La Conferenza delle Regioni ha approvato un testo condiviso sulle linee guida per la procreazione assistita. Presto dunque dovrebbe essere possibile sottoporsi alla procedura in tutte le regioni d'Italia . Ecco tutte le tappe necessarie per potersi sottoporre alla tecnica di fecondazione

Dopo la sentenza di aprile con cui la Corte Costituzionale ha di fatto eliminato il divieto di ricorrere a donatori esterni in caso di infertilità assoluta, la fecondazione eterologa è tornata legale in Italia. Fino ad oggi però le moltissime coppie in attesa si sono dovute scontrare con la mancanza di regole condivise a livello nazionale, che ha reso difficile, se non impossibile, negli scorsi mesi ricorrere ad una procedura medica assolutamente lecita da un punto di vista legale.
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A dare una scossa alla situazione ha pensato la Conferenza delle Regioni, che ha approvato un documento condiviso che contiene le linee guida per l'applicazione dell'eterologa. Un passo in avanti fondamentale che fissa diversi punti importanti: come un limite di età per le richiedenti fissato a 43 anni, la possibilità per i bambini nati dall'eterologa di chiedere di conoscere i genitori biologici al compimento dei 25 anni (ovviamente solo con il consenso del donatore), e la necessità di inserire anche l'eterologa nei Lea (I Livelli essenziali di assistenza). Su questo ultimo punto si è detta d'accordo anche il Ministro Lorenzin, che ha ripetuto però che per farlo bisognerà aspettare una legge del Parlamento.

In attesa che il Parlamento si esprima in maniera definitiva, cosa deve fare una coppia che vuole ricorrere all'eterologa? Nonostante in Italia la procedura sia legale da aprile, negli scorsi mesi i centri pubblici si sono trovati in difficoltà nel rispondere alle richieste dei pazienti in assenza di norme certe che ne regolassero l'applicazione. Fino ad oggi infatti solamente la Toscana aveva emanato una delibera per garantire il ricorso alla fecondazione eterologa nelle strutture pubbliche e private della regione.
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“Con l'accordo di stamattina invece in breve tempo dovrebbe essere possibile ricorrere alla fecondazione eterologa in tutte le regioni, fermo restando però che come per ogni procedura medica bisogna individuare un centro specializzato e correttamente attrezzato”, spiega Andrea Borini, Presidente della Sifes (società italiana fertilità e sterilità e medicina della riproduzione). “È comunque possibile muoversi liberamente in altre regioni per trovare la struttura più adatta, e i costi dovrebbero essere paragonabili a quelli della fecondazione omologa, ovvero un ticket di 500 euro”.

 

  1. Le coppie interessate dunque possono rivolgersi al centro di procreazione medicalmente assistita più vicino, e in caso non ve ne siano di attrezzati (ci vorrà del tempo ovviamente perché tutte le strutture vengano adeguate, e che tutte le regioni recepiscano le linee guida con apposite delibere), o di liste di attesa troppo lunghe, possono spostarsi in altre regioni o rivolgersi a centri privati. È importante tenere a mente comunque che i tempi di attesa sono lunghi. Per accedere alla fecondazione eterologa infatti una coppia deve superare diverse tappe.
     
  2. Dopo aver scelto un centro attrezzato, ed essere stati sottoposti alle prime consulenze e visite specialistiche, si procede con gli esami necessari a certificare la totale infertilità di uno dei partner, condizione necessaria per accedere alla donazione dei gameti nel nostro Paese.
     
  3. A questo punto, accertato che sia tutto in ordine, viene compilata una scheda fenotipica del ricevente, che comprende caratteristiche come gruppo sanguigno, colore della pelle, degli occhi e dei capelli, per assicurare che il nascituro assomigli ai genitori.
     
  4. Si procede quindi al reperimento dei gameti. Per quelli maschili è piuttosto facile, mentre per quelli femminili le strade possibili sono quattro; ovociti congelati; ovociti derivanti da donatrici che si sottopongono loro stesse a fecondazione in vitro; ovociti provenienti da banche estere; donatrici volontarie. Oggi in Italia sono però percorribili solamente le prime due strade, mentre le altre due sarà probabilmente necessario attendere una legge del parlamento in materia, anche se in Toscana si attende per la prossima settimana una delibera che renderebbe possibile la donazione volontaria con rimborso spese.