegato di Condotte, si presenta nelle vesti del debuttante sul palcoscenico dell’alta velocità fiorentina. Sta per assumere il controllo di Nodavia, il consorzio in crisi incaricato di realizzare il tunnel, e per adesso sta prendendo le misure sia sugli aspetti tecnici sia sui costi. «C’è chi parla di 771 milioni di euro maggiorati dagli oneri degli espropri e dell’amministrazione», dice Astaldi a “l‘Espresso”. «Ai tre miliardi di euro non so come ci si arrivi. Del resto, fino a pochi mesi fa di questo lavoro non sapevamo nulla, avendo soltanto una partecipazione minoritaria attraverso la nostra Inso. Questo lavoro non l’abbiamo cercato ma quando la Coestra è fallita ce lo siamo dovuti accollare per un problema di solidarietà contrattuale interna al consorzio Nodavia».

Nella storia dell’intesa cordiale Stato-imprese sulle grandi infrastrutture capita che a turno le grandi società edili si facciano carico di lavori che nessun altro in Italia saprebbe fare e che nessuna impresa straniera è disposta a realizzare.

Il meccanismo per guarire il committente dal malumore è accettare l’aumento dei costi per imprevisti sorti durante l’esecuzione. E a Firenze gli imprevisti non sono mancati né mancheranno. «La difficoltà», prosegue Astaldi, «sta nel fatto che il prezzo di assegnazione dell’appalto al consorzio Nodavia è stato molto basso e che ci sono sovraccosti rilevanti. Il progetto è complicato soprattutto dal fatto che il cantiere è in città e che non è chiaro come vadano smaltite le terre di risulta. Ma non è il primo lavoro del genere che affrontiamo».

Le altre questioni calde dello snodo Tav  di Firenze sono le eventuali penali e il finanziamento. «Quando una parte sola rescinde un contratto, l’altra parte può sempre sostenere di avere avuto un danno. Per questo, non c’è bisogno di una clausola specifica. Basta il codice civile. Quanto al finanziamento, l’opera ha già la copertura. A parte i sovraccosti».

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