"Siamo in una fase costituente. ?La stragrande maggioranza dei sindaci si sente 'civico' anche se ha ?la tessera di un partito in tasca". Colloquio con Matteo Rossi, neo presidente della Provincia di Bergamo
Matteo Rossi, Pd, è il neo presidente della provincia di Bergamo sostenuto da destra a sinistra. Alla fine ha preso il 59,1 per cento delle preferenze sconfiggendo Giuseppe Pezzoni, sindaco di Treviglio, in quota Lega.
Come mai i listoni unici con il centrodestra in Lombardia?«In alcune aree, il centrodestra aveva difficoltà a raccogliere le firme. A Bergamo, con 1.850 votanti, ne servivano 470. ?Solo la Lega ce l’ha fatta».
È solo questo il motivo? Realpolitik?«No, questa è una fase costituente. ?La verità è che la stragrande maggioranza dei sindaci si sente “civico” anche se ha ?la tessera di un partito in tasca».
Crede che sarà possibile governare insieme a Forza Italia e Ncd?«Credo di sì. Nell’interesse della provincia ?si può e si dovrà governare insieme sulla base del programma».
Non si farà fatica? Guardi le larghe intese ?a livello nazionale...«Preferisco guardare al funzionamento delle comunità montane. Dobbiamo abituarci ?a un nuovo schema politico dove alla classica contrapposizione tra maggioranza ?e minoranza si sostituisce un confronto ?sulle esigenze della comunità intera».
Chi grida all’inciucio denuncia la spartizione delle deleghe...«La riorganizzazione delle aree sarà importante, ma avverrà con trasparenza».
Siete diventati autonomisti come la Lega?«Lo eravamo già. Il tema dell’autonomia ?e del federalismo delle risorse c’è e non è appannaggio del Carroccio. In Lombardia circa il 70 per cento dei comuni e il 90 per cento delle province è governato dal centrosinistra. Ma dal governo vogliamo risposte chiare».
Perché tutto questo interesse per un incarico gratuito? Volete gestire potere ?e affari?«Al contrario. Lavorare gratis ci renderà più forti. La casta non abita da queste parti. Proprio perché fatichiamo senza indennità diciamo che non si scherza più. Roma deve ascoltarci. Le province non sono state abolite bensì riorganizzate».