In principio fu la Vanoni. Ora è Ornella. Senza trucchi, senza fronzoli, senza “ed ecco a voi”. Lo ha detto proprio lei, in uno dei suoi soliti imperdibili interventi a “Che tempo che fa” a proposito della sua cosiddetta riscoperta da parte di un pubblico fluido, più che per genere per età. Ma c’è qualcosa di sottilmente intrigante, come la sua voce, in questa rinascita indubbia di una donna che è passata dalle sciarpe di seta del varietà in bianco e nero alla viralità su TikTok. Ovvero quella di Vanoni, la sciura milanese con la S di solitudine tatuata sul petto, è una storia che si allontana di prepotenza dall’ormai stucchevole esaltazione della memoria che nasconde assai spesso l’assoluta carenza di idee.
In una tv assediata dall’ieri, dove l’immobile ingombra come un trumeau imbiancato dalla polvere, si impone all’infinito ciò che è stato e che mai più ritornerà. Dalla glorificazione di “Techetechetè” (ah quelli eran giorni, signora mia) al recupero maldestro di persone che ripresentano implacabili la medesima versione di sé, Ornella Vanoni è la luminosa eccezione che conferma la regola.
Lei, spirito nato libero, capace di nutrirsi di champagne e ironia, è davvero la donna che visse due volte, altro che fenice. Perché c’è chi invecchia rincorrendo senza possibilità di successo un presente perduto, e chi ricomincia da capo senza per questo scalfire i mattoni della sua solida costruzione.
Vanoni è diventata un appuntamento imperdibile con l’intelligenza per schiere di under trenta che non si perdono una sua battuta, un ricordo, una provocazione. La vita, la morte, l’impegno, in ogni gesto, come un respiro pulito in un tempo malsano: «Capirò quando sarà il momento di andarmene, quando sarò inutile alla vita e la vita sarà inutile a me».
E mentre duetta con Fazio, sua novella spalla naturale che la accudisce come un tesoro prezioso, la sua musica torna nelle playlist dei ragazzi, quello struggente abbraccio con Mahmood fa il giro del mondo, l’università la consacra con una laurea honoris causa, i giornali la rincorrono per un’intervista, un aneddoto, e un altro, e un altro ancora. E lei ci ride su, muovendo di un soffio la sua acconciatura ancora modernissima, tinta di santa allegria.
Un corpo estraneo alla televisione tutta, né apocalittica né integrata, soffio elegante in un mondo che ha fatto dell’urlo il suo motivo di vanto, Ornella Vanoni regala una rivoluzione gentile, quella del tempo che passa senza tingersi di inutile. «Delle poche certezze che posso permettermi, una di queste è che l’ultimo mio secondo sarà pieno d’amore», scrive nel suo libro fresco di stampa. Ci puoi contare Ornella, ci puoi contare.
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DA GUARDARE
L’amore sboccia, si scalda, ingiallisce e si frantuma come una lastra sottile di ghiaccio. Sembra tutto molto triste, invece neanche un po’: “The four season” (Netflix), è una gentile commedia creata da quella gran bella testa di Tina Fey, sulle inevitabili note di Vivaldi. Da vedere per riflettere con dovuta ironia sulla vita di coppia.
MA ANCHE NO
Si dice che il ritorno all’“Isola dei Famosi” come opinionista sia costato a Simona Ventura un taglio dei compensi previsti nel suo contratto con la Rai avendo rinunciato a un altro programma. Quindi, non conduce, si ritrova spalla, ci perde dei soldi. Però la sua decisione di accettare ha anche dei difetti.