L'incredibile vicenda di un gruppo di ragazzi gay segnalati dalla Digos e rinviati a giudizio per 'manifestazione non autorizzata' e 'disturbo della quiete pubblica'. Si erano baciati pubblicamente per esprimere il loro dissenso nei confronti di un raduno delle 'sentinelle in piedi'

La casualità è di quelle sconvolgenti. Il giorno stesso in cui Angelino Alfano ha inviato l’ormai famosa circolare per chiedere ai comuni di cancellare le trascrizioni delle nozze celebrate all’estero tra persone dello stesso sesso, sei ragazzi dell’Omphalos Arcigay Perugia e del Collettivo Bella Queer Perugia si sono visti notificare l’avviso di conclusione indagini perché, durante una manifestazione delle “Sentinelle in piedi” del 29 marzo scorso, hanno espresso il proprio dissenso.

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Come? Baciandosi e cantando tra le sentinelle stesse. Inconcepibile, si vede, per gli agenti della Digos che, dopo averli segnalati, hanno fatto partire le indagini che si sono concluse con la richiesta di rinvio a giudizio predisposta dal pm della Procura di Perugia Michele Adragna.

Manifestazione non autorizzata e disturbo alla quiete pubblica i reati contestati ai sei attivisti. Ma non è tutto. Nella notifica, infatti, sono riportate anche le motivazioni. Per dire: i ragazzi avrebbero promosso “una riunione in luogo pubblico”, “una contromanifestazione” resasi evidente dagli “ombrelli colorati” e dagli “accessori di abbigliamento multicolore” di alcuni di loro. Un fatto gravissimo, forse, per gli agenti. “Vuole sapere quali erano questi pericolosissimi oggetti multicolore? - ci dice uno degli indagati – cappelli e boa di piume. Tutto qui”.

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Eppure, si legge ancora nella notifica, i sei ragazzi “disturbavano un ritrovo pubblico […] mediante schiamazzi e rumori, consistiti nel gridare slogans, cori e nel percuotere un tamburello di grosse dimensioni”. Armi improprie? “Ma non era di grosse dimensioni – ci dice ancora uno degli attivisti – era uno di quei tamburi usati per le canzoni popolari, che si suona con una sola mano. L’avevamo portato proprio perché la nostra risposta voleva essere ed è stata festante. Così come accaduto in tante altre città italiane”.

Insomma, dalle associazioni Omphalos e Bella Queer c’è tanta incredulità: “semplicemente siamo andati lì per esprimere il nostro dissenso. Ma senza cartelloni, senza grida e soprattutto senza attaccare nessuno”. Eppure secondo un altro capo d’accusa – offese a pubblico ufficiale – sarebbe stato urlato “fascisti” contro gli agenti in borghese. “Anche qui bisogna chiarire la questione: le urla sono state sparute, pochissime. Ed erano dirette contro le Sentinelle, non contro gli agenti”. Anche in questo caso, dunque, gli attivisti si difendono. “Ci vorrebbe un po’ più di comprensione”, dicono. Perché il silenzio delle Sentinelle offende quanto mille parole.

I capi d’accusa, però, restano. Ci sarà un processo. Ma i ragazzi non paiono disposti ad arretrare sui loro diritti. Specie dopo le parole del ministro dell’Interno. Uno degli indagati, Stefano Bucaioni, l’ha scritto nero su bianco sul suo profilo Facebook: “Secondo la Procura della Repubblica, che oggi mi ha notificato l'atto di conclusione delle indagini preliminari, il bacio con mio marito durante la manifestazione delle Sentinelle in Piedi è disturbo della quiete pubblica. Insomma, il nostro amore è illegale, le nostre famiglie sono illegali, addirittura i nostri baci sono illegali. Alle volte mi chiedo perché sono tornato in Italia. Ma in giornate come questa le risposte sono fin troppo chiare. Vi seppelliremo di amore e di baci!”. Alfano è avvisato.