L’Agenzia delle Entrate ha spulciato le dichiarazioni degli italiani trovando numerose irregolarità e cambi di firma per le donazioni a onlus e ricerca. Sotto osservazione i centri di assistenza fiscale del mondo cattolico che cambiano la destinazione dei fondi all'insaputa dei propri assistiti

I cambi di firma, le segnalazioni, gli errori e i raggiri del cinque per mille sono una realtà. La conferma arriva dall’Agenzia delle entrate: cinquecento modelli irregolari su 5.603 controllati nel 2014.

È solo la prima campagna di verifiche che accende un faro sulla gestione nei Caf – i centri di assistenza fiscale - delle scelte della misura fiscale con cui i cittadini possono destinare una parte delle imposte al sociale, ricerca e cultura con la loro dichiarazione dei redditi.

L’Agenzia ha risposto così all’invito arrivato dalla Corte dei conti a controllare il comportamento degli intermediari che abbiano un potenziale conflitto di interessi: sotto la lente ci sono i Caf collegati a un’organizzazione beneficiaria del contributo o che ne siano diretta emanazione.

In cima alla black list le Acli (associazioni cristiane dei lavoratori italiane), il Movimento cristiano lavoratori, Acai (collegato all’associazione cristiana artigiani italiani), Caf Servizi di base (collegato a Rete Iside Onlus), e Anmil (dell’associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro).

Tutti enti che godono di una posizione di favore. Gestendo direttamente i centri, in fase di compilazione hanno la possibilità di "indirizzare" a proprio favore le donazioni dei contribuenti.

Quelli considerati "a rischio" di poter incidere sulla scelta degli utenti sono stati selezionati in base all’andamento delle opzioni nelle dichiarazioni dal 2006 in poi: da quell’anno sono aumentate costantemente le scelte del cinque per mille effettuate dai contribuenti assistiti da determinati Caf ed è aumentato anche il numero delle scelte specifiche a favore delle associazioni collegate a questi centri di assistenza fiscale.

Inoltre, è emerso che le scelte provenienti dagli utenti rappresentano una fetta molto consistente (in alcuni casi la quasi totalità) delle scelte complessive a favore dei beneficiari collegati.

Messi sotto osservazione ecco che emergono irregolarità nell’8,9 per cento dei casi. Praticamente, quasi un modello su dieci degli oltre cinquemila controllati.

Tutto questo non stupisce l’Uaar (l’unione degli atei e degli agnostici razionalisti) che ha raccolto decine di segnalazioni con destinatari "distratti" da altre confessioni, firme cambiate e campagne per dirottare scelte verso l’universo della chiesa cattolica.

«È scandaloso. Noi da anni riceviamo denunce del genere, ma avere ora la conferma ufficiale che si tratta di un vero e proprio "sistema" non ci fa piacere», commenta il segretario Uaar Raffaele Carcano: «Facciamo fatica a digerire la notizia che per 207 dichiarazioni il codice fiscale del destinatario del 5 per mille risulta diverso da quello indicato nel modulo cartaceo dal contribuente. E che nell’otto per cento dei casi, le scelte trasmesse in modo errato all'Agenzia delle Entrate sono a favore di associazioni collegate al Caf stesso. Non è reato consigliare un contribuente la destinazione del cinque per mille, ma modificare la sua scelta sì».

Un balzo in avanti registrato anche dai dati disponibili diffusi dall'Agenzia delle Entrate (relativi al 2013), nella distribuzione dei fondi 5 per mille le Acli si attestano al 12esimo posto con 200mila firme a loro favore (che si traducono in quasi 3 milioni e 500mila euro) e il Movimento cristiano lavoratori al 22esimo  posto con poco più di 100mila firme (pari a 1 milione e 800mila euro).

LA COMPILAZIONE AUTOMATICA
Ecco come il volere dei contribuenti viene aggirato. Mario due anni fa ha scelto un centro del quartiere romano di Primavalle per la dichiarazione dei redditi. Ha presentato il Cud scegliendo di destinare l’otto per mille allo Stato e il cinque all’Uaar, mettendo le firme e il codice fiscale negli appositi spazi.

Tornato a casa la scoperta: nella copia del modello 730 risultava l’otto per mille dato alla Chiesa cattolica e il cinque per Mille a un’altra associazione, l’organizzazione Operatori di Misericordia Onlus, con un codice fiscale molto diverso da quello dell’Uaar, che non risulta nemmeno negli elenchi dell’Agenzia per le Entrate tra i soggetti che hanno chiesto di beneficiarne per il 2014.

Mario si fa correggere gli errori e sulle motivazioni del cambio in corsa dei moduli ecco la risposta: «È il programma stesso per la compilazione ad avere impostato in automatico "Chiesa cattolica" per il campo otto per mille e l’associazione Operatori di Misericordia Onlus per il cinque per mille. Vengono compilati diversamente solo su esplicita indicazione del contribuente».

Mario non è il solo. Anche ad Anna, sempre a Roma, è successo lo stesso: «Tre anni fa ho chiesto assistenza per la compilazione della mia dichiarazione dei redditi al Caf sotto casa. Come sempre avevo scelto di destinare il mio 8 per mille alla Chiesa valdese. Per cui grande è stata la sorpresa quando sono andata a ritirare la documentazione e ho visto scritto, nero su bianco, che avevo scelto di destinarlo alla Chiesa cattolica. Infuriata ho subito chiamato chiedendo spiegazioni, che non mi hanno fornito. Per fortuna ero ancora nei tempi per modificare la dichiarazione».

I FEEL CUD
Per accalappiare nuovi contribuenti e convincerli a versare l’otto per mille alla Chiesa cattolica la conferenza episcopale italiana si è inventata "I feel Cud". Un concorso per sguinzagliare i giovani delle parrocchie a caccia di dichiarazione dei redditi e metterli in competizione per ottenere in cambio contributi, da un minimo di 1.000 fino a 15.000 euro, per la realizzazione dei migliori progetti selezionati.

È una trovata per allargare il sistema dei contributi volontari, che da anni registra un calo di consensi ma che veleggia intorno al miliardo di euro.

Ecco come funziona: per partecipare al concorso il responsabile parrocchiale ed i componenti del gruppo devono raccogliere le schede allegate al modello Cud (Certificazione Unica) delle persone che non hanno l’obbligo di fare la dichiarazione dei redditi, compilate con la firma per destinare il contributo volontario.

In genere si tratta di anziani in pensione, giovani al primo impiego e lavoratori dipendenti che non hanno altri redditi e persino pensionati senza altri redditi, ovvero coloro che, percependo solo l’assegno dell’Inps – si tratta di una larga fetta di pensionati italiani –, non sono tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi, e di conseguenza non fanno nessuna scelta di destinazione dell’otto per mille.

Ogni pensionato al minimo, con 500 euro al mese, vale quasi 50 euro all’anno di otto per mille: moltiplicando la cifra anche solo per un milione di anziani, fanno 50 milioni all’anno.

E qui entrano in gioco i giovani delle parrocchie: organizzati in squadre vanno a caccia dei pensionati, li convincono e aiutano a compilare il Cud che attesta i loro redditi per firmare nella casella collegata alla Chiesa cattolica (non si tratta di una tassa aggiuntiva, perché l’otto per mille è comunque dovuto: anche coloro che non indicano alcuna destinazione lo pagano) e poi si consegnano i modelli al più vicino Caf.

Lanciato nel 2011, per l’ultima edizione nove squadre hanno ricevuto contributi economici per 50mila euro. Lo slogan: «Cerchiamo un progetto serio, che porti il sorriso tra la gente».