L'uomo morì in una pozza di sangue nel penitenziario di Livorno. Il caso fu archiviato due volte, ma la madre non ha mai smesso di chiedere giustizia, denunciando per falso i medici
Potrebbero riaprirsi le indagini sulle ultime ore di Marcello Lonzi, il ragazzo di 29 anni morto in una pozza di sangue, il corpo martoriato, nel carcere Le Sughere di Livorno, l'11 luglio del 2003 (
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Secondo la giustizia italiana, che ha archiviato il caso per ben due volte, il decesso fu dovuto a “un forte infarto”, come ha affermato il Gip della Procura di Livorno Rinaldo Merani. Che ha aggiunto: "Non ci sono responsabilità di pestaggio del detenuto Marcello Lonzi, né da parte della polizia penitenziaria, né di terzi”.
Non ci ha mai voluto credere la madre Maria Ciuffi. Che un anno fa ha sporto denuncia per falso nei confronti del medico legale che effettuò la prima autopsia e dei due medici del carcere. Al telefono con l'Espresso, la donna afferma: “Il medico legale scrisse che Marcello aveva 2 costole rotte, mentre con la riesumazione ne furono trovate 8. Non scrisse che il polso sinistro era rotto, né della vernice refertata in uno dei due buchi che ha in testa Marcello”.
Secondo Ciuffi, anche i due medici legali avrebbero detto il falso. “Scrissero – spiega la donna - che era morto entro le 20:14, mentre il mio perito, il professor Alberto Bellocco, disse che era morto tra le ore 15 e le 17:10 al massimo. Adesso, con elementi nuovi, il caso potrebbe essere riaperto”.
Così, sul suo profilo Facebook, Maria Ciuffi ieri ha annunciato che il suo legale, l'avv. Erminia Donnarumma, ha ricevuto una notifica del gip di Livorno. “Il 4 giugno – si legge su Facebook – si discuterà per il rinvio a giudizio dei due medici del carcere e il medico legale Luciani Bassi...”.
E ha commentato così: “Una buona notizia, che sono scoppiata a piangere...dalla gioia”.