Il ministro Pinotti apre ai cittadini il dibattito sul Libro Bianco che definirà le strategie del Paese. Basta mandare una mail. E dire cosa pensate su interessi e alleanze dell'Italia
Avete una passione per la strategia che finora avete confinato ai giochi di ruolo? O siete soltanto cittadini che ci tengono a dire la loro sul
futuro militare della nazione? Volete che il governo intensifichi gli sforzi per la costruzione di forze armate europee oppure credete che l'alleanza con gli Stati Uniti sia l'unica strada di concretezza? Credete che le spedizioni in Afghanistan e Iraq siano state opportune o invece sia meglio concentrarsi nei Balcani o nel Mediterraneo? Bene, questa è la vostra grande occasione. Potete dare un contributo al
Libro bianco della Difesa, il documento che definirà le sfide e gli impegni dell'Italia nei prossimi venti anni. Basta mandare le proprie idee all'indirizzo di posta elettronica
librobianco@difesa.it e c'è la promessa che tutte le mail verranno vagliate dal comitato che sta gestendo l'operazione.
L'iniziativa è del ministro
Roberta Pinotti, con l'obiettivo di fare del Libro bianco qualcosa di innovativo: non la solita scartoffia destinata al dibattito degli addetti ai lavori, ma un testo che serva come
base per la discussione del parlamento e di tutti i cittadini. Il tentativo è anche quello di
colmare la distanza tra militari e società, emersa spesso nella diatriba sull'acquisto dei supercaccia F-35. Attenzione: il documento non riguarderà i numeri. Non si tratta di dire quanti aerei, quanti carri armati o quanti sottomarini ritenete necessari per tutelare il Paese. Quelle sono conclusioni che verranno prese sulla base del Libro Bianco, una volta chiariti
gli interessi dell'Italia e quali sono i fronti su cui la nostra Difesa deve concentrarsi. In un momento di crisi nera come questa, la risposta alla storica domanda “preferite burro o cannoni” rischia di essere ovvia. La questione invece è
definire quali forze armate siano sostenibili per la situazione italiana. Come spiegano le linee guida pubblicate online dal dicastero: “Con le risorse oggi disponibili, considerati gli effetti di questi tagli, dobbiamo verificare se lo strumento militare italiano sia correttamente dimensionato e proporzionato nelle sue varie componenti”. Ed è per questo che si cerca il contributo di tutti i cittadini: "Il Libro bianco è uno strumento con il quale un governo comunica alla pubblica opinione i propri intendimenti su un tema che, per la sua particolare complessità, non può essere trattato in forma sintetica o superficiale".
Di documenti del genere in passato ne sono stati scritti tanti: l'ultimo risale all'inizio del 2002 e venne impostato sulla base della situazione mondiale anteriore alle Torri Gemelle. Poi è cambiato tutto, ma l'Italia della Difesa ha continuato a navigare a vista. Migliaia di soldati italiani hanno combattuto in Iraq e in Afghanistan, con una spesa di miliardi di euro e il sacrificio di decine di vite umane. Senza che però questi interventi siano stati finalizzati a una
strategia nazionale e con un ritorno per il Paese tutto sommato molto ridotto. Una situazione che il governo Renzi vuole cambiare. E la Pinotti ritiene che l'elaborazione delle strategie non possa essere affidata soltanto a generali e ammiragli. Il ministero specifica: “È un tipo di analisi che si compie correntemente, ad opera degli Stati Maggiori. Però, periodicamente, è importante anche ampliare e approfondire il ragionamento e, per questo,
bisogna andare oltre il mondo militare".
Questa apertura è di fatto una rivoluzione. Il cantiere del Libro Bianco è cominciato lo scorso 5-6 giugno con un convegno in cui una trentina di professori universitari, analisti, ricercatori “sono stati chiamati proprio a ragionare insieme su questi aspetti, ovvero come sta cambiando il mondo attorno a noi, quali effetti producono questi cambiamenti sulla nostra condizione geostrategica, e come l’Italia deve preparare la sua difesa, in un mondo che cambia così rapidamente”. Un seminario molto concreto e poco accademico, a porte chiuse ma con trasparenza totale sugli interventi, pubblicati integralmente
sul sito del ministero.
Per carità, non si tratta di democrazia diretta. Il Libro bianco, viene ribadito a chiare lettere, è un documento del governo e sarà il ministero a trarre le conclusioni.
L'apertura ai contributi - degli accademici, delle associazioni e anche dei cittadini – rappresenta comunque una novità positiva. Adesso bisogna aspettare di vedere i risultati. L'impegno del ministro è di portare il testo in parlamento entro fine anno. E su quella base poi prendere le decisioni su organici e mezzi, a partire dal numero di F-35.