Le Regioni hanno scelto una linea comune sul costo del trattamento: tra 400 e 600 euro. Unica eccezione la Lombardia del leghista Maroni che farà pagare fno a 4.000 euro. E scarica la responsabilità sul Governo

I governatori di tutte le regioni hanno deciso: la fecondazione eterologa costerà tra i 400 e i 600 euro. Lo ha annunciato il presidente piemontese Sergio Chiamparino: «È stata definita una tariffa unica, il costo potrà variare perché dipende dal ticket fissato nelle singole Regioni per le varie prestazioni necessarie ad effettuare la fecondazione».

Dopo l’ordine sparso delle scorse settimane arriva così una linea unica. La prossima mossa spetta ora al Governo, che deciderà se inserire l'eterologa nei livelli essenziali di assistenza, quelle prestazioni gratuite e uguali per tutti e coperte da fondi statali.

L’unica a smarcarsi resta la Lombardia del leghista Roberto Maroni, che ha deciso di far pagare interamente il costo della fecondazione eterologa in attesa di un segnale da Roma.

Per i lombardi al momento l'eterologa costerà tra i 1.500 e i 4.000 euro: il prezzo dipende dalla tecnica di fecondazione scelta.

Uno stop confermato anche dal vice presidente e assessore alla Salute del Pirellone, Mario Mantovani: «L’eterologa ci costerebbe 15 milioni di euro. Abbiamo preferito evitare rischi etici e di bilancio. E in una fase di vacatio legis, su un tema dove scienza e coscienza si confrontano e si interpellano senza certezze assolute, credo fosse preferibile essere più prudenti e meno esposti politicamente».

In altre parole, nonostante un bilancio annuale da quasi 18 miliardi di euro (su un totale di 23 miliardi), per la sanità si preferisce spendere per altri scopi.

Ad attaccare la scelta che costringe al turismo sanitario le coppie lombarde che cercano un figlio è l’opposizione di centrosinistra al parlamentino lombardo.

«Oggi si chiarisce definitivamente come le motivazioni che hanno spinto il Pirellone a scaricare sulle coppie i costi dell’eterologa siano esclusivamente ideologiche, frutto dell’oscurantismo retrogrado di questo centrodestra» commenta Lucia Castellano, capogruppo della lista di centrosinistra Patto Civico: «Stiamo assistendo a un vero accanimento integralista, nel subdolo tentativo di intralciare l’esercizio di un diritto sancito dalla Costituzione. Con il risultato di buttare a mare le eccellenze dei centri di procreazione medicalmente assistita e di porre in pericolosa concorrenza il pubblico con il privato».

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