Nel nostro paese i disoccupati tra i 15 e il 24 anni sono il 43,3 per cento. Ma il programma europeo per impiegare i giovani, partito due mesi fa, stenta a decollare. Perché ogni regione può fare a modo suo. E in molte è caos

Garanzia Giovani” compie due mesi: sono passati 60 giorni da quel 1 maggio, festa del lavoro, in cui al lavoro dei giovani veniva data una nuova opportunità: la messa in atto del programma europeo “Youth Guarantee”. Con 1 miliardo e mezzo di dote finanziaria per l’Italia, per garantire ai giovani fino ai 29 anni uno stage, un apprendistato o un impiego entro 4 mesi dal colloquio.

Sono passati, dunque, due mesi e in questi giorni dovrebbero arrivare tante telefonate ai giovani d’Italia. Perché dal momento dell’iscrizione sul portale del ministero (o su quelli regionali) il patto è che entro e non oltre i 60 giorni il centro per l’impiego più vicino chiami la persona per effettuare un colloquio.
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Sono quasi centomila i giovani che dal 1 maggio ad oggi si sono iscritti alla Garanzia Giovani, ma ad oggi solo in Lazio e in Toscana sono iniziati i primi colloqui, stando a quanto dice il monitoraggio del ministero del Lavoro nell'ultimo aggiornamento del 26 giugno.

Già, perché la competenza dell’attuazione del programma, dell’effettivo colloquio e poi offerta di lavoro sta nelle mani delle regioni. Come del resto tutto il sistema di borse di studio e formazione. E proprio qui il programma rischia di incagliarsi, o quanto meno di incontrare le prime difficoltà di un progetto che avrà bisogno di almeno un anno, per esprimersi nel pieno delle proprie potenzialità.
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Perché se alcune regioni hanno recepito in maniera valida il progetto europeo, altre non hanno neanche presentato i piani attuativi. E i colloqui non sono ancora iniziati. Sembra difficile, quindi, pensare che 60 giorni potranno bastare per effettuare tutti i primi colloqui nella data promessa.

In Italia gli utlimi dati dell’Istat, relativi ad aprile 2014, danno la disoccupazione giovanile dai 15 ai 24 anni ad un tasso del 43.3 per cento, su un tasso generale del 12.6 per cento. Il dato della disoccupazione giovanile in Unione Europea ha raggiunto il tasso del 23,2 per cento. Peggio di noi fanno la Spagna (54,3 per cento) e la Grecia (59,2 per cento). Ma anche la Francia col suo 24 per cento e il Regno Unito col 19 per cento iniziano a preoccupare.

Al momento solo Italia e Francia hanno fatto partire lo Youth Guarantee, più il progetto pilota irlandese di Ballymun. Anche la Francia, come l’Irlanda, ha deciso di iniziare con diversi progetti pilota per le dieci regioni più povere del paese. E ha previsto un netto mensile: 433 euro.

Però, una cosa sono i progetti pilota, monitorati direttamente dai ministeri e dai governi. Altra cosa è perdersi nel marasma burocratico dei tanti livelli amministrativi che intercorrono fra ministero e regioni italiane. E ognuno, nella confusione, finisce per fare come meglio crede, con alcune regioni che hanno addirittura 2 o 3 diversi progetti.

Il programma nazionale è partito il 1 maggio. Piemonte e Sicilia sono arrivate prima: il Piemonte a ottobre, in Sicilia a fine febbraio (il Piano Giovani). Curiosamente, entrambe le regioni non hanno ancora iniziato i colloqui di lavoro. E mentre la prima dal 20 giugno farà partire anche un piano per l’autoimprenditorialità, la seconda fa sapere che: “è stata realizzata da Italia Lavoro - in collaborazione con la Regione Sicilia - la seconda sessione di formazioni degli operatori dei centri d’impiego regionali”. C’è da ben sperare, allora.

L’Emilia Romagna, regione ricca e nota per i servizi al cittadino, fa sapere che “fino all’11 luglio i soggetti accreditati potranno presentare progetti di servizio civile regionale in Emilia Romagna”. E specifica di aver messo 519mila euro proprio a finanziamento di questo. Tanti soldi, è vero, ma forse il servizio civile è un po’ poco per parlare di offerte di lavoro di qualità, a cui mira il progetto della Commissione Europea.

In Lombardia la Garanzia Giovani si chiama “Dote Unica Lavoro”. In Sicilia “Piano Giovani”. Il Veneto ha addirittura due bandi: “Mettiti in moto – neet vs yeet”, e “Percorsi per il quarto anno per il conseguimento del diploma di istruzione e formazione professionale”. Le Marche, invece, hanno sottoscritto un’intesa fra aziende e sindacati dal nome evocativo: “Patto fra le generazioni”.

La Sardegna fa sapere che: “Il programma europeo punta infatti sul servizio civile come strumento di crescita e di sviluppo delle competenze trasversali dei giovani”. Le intenzioni sarde, dunque, ci portano a pensare che, come per l’Emilia Romagna, buona parte dell’attività regionale nel programma Garanzia Giovani finirà nel calderone del buon vecchio servizio civile. Sarebbe corretto specificare, però, che non è il programma europeo a puntare al servizio civile, ma l’Italia.

Se la maggior parte delle regioni fatica a partire, Toscana e Lazio sembrano marcare la direzione da seguire. In Toscana 3.161 colloqui già effettuati, di cui entro 4 mesi dovranno arrivare altrettante offerte di lavoro. Nel Lazio 1.206 colloqui. Buoni risultati di chi ha recepito bene il programma Garanzia Giovani. Certo, i buoni risultati di Lazio e Toscana non possono bastare.